Tutti credono che Israele sia un vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro, ma cinque mila anni di civilta' lo rendono imperituro ma intanto difendiamolo dai suoi nemici.
La sera del 4 maggio 2008, a Dallas si e' riunita l'AIPAC - American Israel Public Affairs Committee- a cui hanno partecipato 800 persone tra parlamentari, attivisti e studenti, tutti mobilitati per Israele e a fianco di Israele, in preparazione della riunione nazionale di giugno a Washington. Ospite d'onore Dore Gold, ex ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite e scrittore, il quale nel suo intervento ha parlato delle minacce alla sicurezza di Israele non solo da parte dell'Iran ma anche della Russia.
E' impressionante come la Russia che e' una debole ed evanescente democrazia, abbia un cosi' grande consenso ed Israele che invece e' un'avanzata democrazia, ne abbia cosi' poco. Eppure i due paesi sono diversi non tanto in base alla grandezza territoriale e alla ricchezza di materie prime, che e' evidente, ma soprattutto in base all'esercizio delle liberta' di cui godono i rispettivi cittadini. Tale esercizio e' grande in Israele ed e' davvero esiguo in Russia!
George Bush ebbe a dire dopo un incontro con Putin di qualche anno fa, che aveva visto nei suoi occhi un uomo "franco ed affidabile". Mentre invece cosi' gli aveva obiettato John McCain: " Io piuttosto vedo nei suoi occhi glaciali, il KGB". Il candidato repubblicano che ha tutte le carte in regola per la successione alla Casa Bianca ha ragione e sa, memore dei suoi lunghi ed atroci anni, passati in prigionia e sotto tortura in Vietnam, che ci si deve fidare poco di Putin, anche quando sorride e porta i doni " Et dona ferentes". Eppoi le sue connessioni con il programma nucleare di Teheran sono ormai chiare e ci dovrebbero spaventare non poco.
In verita' Vladimir Putin cerca consensi e il riconoscimento internazionale che la Russia sia una democrazia, almeno cosi' vorrebbe farci credere. Ma non e' cosi'! In Russia non c'e' liberta' di parola e troppi giornalisti, una dozzina sono stati assassinati negli ultimi anni, fra cui Anna Politkovskaja e il russo-americano Paul Klebnikov, tutti giornalisti scomodi.
Le prigioni inoltre in Russia sono piene di dissidenti, come ai tempi dei gulag sovietici e le notizie che ci arrivano sono tutte denunce che evocano i tempi passati di "Arcipelago Gulag " di Solgenitzin, ed e' sintomatico l'appello di Garry Kasparov, campione di scacchi ed avversario politico di Putin che ha scritto il 26-27 aprile 2008 un articolo sul "The Wall Street Journal" dal titolo,"Russia's Pre-Olympic Nightmare"- L'incubo della Russia prima delle Olimpiadi- quelle invernali che si terranno nella citta' di Sochi nel 2014. Lo scacchista scrive che bisognera' aspettare molti anni prima che le democrazie occidentali si accorgano delle sofferenze del popolo russo, come sta accadendo adesso per i Tibetani in occasione dei giochi Olimpici di Pechino. Kasparov dice che la democrazia in Russia e' evanescente ed e'notorio come le elezioni recenti di marzo, siano state manipolate dallo stesso Putin che subdolamente e fraudolentamente ha scelto il suo successore, Dimitry Medvedev, che le " ha vinte" , in barba alla legalita'.
Invece tutti i leaders del G8 si sono congratulati con il nuovo eletto, hanno fatto finta di niente, non una critica, ne' una parola di dissenso. E' bastata per tutti una telefonata di complimenti ed auguri per assicurarsi affari dell'ordine di miliardi di dollari.
Israele e' invece una democrazia avanzata, dove c'e' il rispetto della volonta' popolare, dove non si chiude la bocca al dissenso e nelle cui prigioni non si seviziano i prigionieri che puntualmente sono visitati dalla Croce Rossa. Dove c'e' il rispetto dei diritti delle donne e degli omosessuali, dove alla Knesset siedono i deputati israeliani ebrei , cristiani e musulmani. E dove non si trucidano i giornalisti ! E' un vero e proprio modello di democrazia, forse perfettibile ma comunque da imitare!
E c'e' un motivo in piu' per amare Israele, per il suo popolo che costituisce il nerbo della nazione e che all'occorrenza sa rimboccarsi le maniche; infatti e' facile incontrare la', fra coloro che svolgono un'attivita' manuale, un violinista, un ballerino o un intellettuale come quel tassista che a Tel-Aviv teneva sul cruscotto un libro di filosofia, "Cosi' parlo' Zarathustra" pronto ad essere letto tra una pausa e l'altra mentre portava a destinazione i suoi passeggeri!
Eppure lo vogliono incenerire con tutti quei missili puntati e quelle centrifughe per l'arricchimento dell'uranio che continuano a funzionare in quella corsa pazza di Ahmadinejad alla costruzione della bomba nucleare, una corsa "senza freni e senza retromarcia". In tutto questo scenario non vorremmo che Israele fosse il solo vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro. "E non vorremmo arrivare troppo tardi come fu a conclusione della seconda guerra mondiale, dopo tutto quello sfacelo!" Cosi' ha detto Pete Sessions deputato repubblicano all' assemblea dell'AIPAC e chi e' amico di Israele non lo deve dimostrare solo a parole, ma con i fatti!
Gli amici di Israele non sono molti, sono di piu' gli amici venali e pilateschi di Putin e di Ahmadinejad come di tutti quei regimi dittatoriali e ricchi di petrolio, dove non c'e liberta', dove si affama il popolo e lo si riduce al silenzio.
Lunga vita ad Israele che rappresenta invece la forza della democrazia ed e' un esempio vivente di civilta'.Percio' lo salutiamo tutti e celebriamo con gran giubilo i suoi sessant'anni di vita!