Carter può essere utile... alla propaganda di Hamas
con il contributo di Umberto De Giovannangeli
Testata:
Data: 17/04/2008
Pagina: 13
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Carter tratti il cessate il fuoco»
Le inziative diplomatiche dell'ex presidente americano Carter sono utili alla propaganda di Hamas.
Che attacca Israele con il terrorismo e intanto, richiamandosi ad esse, parla di "pace" ai media occidentali.
L' UNITA' raccoglie e diffonde.
Un'intervista ad Ismail Haniyeh di Umberto De Giovannangeli:


«CARTER È SEMPRE BENVENUTO a Gaza, e così tutti quei leader mondiali che vogliono toccare con mano la sofferenza di un popolo assediato da quasi due anni dall’esercito israeliano. Il presidente Carter ha avuto il coraggio di chiamare con il suo vero
nome la politica praticata da Israele nei riguardi del popolo palestinese: apartheid». A parlare è il leader politico di Hamas, il primo ministro (dimissionato da Abu Mazen) Ismail Haniyeh. «Per Hamas - dice Haniyeh in questa intervista esclusiva a l’Unità - il presidente Carter può svolgere una importante funzione di mediazione per il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco». Haniyeh è informato dell’esito delle elezioni italiane, e sul ritorno di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, dice a l’Unità: «So che ha dichiarato di voler fare il suo primo viaggio ufficiale da premier in Israele. Invito il presidente Berlusconi a Gaza. Spero che abbia compreso che la politica americana in Medio Oriente ha provocato solo disastri, e ci auguriamo che per quanto riguarda la questione palestinese, Berlusconi adotti una politica moderata, nell’interesse stesso dell’Italia».
Israele ha accolto con freddezza la missione dell’ex presidente Usa Jimmy Carter. E Hamas?
«Hamas considera il presidente Carter un amico del popolo palestinesi, uno dei pochi statisti che hanno avuto il coraggio di denunciare il regime di apartheid a cui Israele costringe milioni di palestinesi».
In un colloquio con l’Unità, l’ex presidente Usa si è detto disposto a mediare un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Anche qui, qual è la risposta di Hamas?
«La nostra risposta è che siamo pronti a negoziare un cessate il fuoco a patto che esso sia simultaneo, totale e che investa non solo Gaza ma anche la Cisgiordania; il cessate il fuoco deve riguardare anche la fine degli assassinii politici perpetrati da Israele contro dirigenti e attivisti dell’intifada. Su queste basi è possibile avviare una trattativa della quale il presidente Carter può farsi garante».
Israele, così come la Casa Bianca, contesta la scelta di Carter di interloquire con Hamas.
«Carter ha compreso, e come lui anche altri politici e leader mondiali, che Hamas è parte fondamentale del popolo palestinese. È da questo consenso popolare che traiamo la nostra forza, la nostra legittimazione. Il presidente Carter è consapevole che un accordo di pace non potrà mai funzionare se taglia fuori metà di un popolo e la sua leadership, una leadership che ha avuto il mandato a governare attraverso le elezioni più libere mai avvenute nel mondo arabo. Carter è un politico realista e non uno dei tanti avventurieri che pensano, illudendosi, che Israele possa recidere con la forza i legami di Hamas con il popolo palestinese».
Lei parla di un negoziato possibile, intanto nella Striscia si continua a combattere: in uno scontro a fuoco sono rimasti uccisi miliziani di Hamas e soldati israeliani. Israele parla di ennesimo atto terroristico condotto da Hamas.
«Un popolo sotto occupazione ha il diritto di resistere. Ed è ciò che stiamo facendo. Per Israele ogni palestinese che si oppone all’occupazione sionista è un terrorista. Per noi, invece, è un eroe, perché difende una causa giusta scontrandosi con uno degli eserciti più agguerriti al mondo. Se Israele vuole sicurezza si ritiri dai territori occupati nel ’67, liberi i prigionieri palestinesi detenuti a migliaia nelle sue carceri, ponga fine all’assedio di Gaza e alla colonizzazione della Cisgiordania. Se lo farà allora sì che le cose potrebbero cambiare. Per tutti. Se non si vuol credere alle mie parole, che il mondo rifletta su quelle di un uomo (Jimmy Carter) che non può essere certo dipinto come un pericoloso jihadista: "il principale ostacolo alla pace è la colonizzazione israeliana della Palestina", ha ripetuto più volte l’ex presidente Usa. Ed è contro questa colonizzazione che noi ci battiamo».
Cosa è rimasto della proposta che lei ha rivolto al presidente Abu Mazen di riprendere il dialogo tra Al Fatah e Hamas?
«Questa proposta è sul tavolo e anche di questo abbiamo parlato con il presidente Carter, il quale si è detto disposto a lavorare per favorire la ripresa del dialogo nazionale interpalestinese».
Da Gaza a Roma. Nelle elezioni italiane a vincere è stato Silvio Berlusconi. Il neo premier ha annunciato che il suo primo viaggio all’estero sarà in Israele.
«Al primo ministro entrante non posso che rinnovare l’invito che avevo rivolto al suo predecessore (Romano Prodi): visiti anche Gaza, sarà il benvenuto. Mi auguro che Berlusconi sulla questione palestinese adotti una politica equilibrata ed eviti, nell’interesse stesso dell’Italia, di finire nell’abbraccio mortale di Israele».

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