Attacchi contro Magdi Allam
rassegna di quotidiani
Testata:
Data: 26/03/2008
Pagina: 0
Autore: Giacomo Galeazzi - Federico D'Ambrosio - Marco Politi - Aldo Maria Valli - Mona Elthaway
Titolo: Battesimo di Allam Hamas: Il Vaticano così incita all'odio - Il battesimo di Allam esaspera l'islam moderato - Il Vaticano sul caso Allam: nessuna ostilità verso l'islam - Il mio amico prete nell'islam e quel battesimo mediatico - Lo show di Allam e la po

Da La STAMPA un articolo (sostanzialmente corretto) di Giacomo Galeazzi  sull'attacco di un sito vicino ad Hamas a Magdi Allam e al Vaticano:

Il battesimo pasquale di Magdi Allam rischia di far saltare il tavolo tra la Chiesa e l’Islam. I 138 intellettuali e leader religiosi musulmani firmatari dell’appello al Papa per promuovere la pace mondiale (ricevuti in Vaticano un mese fa e convocati da Benedetto XVI per il forum cattolico-islamico post-Ratisbona) criticano la modalità in cui è stata realizzata la conversione dello scrittore che fino a sabato era il paladino in Italia dell’Islam moderato e che ora ha abbracciato la fede cattolica «perché non esiste un Islam moderato». Il più duro è il sito online di Hamas, Palestine-Info: «Il Vaticano non può sperare in buone relazioni con i musulmani e allo stesso tempo continuare a incitare all’odio e al razzismo contro una religione che ha un miliardo e mezzo di fedeli. Il problema non è la conversione in sé, ma l’atmosfera vendicativa che ha circondato la cerimonia, comprese le allusioni e insinuazioni anti-islamiche». Ma anche il gruppo islamico «Common world» (co-promotore con la Santa Sede del vertice interreligioso di novembre) protesta ufficialmente e chiede un immediato chiarimento del Vaticano, denunciando l’atto «deliberato e provocatorio di battezzare Allam in un’occasione così speciale come la veglia di Pasqua e in un modo così spettacolare».
Per non interrompere il dialogo, avvertono i 138 saggi musulmani, la «Santa Sede deve prendere le distanze dalle motivazioni addotte da Allam per la sua conversione». Il rito in mondovisione che ha creato scandalo nei paesi arabi rappresenta «un altro modo di riaffermare il messaggio di Ratisbona», quando la citazione anti-Maometto di Benedetto XVI infiammò l’Islam. Per bocca di Aref Ali Nayed, direttore del Centro di studi strategici islamici di Amman, i 138 saggi deplorano «l’intero spettacolo con la sua coreografia, il suo personaggio e i suoi messaggi», bollando come inammissibile che «l’atto intimo e personale di una conversione religiosa divenga uno strumento trionfalistico per segnare punti». Da parte sua l’«apostata» Allam non si lascia «intimorire dalle minacce» e mette in conto reazioni violente: «Da cinque anni vivo sotto scorta. Ho rotto i ponti con l’Islam e con ciò che costituisce. L’estremismo si alimenta dell’ambiguità insita nel Corano e nell’azione concreta svolta da Maometto». Gettano acqua sul fuoco i quotidiani del Vaticano e della Cei. L’Osservatore Romano assicura che il battesimo di Allam «non è stato enfatizzato, come dimostra la riservatezza che sino all’ultimo ha accompagnato la notizia». Per «Avvenire» è un gesto che «indica speranza a coloro che da islamici si stanno convertendo al cristianesimo». Ma anche nella Chiesa affiorano perplessità. «Il battesimo di Allam non aiuta il cristianesimo, una religione dolce, senza grandi fardelli, che si propone in modo dimesso: “Chi vuole mi segua” - obietta monsignor Vinicio Albanesi, leader dell’associazionismo cattolico e presidente della Comunità di Capodarco -. L’Islam può essere aggressivo ma non possiamo rispondere con la stessa arma perché allora il nostro simbolo non sarebbe la croce». Allam rivendica di aver compiuto un gesto pubblico per tutti quei convertiti che in Italia vivono in segreto: «Sarebbe un errore sottomettersi alle minacce di coloro che, con le rappresaglie e le condanne, immaginano di conquistare le nostre menti e sottomettere i nostri spiriti».

L'unico commento possibile alla notizia è che è assolutamente surreale leggere che Hamas accusi il Papa di incitamento all'odio per aver amministrato un battesimo.
Il MANIFESTO riesce a far di meglio: "Il battesimo di Allam esaspera l'islam moderato" titola. Dall'articolo risulta che l'islam "moderato" include Hamas.

Se non vi siete appassionati alla vicenda, questa sera andate al cinema: Magdi Cristiano Allam sarà in tivvù a raccontare della propria conversione prima su La7, ospite di Otto e mezzo (alle 20.30), e quindi a Controcorrente su Sky (22.35). Alcuni dei particolari della conversione ieri erano già su Libero ed Il Giornale. Ad esempio l'intenzione di Allam di sposare presto la moglie Valentina anche in chiesa: «Mi auguro che a celebrare sarà monsignor Fisichella, una personalità religiosa che stimo moltissimo». Oppure, tanto per rasserenare il clima: «Il dio dell'Islam è profondamente diverso da Gesu. Non mi riconosco in un dio che predica la piena e cieca sottomissione, nel cui nome si commettono stragi efferate, anche contro le donne, e si condanna a morte per apostasia chi liberamente adotta una fede diversa». Parole aspre che rischiano di sommarsi a quella che può essere considerata la più grave conseguenza del battesimo del vicedirettore del Corriere della sera, officiata da papa Ratzinger: i 138 intellettuali e leader religiosi musulmani firmatari di una lettera al papa a favore della pace nel mondo ieri hanno ripreso la penna per criticare duramente la scelta di Benedetto XVI. A loro nome è intervenuto Aref Ali Nayed, il direttore del Centro studi strategici islamici di Amman che già due giorni fa aveva espresso il proprio disappunto: «E' triste che l'atto intimo e personale di una conversione religiosa divenga uno strumento trionfalistico per segnare punti. Tali strumentalizzazioni di una persona e della sua conversione sono contrarie ai principi base della dignità umana. Giunge inoltre in un momento altamente inopportuno in cui sinceri musulmani e cattolici stanno lavorando molto duramente per riparare alle fratture tra le due comunità». Il gruppo dei 138 nel prossimo novembre avrebbe dovuto essere protagonista di una visita in Vaticano che a questo punto rischia di essere messa in discussione. Duro è stato pure il commento dell'analista palestinese Khaled Amayreh sul sito legato ad Hamas Palestine-info.net: «Il vaticano non può sperare in buone relazioni con i musulmani e al tempo stesso continuare ad incitare all'odio e al razzismo nei confronti di una religione che ha un miliardo e mezzo di seguaci, compresi milioni di europei e migliaia di italiani». Solo in Italia, la maggior parte dei commentatori e dei rappresentanti politici in campagna elettorale prova a ridurre la portata provocatoria del gesto di Benedetto XVI. L'Osservatore romano s'è schierato accanto a Ratzinger spingendosi oltre il limite della difendibilità, spiegando che l'evento «non è stato enfatizzato, come dimostra la riservatezza che sino all'ultimo ha accompagnato la notizia e conferma il pertinente commento del direttore della sala stampa della santa sede, padre Federico Lombardi, per il quale "il papa non fa differenza di persone" tutte importanti davanti a Dio e benvenute nella comunità della chiesa». E infine: «Come non vi è stata enfatizzazione, così non vi è alcuna intenzione ostile nei confronti di una grande religione come quella islamica». Anche Luca Volontè dell'Udc, che con Allam condivide il piglio aggressivo delle esternazioni anti Islam, difende il vice direttore del Corriere della sera: «Le opinioni di Magdi Allam, prima e dopo il battesimo cattolico, sono assolutamente pacate, condivisibili e molto più moderate di quelle di Oriana Fallaci. Opinioni e ragionamenti personali che raccolgono un consenso diffuso». I leader in gara per le prossime elezioni continuano a tenersi ben lontani dall'argomento. Si spingono sino ad esprimere il proprio scontento sia Jacopo Venier dei Comunisti italiani - «La conversione di Allam è al servizio di un pericoloso fondamentalismo» - sia i socialisti come Valdo Spini - «Respingo nel modo più reciso la sua affermazione che l'Islam è "fisiologicamente violento. Non è questo il modo di incoraggiare la convivenza tra religioni». Il fulcro della campagna elettorale, a sinistra come a destra, guarda altrove.

Marco Politi su REPUBBLICA cerca di delineare l'immagine di un Vaticano imbarazzato e sostenzialmente "pentito" de battesimo di Magdi Allam a San Pietro. A sostegno di questa tesi vi sono però solo parole di spiegazione, che respingono le strumentalizzazioni e le  distorisioni operate dalla propaganda fondamentalista.

CITTA´ DEL VATICANO - Il battesimo di Magdi Allam, officiato personalmente da Benedetto XVI, è un gesto «mite e chiaro» di affermazione della libertà religiosa e della libertà di cambiare religione. L´Osservatore Romano, con un editoriale siglato dal suo direttore, interviene per difendere papa Ratzinger.
Il Papa non fa differenza fra le persone, spiega il giornale vaticano, né c´è stata l´intenzione di «enfatizzazione» dell´evento e meno che mai «vi è alcuna intenzione ostile nei confronti di una grande religione come quella islamica». Perché, conclude l´editoriale, da molti decenni la Chiesa cattolica ha dimostrato volontà di confronto e dialogo con il mondo musulmano, «nonostante mille difficoltà e ostacoli». Difficoltà che non devono oscurare quanto vi è in comune fra le due fedi.
La difesa dell´Osservatore è segno di un certo imbarazzo che regna in Vaticano all´indomani della singolare decisione di Benedetto XVI. Sul sito di Hamas l´opinionista palestinese Amayreh attacca le «allusioni anti-islamiche» che hanno circondato il «profilo internazionale» della sua conversione. «Il Vaticano - scrive Amayreh - non può sperare in buone relazioni con i musulmani e al tempo stesso continuare ad incitare all´odio e al razzismo nei confronti di una religione che ha un miliardo e mezzo di seguaci».
Ma anche l´imam moderato Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis con sede a Milano, insiste nel definire il battesimo in mondovisione uno «sbaglio di onestà intellettuale», commesso «con la complicità delle gerarchie vaticane».
In ambienti cattolici e laici ci si interroga perché il Papa abbia voluto privilegiare - con la visibilità massima del gesto - l´esponente di un radicalismo anti-islamico, che già in passato ha suscitato polemiche. Ancora ieri il saggista neoconvertito ha messo in discussione l´esistenza di un islam moderato ed è tornato ad affermare che «l´estremismo (islamico) si alimenta di una sostanziale ambiguità insita nel Corano e nell´azione concreta di Maometto». Adnane Mokrani, teologo musulmano e docente di Studi islamici all´università Gregoriana, trova preoccupanti le sue dichiarazioni sull´Islam come «religione violenta» e rimarca: «Questa condanna categorica dell´Islam è inaccettabile».
Negli ambienti politici il cattolico Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera, esprime disagio per le motivazioni politiche che sembrano sostenere la scelta di Magdi Allam. Più diretto, il socialista Bobo Craxi, sottosegretario agli Esteri, accusa che «i fanatismi alla Allam o alla Ferrara» alimentano i rischi dello scontro di civiltà.
Sul versante opposto la posizione dell´Avvenire, che definisce il battesimo un «fatto di speranza» per il giornalista e «per coloro che da islamici si stanno convertendo al cristianesimo». In difesa di Magdi Allam intervengono Borghezio della Lega, che definisce «coraggioso» il gesto del pontefice e il vice-coordinatore forzista Cicchitto, che però sottolinea l´esistenza di un mondo islamico moderato. Per il leader Udc Casini la conversione merita «rispetto», mentre Rosy Bindi (Pd) è contraria ad un dibattito politico su una «vicenda personalissima che riguarda scelte di fede».

Attacco a Magdi Allam, firmato da Aldo Maria Valli, su EUROPA

Dire che è infuriato è poco. Il mio amico, generalmente misurato nelle sue reazioni, questa volta non si trattiene. Quando ha saputo del battesimo di Magdi Allam in Vaticano, durante la veglia di Pasqua, mi ha scritto di getto questo messaggio: «Sono davvero triste. Possibile che il papa non si renda conto? Qui c’è ben più di una scarsa sensibilità e tutt’altro che una “illuminata provocazione profetica”! È una visione teologica del mondo e delle fedi non compatibile con la mia e con quella di centinaia di persone che, malgrado tutto, appartengono alla Chiesa casta meretrix. Questo ultimo episodio mi sembra caricarsi, tra l’altro, di una inaccettabile valenza politica. Scusami lo sfogo. Tanto, di ciò che pensiamo noi poveri Cristi sulle linee di frattura dell’umanità non interessa a nessuno».
Il messaggio è arrivato per posta elettronica. Il mio amico è un prete cattolico che opera in un paese islamico in cui i cristiani sono pochissimi. Lo chiamo e cerco di farmi spiegare il suo disappunto. Gli dico: «Non pensi che sia diritto e dovere di ogni cristiano, e a maggior ragione del papa, convertire i lontani alla nostra fede? Se Magdi Allam ha fatto un percorso di fede e l’ha coronato nel modo più solenne possibile non dobbiamo per forza vederci una carica aggressiva. Ben più ostili sono certi comportamenti che contraddistinguono il mondo islamico e colpiscono i cristiani».
Il mio amico non è d’accordo, e controbatte: «Guarda, Aldo, prima di tutto, e lo ricordo regolarmente ai miei interlocutori musulmani e cristiani, né il papa né io convertiamo nessuno alla fede, ma il Signore chiama (a volte malgrado noi!) con i suoi modi e i suoi tempi! Non ho ragioni di dubitarlo per Allam e lo constatiamo più frequentemente di quanto non si pensi anche per dei semplici musulmani che accompagniamo durante un lungo e severo cammino di discernimento.
Costoro, non perché sistematicamente minacciati, come da anni vorrebbe far credere Allam parlando di un Islam che non ha mai conosciuto (pur essendosi definito assai comicamente in passato “musulmano laico”), ma perché convinti che le cose sublimi non abbiano bisogno di essere date in pasto al gossip, abbracciano nell’umile discrezione un cammino che trasforma la loro vita e irradia luce senza diventare per questo motivo di giudizio o, peggio, di condanna inesorabile per chicchessia (altra facoltà propria di Dio e non dell’uomo!)».
È ormai un fiume in piena: «Un battesimo in una delle migliaia di Veglie pasquali perché no! Magari anche impartito da un cardinale Tal dei Tali (noblesse oblige!)… Ma la sera del sabato santo, dal papa, nella basilica di San Pietro, in mondovisione! Andiamo!... Che dico agli amici islamici che mi chiamano e mi chiedono: come dobbiamo interpretare questo fatto? Definisco “casuale coincidenza” il battesimo mediatizzato di una persona che usa il più grande quotidiano italiano come un bollettino parrocchiale per spiegare di essersi finalmente affrancata dall’oscurantismo di un’ideologia che legittima la menzogna e la dissimulazione, la morte violenta che induce all’omicidio e al suicidio, la cieca sottomissione e la tirannia, aderendo all’autentica religione della Verità, della Vita e della Libertà?...».
«Ai tempi della famosa lezione di Ratisbona – mi ricorda l’amico – pur con molte perplessità tentai di comprendere le ragioni del papa, e lo difesi pure di fronte agli amici islamici che mi chiedevano spiegazioni e anche a molti cristiani confusi! Ma adesso diventa impossibile difenderlo. Il suo atto è oggettivamente distruttivo verso un cammino di confronto interreligioso nel quale tante persone sono impegnate anche a prezzo della propria vita. C’è un compiacimento del tutto estraneo alla sensibilità cristiana e completamente opposto allo spirito del Concilio Vaticano II, del quale si completa un affossamento iniziato da tempo. Con questi gesti il papa spiana la strada agli intolleranti, a quelli che soffiano sul fuoco dello scontro di civiltà su base religiosa e fa prima di tutto del male a milioni di musulmani che, per fortuna loro, non conoscono né Allam né i suoi illuminati articoli e si limitano a esprimere semplicemente la loro fede orante in migliaia di moschee sparse nel mondo! Dov’è andato il Dio che Benedetto XVI diceva di aver sentito misteriosamente presente fermandosi in raccoglimento nella Moschea Blu di Istanbul?».
Sono preso un po’ in contropiede, non è facile replicare.
Il mio amico è un tipo genuino e generoso. Di tutto lo si può accusare meno che di non avere coraggio. Lavora su una frontiera delicatissima e caldissima e non smetterà certo di farlo ora, come non smise dopo le tempeste di Ratisbona e le decine di altre situazioni di crisi tra l’universo cristiano e islamico. Ma, mi chiedo, chi ci pensa ai milioni di credenti che non hanno strumenti teologici e culturali per saper giudicare correttamente in tali frangenti, smascherando le trappole di possibili manipolazioni? Possibile che un fatto misterioso ma straordinario come la conversione di un uomo possa diventare sorgente di drammatiche sofferenze?

Su L'UNITA' Mona Elthaway paragona Benedetto XVI a Osama Bin Laden

Con lo spettacolo del battesimo di Magdi Allam convertitosi al cattolicesimo il giorno di Pasqua – davanti a milioni di telespettatori – Papa Benedetto XVI ha dato l’impressione di «rispondere per le rime» a Osama bin Laden e di mettere in discussione la sua autorità. Il Papa sta giocando a chi è più forte con Osama bin Laden?
Nella registrazione audio del 19 marzo, Osama bin Laden ha accusato Papa Benedetto XVI di guidare una “nuova crociata” contro l’Islam. L’accusa era stravagante e aveva senza dubbio lo scopo di garantire al leader di Al Qaeda una visibilità in ordine alle questioni che attualmente turbano alcuni musulmani, ivi comprese le vignette danesi del Profeta Maometto e il film anti-islamico di un esponente politico olandese di destra.
Tre giorni dopo il Papa ha dato l’impressione di fare un favore a bin Laden battezzando in occasione della Messa di Pasqua celebrata a San Pietro e trasmessa in diretta a milioni di telespettatori in tutto il mondo, un famoso musulmano italiano nato in Egitto.
Nel momento in cui gli estremisti di ogni genere si azzuffano per un minimo di visibilità mediatica, decisi a dare il via a quello “scontro di civiltà” che dovrebbe tornare a loro esclusivo beneficio, il Papa non avrebbe fatto meglio a non fare il gioco di bin Laden?
Dando così tanta pubblicità alla conversione di Magdi Allam, il Papa ha dato la sensazione di una futile dimostrazione di abilità nell’arte di mantenere sempre il vantaggio sugli altri che non si addice al capo religioso di un miliardo e cento milioni di cattolici sparsi in tutto il mondo.
La cosa è stata particolarmente frustrante se si pensa che il 15 marzo è stata inaugurata la prima chiesa cattolica in Qatar e il Vaticano ha confermato ufficialmente che stava trattando con l’Arabia Saudita per costruire la prima chiesa in quel Paese, il solo della regione dove sono vietati i luoghi di culto non musulmani.
La cosa è particolarmente seccante considerate le centinaia di migliaia di lavoratori stranieri di ogni credo religioso che consentono all’economia saudita di girare a pieno ritmo. Diventa facile smascherare la politica del doppio binario delle autorità saudite che, da un lato, condannano la Danimarca o l’Olanda per alcune vignette o per un film e, dall’altro, fanno finta di dimenticare che in entrambi questi Paesi i musulmani possono praticare pubblicamente la loro fede in modi che sono un sogno per i non musulmani in Arabia Saudita.
Ma cosa ha ottenuto Papa Benedetto dalla celebrazione pubblica di una conversione? Vado su tutte le furie nello stesso identico modo quando sento i leader musulmani vantarsi del fatto che l’Islam è la religione in più rapida espansione. E allora? Quanto è desolante e triste che la fede sia diventata una vuota gara “di numeri”. Non voglio che possano sorgere equivoci – chiunque ha il diritto di convertirsi a qualunque religione desideri. Magdi Allam ovviamente non era soddisfatto dell’Islam che nei suoi scritti attaccava con molta frequenza. Ma desidero sgombrare ancor più chiaramente il campo da qualsivoglia equivoco: condanno fermamente qualunque minaccia di morte rivolta a lui o a qualsiasi altro convertito che decida di abbandonare l’Islam. Come musulmani ci viene insegnato che la fede non è un obbligo, non è una coercizione ed è questo che i religiosi dovrebbero dire in maniera chiara.
Ma quanti di noi auspicano la libertà di culto e condannano le minacce di violenza contro coloro che scelgono un’altra religione, certo non ricevono un aiuto quando i capi di queste altre religioni danno la sensazione di voler sfruttare le conversioni per mettere a segno qualche punto a loro favore.
Si è avuto il legittimo sospetto che il Vaticano volesse raggiungere entrambi i risultati: mettere in mostra Allam come simbolo di una vittoria del cattolicesimo e, al tempo stesso, ribadire che era una personale questione di fede. Mi auguro che Allam trovi la pace nella nuova fede, ma concordo con il reverendo Christophe Roucou, responsabile dei rapporti con l’Islam della Chiesa cattolica francese, che ha detto all’agenzia di stampa Reuters: «Non capisco per quale ragione Allam non è stato battezzato nella sua città dal vescovo della sua città». Questo Papa sembra seminare rovine non necessarie sulla strada dei rapporti tra cattolicesimo e Islam. In occasione di una lectio magistralis nella sua natia Germania nel 2006, Papa Benedetto XVI ha citato un testo medievale che descriveva l’Islam come violento e irrazionale. E la predica, che veniva dal pulpito del capo di una Chiesa che ha la sua storia sanguinosa, ha avuto l’effetto di innescare furibonde manifestazioni di protesta musulmane in tutto e per tutto all’altezza dell’offensiva descrizione.
Il Pontefice ha cercato di scusarsi quando, subito dopo, ha fatto visita alla Moschea Blu in Turchia e ha pregato rivolto alla Mecca con l’imam e quando ha annunciato che entro l’anno incontrerà i rappresentanti musulmani. Gli studiosi e i leader musulmani hanno scritto al Papa e ad altri esponenti di vertice della gerarchia cattolica dopo le reazioni seguite al discorso di Benedetto XVI, sollecitando il dialogo tra le due fedi nell’interesse della “sopravvivenza del mondo”.
Da tempo ho smesso di attendere che siano i religiosi di qualsivoglia fede a salvare il mondo, ma preferirei che dialogassero piuttosto che vantarsi di quanti nuovi fedeli sono entrati nella loro squadra.
I leader cristiani stanno attraversando un momento difficile con l’Islam. All’inizio dell’anno l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha dato fuoco alla miccia dichiarando che era «inevitabile» applicare in Gran Bretagna una qualche forma di Sharia o di legge islamica. Insieme a molte femministe musulmane ho ritenuto le sue parole una forma pericolosa di “political correctness” impazzita.
Ci sono ovviamente difficili e necessarie conversazioni che debbono avere luogo tra leader musulmani e cristiani. Ma il Papa come dio terribile e crudele e l’arcivescovo di Canterbury come relativista culturale non debbono essere le sole alternative. Estremisti come Osama bin Laden e Geert Wilders, il politico olandese responsabile del film anti-islamico, sono più che felici di sfruttare gli spazi che si aprono tre le due contrapposte posizioni.
Se Benedetto preferisce giocare a chi ha più fedeli, c’è un’altra equazione che deve tenere a mente. Wilders e Osama bin Laden si rivolgono a minoranze che si trovano agli estremi opposti dello spettro dell’odio. In quanto pastore di un gregge più numeroso, Benedetto XVI dovrebbe gestire le sue responsabilità con maggiore saggezza.

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Con lo spettacolo del battesimo di Magdi Allam convertitosi al cattolicesimo il giorno di Pasqua – davanti a milioni di telespettatori – Papa Benedetto XVI ha dato l’impressione di «rispondere per le rime» a Osama bin Laden e di mettere in discussione la sua autorità. Il Papa sta giocando a chi è più forte con Osama bin Laden?Nella registrazione audio del 19 marzo, Osama bin Laden ha accusato Papa Benedetto XVI di guidare una “nuova crociata” contro l’Islam. L’accusa era stravagante e aveva senza dubbio lo scopo di garantire al leader di Al Qaeda una visibilità in ordine alle questioni che attualmente turbano alcuni musulmani, ivi comprese le vignette danesi del Profeta Maometto e il film anti-islamico di un esponente politico olandese di destra. Tre giorni dopo il Papa ha dato l’impressione di fare un favore a bin Laden battezzando in occasione della Messa di Pasqua celebrata a San Pietro e trasmessa in diretta a milioni di telespettatori in tutto il mondo, un famoso musulmano italiano nato in Egitto. Nel momento in cui gli estremisti di ogni genere si azzuffano per un minimo di visibilità mediatica, decisi a dare il via a quello “scontro di civiltà” che dovrebbe tornare a loro esclusivo beneficio, il Papa non avrebbe fatto meglio a non fare il gioco di bin Laden?Dando così tanta pubblicità alla conversione di Magdi Allam, il Papa ha dato la sensazione di una futile dimostrazione di abilità nell’arte di mantenere sempre il vantaggio sugli altri che non si addice al capo religioso di un miliardo e cento milioni di cattolici sparsi in tutto il mondo. La cosa è stata particolarmente frustrante se si pensa che il 15 marzo è stata inaugurata la prima chiesa cattolica in Qatar e il Vaticano ha confermato ufficialmente che stava trattando con l’Arabia Saudita per costruire la prima chiesa in quel Paese, il solo della regione dove sono vietati i luoghi di culto non musulmani. La cosa è particolarmente seccante considerate le centinaia di migliaia di lavoratori stranieri di ogni credo religioso che consentono all’economia saudita di girare a pieno ritmo. Diventa facile smascherare la politica del doppio binario delle autorità saudite che, da un lato, condannano la Danimarca o l’Olanda per alcune vignette o per un film e, dall’altro, fanno finta di dimenticare che in entrambi questi Paesi i musulmani possono praticare pubblicamente la loro fede in modi che sono un sogno per i non musulmani in Arabia Saudita. Ma cosa ha ottenuto Papa Benedetto dalla celebrazione pubblica di una conversione? Vado su tutte le furie nello stesso identico modo quando sento i leader musulmani vantarsi del fatto che l’Islam è la religione in più rapida espansione. E allora? Quanto è desolante e triste che la fede sia diventata una vuota gara “di numeri”. Non voglio che possano sorgere equivoci – chiunque ha il diritto di convertirsi a qualunque religione desideri. Magdi Allam ovviamente non era soddisfatto dell’Islam che nei suoi scritti attaccava con molta frequenza. Ma desidero sgombrare ancor più chiaramente il campo da qualsivoglia equivoco: condanno fermamente qualunque minaccia di morte rivolta a lui o a qualsiasi altro convertito che decida di abbandonare l’Islam. Come musulmani ci viene insegnato che la fede non è un obbligo, non è una coercizione ed è questo che i religiosi dovrebbero dire in maniera chiara. Ma quanti di noi auspicano la libertà di culto e condannano le minacce di violenza contro coloro che scelgono un’altra religione, certo non ricevono un aiuto quando i capi di queste altre religioni danno la sensazione di voler sfruttare le conversioni per mettere a segno qualche punto a loro favore. Si è avuto il legittimo sospetto che il Vaticano volesse raggiungere entrambi i risultati: mettere in mostra Allam come simbolo di una vittoria del cattolicesimo e, al tempo stesso, ribadire che era una personale questione di fede. Mi auguro che Allam trovi la pace nella nuova fede, ma concordo con il reverendo Christophe Roucou, responsabile dei rapporti con l’Islam della Chiesa cattolica francese, che ha detto all’agenzia di stampa Reuters: «Non capisco per quale ragione Allam non è stato battezzato nella sua città dal vescovo della sua città». Questo Papa sembra seminare rovine non necessarie sulla strada dei rapporti tra cattolicesimo e Islam. In occasione di una lectio magistralis nella sua natia Germania nel 2006, Papa Benedetto XVI ha citato un testo medievale che descriveva l’Islam come violento e irrazionale. E la predica, che veniva dal pulpito del capo di una Chiesa che ha la sua storia sanguinosa, ha avuto l’effetto di innescare furibonde manifestazioni di protesta musulmane in tutto e per tutto all’altezza dell’offensiva descrizione. Il Pontefice ha cercato di scusarsi quando, subito dopo, ha fatto visita alla Moschea Blu in Turchia e ha pregato rivolto alla Mecca con l’imam e quando ha annunciato che entro l’anno incontrerà i rappresentanti musulmani. Gli studiosi e i leader musulmani hanno scritto al Papa e ad altri esponenti di vertice della gerarchia cattolica dopo le reazioni seguite al discorso di Benedetto XVI, sollecitando il dialogo tra le due fedi nell’interesse della “sopravvivenza del mondo”.Da tempo ho smesso di attendere che siano i religiosi di qualsivoglia fede a salvare il mondo, ma preferirei che dialogassero piuttosto che vantarsi di quanti nuovi fedeli sono entrati nella loro squadra. I leader cristiani stanno attraversando un momento difficile con l’Islam. All’inizio dell’anno l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha dato fuoco alla miccia dichiarando che era «inevitabile» applicare in Gran Bretagna una qualche forma di Sharia o di legge islamica. Insieme a molte femministe musulmane ho ritenuto le sue parole una forma pericolosa di “political correctness” impazzita. Ci sono ovviamente difficili e necessarie conversazioni che debbono avere luogo tra leader musulmani e cristiani. Ma il Papa come dio terribile e crudele e l’arcivescovo di Canterbury come relativista culturale non debbono essere le sole alternative. Estremisti come Osama bin Laden e Geert Wilders, il politico olandese responsabile del film anti-islamico, sono più che felici di sfruttare gli spazi che si aprono tre le due contrapposte posizioni.Se Benedetto preferisce giocare a chi ha più fedeli, c’è un’altra equazione che deve tenere a mente. Wilders e Osama bin Laden si rivolgono a minoranze che si trovano agli estremi opposti dello spettro dell’odio. In quanto pastore di un gregge più numeroso, Benedetto XVI dovrebbe gestire le sue responsabilità con maggiore saggezza.

 

Con lo spettacolo del battesimo di Magdi Allam convertitosi al cattolicesimo il giorno di Pasqua – davanti a milioni di telespettatori – Papa Benedetto XVI ha dato l’impressione di «rispondere per le rime» a Osama bin Laden e di mettere in discussione la sua autorità. Il Papa sta giocando a chi è più forte con Osama bin Laden?Nella registrazione audio del 19 marzo, Osama bin Laden ha accusato Papa Benedetto XVI di guidare una “nuova crociata” contro l’Islam. L’accusa era stravagante e aveva senza dubbio lo scopo di garantire al leader di Al Qaeda una visibilità in ordine alle questioni che attualmente turbano alcuni musulmani, ivi comprese le vignette danesi del Profeta Maometto e il film anti-islamico di un esponente politico olandese di destra. Tre giorni dopo il Papa ha dato l’impressione di fare un favore a bin Laden battezzando in occasione della Messa di Pasqua celebrata a San Pietro e trasmessa in diretta a milioni di telespettatori in tutto il mondo, un famoso musulmano italiano nato in Egitto. Nel momento in cui gli estremisti di ogni genere si azzuffano per un minimo di visibilità mediatica, decisi a dare il via a quello “scontro di civiltà” che dovrebbe tornare a loro esclusivo beneficio, il Papa non avrebbe fatto meglio a non fare il gioco di bin Laden?Dando così tanta pubblicità alla conversione di Magdi Allam, il Papa ha dato la sensazione di una futile dimostrazione di abilità nell’arte di mantenere sempre il vantaggio sugli altri che non si addice al capo religioso di un miliardo e cento milioni di cattolici sparsi in tutto il mondo. La cosa è stata particolarmente frustrante se si pensa che il 15 marzo è stata inaugurata la prima chiesa cattolica in Qatar e il Vaticano ha confermato ufficialmente che stava trattando con l’Arabia Saudita per costruire la prima chiesa in quel Paese, il solo della regione dove sono vietati i luoghi di culto non musulmani. La cosa è particolarmente seccante considerate le centinaia di migliaia di lavoratori stranieri di ogni credo religioso che consentono all’economia saudita di girare a pieno ritmo. Diventa facile smascherare la politica del doppio binario delle autorità saudite che, da un lato, condannano la Danimarca o l’Olanda per alcune vignette o per un film e, dall’altro, fanno finta di dimenticare che in entrambi questi Paesi i musulmani possono praticare pubblicamente la loro fede in modi che sono un sogno per i non musulmani in Arabia Saudita. Ma cosa ha ottenuto Papa Benedetto dalla celebrazione pubblica di una conversione? Vado su tutte le furie nello stesso identico modo quando sento i leader musulmani vantarsi del fatto che l’Islam è la religione in più rapida espansione. E allora? Quanto è desolante e triste che la fede sia diventata una vuota gara “di numeri”. Non voglio che possano sorgere equivoci – chiunque ha il diritto di convertirsi a qualunque religione desideri. Magdi Allam ovviamente non era soddisfatto dell’Islam che nei suoi scritti attaccava con molta frequenza. Ma desidero sgombrare ancor più chiaramente il campo da qualsivoglia equivoco: condanno fermamente qualunque minaccia di morte rivolta a lui o a qualsiasi altro convertito che decida di abbandonare l’Islam. Come musulmani ci viene insegnato che la fede non è un obbligo, non è una coercizione ed è questo che i religiosi dovrebbero dire in maniera chiara. Ma quanti di noi auspicano la libertà di culto e condannano le minacce di violenza contro coloro che scelgono un’altra religione, certo non ricevono un aiuto quando i capi di queste altre religioni danno la sensazione di voler sfruttare le conversioni per mettere a segno qualche punto a loro favore. Si è avuto il legittimo sospetto che il Vaticano volesse raggiungere entrambi i risultati: mettere in mostra Allam come simbolo di una vittoria del cattolicesimo e, al tempo stesso, ribadire che era una personale questione di fede. Mi auguro che Allam trovi la pace nella nuova fede, ma concordo con il reverendo Christophe Roucou, responsabile dei rapporti con l’Islam della Chiesa cattolica francese, che ha detto all’agenzia di stampa Reuters: «Non capisco per quale ragione Allam non è stato battezzato nella sua città dal vescovo della sua città». Questo Papa sembra seminare rovine non necessarie sulla strada dei rapporti tra cattolicesimo e Islam. In occasione di una lectio magistralis nella sua natia Germania nel 2006, Papa Benedetto XVI ha citato un testo medievale che descriveva l’Islam come violento e irrazionale. E la predica, che veniva dal pulpito del capo di una Chiesa che ha la sua storia sanguinosa, ha avuto l’effetto di innescare furibonde manifestazioni di protesta musulmane in tutto e per tutto all’altezza dell’offensiva descrizione. Il Pontefice ha cercato di scusarsi quando, subito dopo, ha fatto visita alla Moschea Blu in Turchia e ha pregato rivolto alla Mecca con l’imam e quando ha annunciato che entro l’anno incontrerà i rappresentanti musulmani. Gli studiosi e i leader musulmani hanno scritto al Papa e ad altri esponenti di vertice della gerarchia cattolica dopo le reazioni seguite al discorso di Benedetto XVI, sollecitando il dialogo tra le due fedi nell’interesse della “sopravvivenza del mondo”.Da tempo ho smesso di attendere che siano i religiosi di qualsivoglia fede a salvare il mondo, ma preferirei che dialogassero piuttosto che vantarsi di quanti nuovi fedeli sono entrati nella loro squadra. I leader cristiani stanno attraversando un momento difficile con l’Islam. All’inizio dell’anno l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha dato fuoco alla miccia dichiarando che era «inevitabile» applicare in Gran Bretagna una qualche forma di Sharia o di legge islamica. Insieme a molte femministe musulmane ho ritenuto le sue parole una forma pericolosa di “political correctness” impazzita. Ci sono ovviamente difficili e necessarie conversazioni che debbono avere luogo tra leader musulmani e cristiani. Ma il Papa come dio terribile e crudele e l’arcivescovo di Canterbury come relativista culturale non debbono essere le sole alternative. Estremisti come Osama bin Laden e Geert Wilders, il politico olandese responsabile del film anti-islamico, sono più che felici di sfruttare gli spazi che si aprono tre le due contrapposte posizioni.Se Benedetto preferisce giocare a chi ha più fedeli, c’è un’altra equazione che deve tenere a mente. Wilders e Osama bin Laden si rivolgono a minoranze che si trovano agli estremi opposti dello spettro dell’odio. In quanto pastore di un gregge più numeroso, Benedetto XVI dovrebbe gestire le sue responsabilità con maggiore saggezza. lettere@lastampa.it ; redazione@ilmanifesto.it ; rubrica.lettere@repubblica.it ; Rubrica.lettere@europaquotidiano.it ; lettere@unita.it