La REPUBBLICA del 30 giugno 2008 pubblica un articolo di Mario Calabresi sulle dichiarazioni di Shavtai Shavit, alla guida del Mossad dal 1989 al 1996, sul rischio che l'Iran disponga della bomba atomica entro un anno e sulle presunte rivelazioni di Seymour Hersh (giornalista che ha teorizzato esplicitamente la liceità e la doverosità di diffondere informazioni non verificate per conseguire risultati politici e che viene tuttavia definito da Calabresi "il più attendibile e aggressivo dei giornalisti investigativi americani") sulle operazioni segrete americane in Iran.
Operazioni, nota scandalizzato Calabresi, ordinate "proprio mentre venive reso pubblico il rapporto Nie (National Intelligence Estimate) che sosteneva che l´Iran aveva smesso di arricchire l´uranio e lavorare alla bomba atomica addirittura nel 2003".
In realtà, il rapporto Nie, comunque contraddetto da altre agenzia di intelligence, non affermava che l'Iran avrebbe smesso di arricchire uranio, ma solo che aveva interrotto il programma nucleare militare. E metteva in guardia dalla possibilità che l'Iran, riprendendo quel programma, ottenga la bomba tra il 2010 e il 2015.
Le strumentalizzazioni dei fautori dell'appeasement con l'Iran, dunque, si fondano su manipolazioni.
L'articolo di Calabresi ne è un nuovo esempio.
Il link ai precedenti:
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=115&sez=120&id=22783
L'articolo di Calabresi:
New York - «Israele ha un anno di tempo per distruggere le installazioni nucleari iraniane, altrimenti rischia di essere l´obiettivo di un attacco atomico da parte di Teheran». Lo ha detto al Sunday Telegraph Shavtai Shavit - dal 1989 al 1996 alla guida del Mossad, il servizio segreto israeliano - secondo cui «è necessario prepararsi e occorre fare di tutto per un piano difensivo nell´ipotesi che le sanzioni contro l´Iran non siano efficaci». Dichiarazioni che hanno alzato nuovamente la tensione intorno al regime di Teheran, nel giorno in cui da New York arriva notizia di nuove operazioni clandestine contro l´Iran ordinate dal presidente Bush.
Il ministro degli Esteri di Teheran Mottaki ha replicato a queste voci sostenendo di «non credere che Israele sia in condizione di attaccare l´Iran». Inoltre, sempre secondo il Sunday Times, l´Iran avrebbe messo i suoi missili Shahab 3B, con una portata di circa 2mila chilometri, in posizione di lancio e fra i possibili obiettivi ci sarebbe il centro nucleare israeliano di Dimona. Il riposizionamento dei missili sarebbe avvenuto dopo le esercitazioni nel Mediterraneo dell´aviazione israeliana il mese scorso. Nel frattempo a conferma dei timori di una rappresaglia iraniana il presidente Bush ha autorizzato l´accesso di Israele al sistema di rilevazione satellitare Usa che consentirà all´esercito di intercettare eventuali missili iraniani subito dopo il lancio.
Proprio ieri si è anche saputo che alla fine dell´anno scorso il Congresso americano ha concesso al presidente Bush 400 milioni di dollari per operazioni coperte e segrete contro l´Iran. Lo racconta il settimanale New Yorker con uno scoop firmato da Seymour Hersh, il più attendibile e aggressivo dei giornalisti investigativi americani. Citando fonti parlamentari, militari e dei servizi, Hersh sostiene che i fondi sono stati stanziati per «destabilizzare» il regime religioso e la presidenza Ahmadinejad finanziando gruppi di dissidenti e minoranze, operazioni clandestine della Cia per raccogliere prove sul programma nucleare iraniano e incursioni delle forze speciali sul confine con l´Iraq. Questi sconfinamenti sono serviti a catturare membri della Guardia Rivoluzionaria iraniana per interrogarli sul supporto dato alla guerriglia sciita irachena.
Questo tipo di attività, sottolinea il New Yorker, non sono una novità ma negli ultimi mesi c´è stata una «significativa» escalation, tanto che membri del Congresso oggi hanno cominciato a chiedere conto alla Casa Bianca del tipo di attività che si stanno portando avanti. La legge americana prevede che questo tipo di richieste presidenziali siano altamente segrete e debbano essere condivise soltanto con i leader democratici e repubblicani al Congresso e con un gruppo ristretto di membri del comitato parlamentare che si occupa dei servizi segreti. Il via libera quindi è arrivato sia del presidente della Camera, Nancy Pelosi, che dalla cosiddetta "Banda degli Otto", la Commissione Servizi Segreti, guidata dal senatore John D. Rockefeller e dal deputato Silvestre Reyes, tutti esponenti di spicco dei democratici.
L´ "ordine esecutivo" di Bush è arrivato proprio mentre venive reso pubblico il rapporto Nie (National Intelligence Estimate) che sosteneva che l´Iran aveva smesso di arricchire l´uranio e lavorare alla bomba atomica addirittura nel 2003. L´analisi di intelligence è stata infatti criticata da Bush come da Condy Rice, che hanno continuato a tenere sul tavolo l´opzione militare contro Teheran.
I venti di guerra e la strategia del presidente Bush, secondo Hersh, troverebbero freddi gli alti gradi militari e il ministro della Difesa Gates, che in una cena riservata con alcuni esponenti democratici, parlando «a titolo personale», avrebbe detto: «Con un attacco preventivo contro Teheran creeremo una generazione di jihadisti lasciandola in eredità ai nostri nipoti che dovranno combatterli qui in America».
Stesse manipolazioni nell'articolo di Anna Guaita sul MESSAGGERO, che arriva a presentare il rapporto dell'intelligence Usa come una conferma delle dichiarazioni iraniane:
Teheran continua a ripetere che le ricerche nucleari in corso nel paese hanno solo scopi pacifici. Lio scorso inverno anche un rapporto dell'intelligence Usa ha sostenuto la stessa teoria, chiarendo anzi che gli iraniani avevano smesso nel 2003 di lavorare alla costruzione di armamenti nucleari.
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