Libertà di opinione o diffusione di odio sociale ?
il caso Sinè
Testata: Il Giornale
Data: 18/07/2008
Pagina: 14
Autore: la redazione
Titolo: Licenziato per una vignetta sul figlio di Sarkozy

Essere figlio di Nicholas Sarkozy non è come esserlo di Monsieur Dupont, questo è un fatto. Ma il licenziamento di Sinè da Charlie Hebdo pone una questione che varrebbe in entrambi i casi, non importa se i nomi sono Sarkozy o Dupont. Sinè sostiene che essere ebrei rappresenta un vantaggio per fare carriera, questa l'accusa che ne ha determinato il licenziamento. Gli argomenti di Sinè, uno dei disegnatori satirici più illustri di Francia, contiene qualcosa di maleodorante, sia dal punto di vista storico che personale. Non sappiamo se Sarkozy Jr. si sia convertito o no, sappiamo però che sono affari suoi e cheè  una grave violazione del suo diritto alla riservatezza ricamarci sopra. Fin qui il lezzo tocca la vita privata di un individuo. Dove il lezzo sale ad un livello insopportabile è l'uso di uno dei temi che il nazismo ha cavalcato nel diffondere l'ideologia antisemita. Gli ebrei controllano l'economia mondiale, hanne nelle loro mani sempre lo stesso potere mondiale così come l'informazione. Quanto fossero vere queste menzogne l'ha dimostrato la Shoah. Scrivere oggi che essere ebreo è utile per fare carriera significa essere d'accordo con le tesi naziste. se il potere è in mano ebraica, meglio essere ebrei. Sinè non è uno sprovveduto, ma invece di rendersi conto di aver avuto un comportamento inaccettabile, anche dal punto di vista legale - fomentare l'antisemitismo è reato - se ne è fatto un baffo, richiamandosi alla libertà di pensiero. Affermazione usata molto spesso in modo non approppriato, perchè fomentare l'odio sociale si inserisce in una sfera ben diversa, e nulla c'entrano le vignette su Maometto che in Francia proprio Charlie Hebdo aveva coraggiosamente pubblicato. Chiunque è libero di criticare, anche nei modi più estremi, qualunque religione, qualunque divinità. Cosa diversa dal diffondere odio, che, come si sa, si trasforma sempre in crimine, contro una particolare categoria di cittadini.  Per questo abbiamo ripreso dal GIORNALE di oggi, 18/07/2008, a pag.14, il redazionale su Jean Sarkozy, dal titolo " Licenziato per una vignetta sul figlio di Sarkozy".

Bufera sul settimanale satirico francese Charlie Hebdo per una rubrica umoristica giudicata antisemita pubblicata lo scorso 2 luglio: protagonisti della vignetta Jean Sarkozy, figlio del presidente francese, e la sua neo fidanzata, l’ereditiera della ricca famiglia Darty. Da allora l’autore del disegno, Sinè, uno dei disegnatori storici della testata, è stato licenziato.
Nel disegno il caricaturista ironizzava su un’eventuale conversione all’ebraismo di Jean Sarkozy prima del suo matrimonio, annunciato di recente in gran pompa, con Jessica, la figlia del fondatore dei grandi magazzini Darty, specializzati in elettronica. «Farà molta strada nella vita questo ragazzo», commenta alla fine la vignetta, dopo aver ricordato che il giovane Sarkozy - «tutto suo padre», scrive - è anche già, a soli 22 anni, consigliere regionale per il partito di destra Ump.
Per Philippe Val, direttore di Charlie Hebdo, Sinè con queste parole «ha superato ogni limite». In un comunicato, pubblicato ieri sul suo giornale, Val sosteneva che la vignetta «non solo toccava la vita privata dei due giovani, ma diffondeva anche la falsa voce della conversione di Jean Sarkozy all’ebraismo», ma soprattutto, aggiungeva, «faceva il legame tra la conversione all’ebraismo e la riuscita sociale. E ciò è inaccettabile». Di qui l’inevitabile rottura tra i due al rifiuto di Sinè di chiedere scusa pubblicamente, come invece gli aveva chiesto di fare Val.
Sono state invece smentite fermamente dal direttore voci secondo cui l’allontanamento del disegnatore sarebbe una decisione di favore nei confronti del presidente Sarkozy che quando era ancora ministro dell’Interno aveva appoggiato apertamente il settimanale satirico nella vicenda delle caricature di Maometto.

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