INFORMAZIONE CORRETTA si è già occupata da prima dell'articolo di Nicolò D'Acquino "Le mille barriere di Hebron", pubblicato dal supplemento IO DONNA del CORRIERE della SERA
(vedi a questo link:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=110&id=25332 )
poi dell'assenza di risposte alle molte lettere di critica inviate alla redazione
( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=15&sez=110&id=25413 )
Il numero in edicola il 2 agosto 2008 pubblica due lettere, insieme alla risposta del giornalista.
"E vero", ammette D'Acquino " che il muro ha ridotto gli attentati. Ma la storia insegna che, alla lunga, nessun muro ha mai servito alla causa della pace".
Traducendo: è vero che la barriera difensiva salva le vite degli israeliani, ma per la "pace" questi farebbero meglio a farsi uccidere.
Ancora: "Riguardo all'aumento degli handicap, nella zona c'è certamente una tradizione di matrimoni tra consangunei. Ma ad aumentare il problema, rendendo difficile qualsiasi campagna di sensibilizzazione ai rischi sanitari di queste unioni ci si mettono l'isolamento ( i movimenti dei residenti palestinesi sono sempre più limitati) e il conseguente aumento della povertà".
Traducendo: il problema delle unioni tra consanguinei c'é sempre stato, non dipende certo dalla barriera difensiva, ma come rinunciare a dar la colpa a Israele ? E' Israele che impedisce le "campagne di sensabilizzazione", scrive D'Acquino. Come mai, chiediamo noi, le campagne di odio e incitamento alla violenza riescono invece benissimo ai palestinesi e ai loro sostenitori ?
D'Acquino conclude la sua risposta affermando di essere per la pace e per l'esistenza di Israele, ma di guardare "le cose a occhi aperti".
Si direbbe piuttosto che le guardi con le lenti dell'ideologia.
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