Yasser Abed Rabbo, negoziatore unilaterale
vuole una dichiarazione d'indipendenza palestinese
Testata:
Data: 22/02/2008
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Indipendenza unilaterale, i Territori seguano l’esempio Kosovo»
Da L'UNITA' del 22 febbraio 2008 un'intervista ad Yasser Abed Rabbo, che nonostante il suo ruolo di negoziatore con Israele, si è fatto promotore nel campo palestinese della proposta, gravida di ovvi rischi nello scenario mediorentale, di una proclamazione d'indipendenza  unilaterale:

I Territori come il Kosovo. Yasser Abed Rabbo non fa marcia indietro. Sa che l’accostamento ha scatenato polemiche e prese di distanza ma, dice a l’Unità il giorno dopo la sua esternazione, «ciò che mi ripromettevo con questa uscita era di mettere in evidenza che può esistere un’alternativa politica al fallimento dei negoziati». E questa alternativa è una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Yasser Abed Rabbo non è un estremista: a ricordarlo è il suo impegno nel dialogo che ha portato al varo dell’Iniziativa di Ginevra, il piano di pace messo a punto da politici, intellettuali, militari palestinesi e israeliani. «Resto convinto della necessità del dialogo - sottolinea Rabbo, più volte ministro dell’Autorità palestinese e oggi segretario del Comitato esecutivo dell’Olp - ma perché abbia un senso non può ridursi a belle enunciazioni di principio peraltro contraddette dai fatti. Lo ripeto: se le cose non vanno nella direzione di un effettivo blocco delle attività di colonizzazione e di negoziati continui e seri con Israele, allora anche noi dovremmo fare il passo di annunciare unilateralmente la nostra indipendenza perché è a questo che ci sta portando Israele».
Pentito della sua uscita su «Ramallah come Pristina»?
«Pentito? E di cosa? Di aver segnalato che le aspettative suscitate dalla conferenza di Annapolis si stanno sciogliendo come neve al sole, e questo per l’unilateralismo che contraddistingue ancora nei fatti la politica d’Israele? La dichiarazione unilaterale di indipendenza può divenire la scelta obbligata di fronte al fallimento dei negoziati, un fallimento che non può certo essere imputato all’Anp. E poi…».
E poi?
«Il Kosovo non è migliore di noi. Noi meritiamo l’indipendenza da molto tempo prima, ed ora anche noi, a fronte di un acclarato fallimento dei negoziati, possiamo chiedere agli Stati Uniti e all’Europa di riconoscerla. Abbiamo tutte le carte in regola per farlo. Non ho detto che questa possibilità sia questione di settimane o mesi, dico solo che non possiamo né dobbiamo escluderla a priori».
La sua uscita è stata contestata da Abu Mazen. «Noi - ha ribadito - continuiamo a credere e a sostenere il negoziato per un accordo di pace entro il 2008»
«Condivido la determinazione con cui il presidente Abbas continua a puntare sul dialogo. Ma non esiste solo la nostra volontà. Occorre fare i conti con la volontà della controparte e francamente non mi pare che Israele dimostri di condividere il nostro intendimento».
Israele ha subito replicato di essere contro le decisioni unilaterali.
«Questa è buona! Sono contro le decisioni unilaterali, e poi continuano la colonizzazione dei Territori, il blocco di Gaza…Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr.) Peace Now (il movimento pacifista israeliano, ndr.) ha denunciato che il 94% delle richieste di nuovi alloggi avanzate dai palestinesi che vivono nell’Area C della Cisgiordania (sotto controllo israeliano, ndr.) sono bocciate dalle autorità israeliane. E anche questa non è una decisione unilaterale? ».
Come risponde a chi l’accusa di velleitarismo?
«A rispondere è la mia storia personale, è il mio impegno per una pace giusta, duratura, tra pari. Ma ciò che più temo è la frustrazione che scaturirebbe dal fallimento dei negoziati. Quella frustrazione finirebbe per innescare rabbia, disperazione e alimentare un nuovo ciclo di violenze. E’ contro questo rischio che continuo a battermi, anche prospettando, come ultima spiaggia, l’indipendenza unilaterale».

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