Dal GIORNALE del 14 febbraio 2008, un articolo di Gian Micalessin:
Se i sospetti degli hezbollah, degli iraniani e dei siriani che hanno accusato il Mossad dell’eliminazione di Imad Mughniyeh rispondono a verità, da questo momento Israele agli occhi di tutto il Medio Oriente ritorna a essere leone e volpe: la percezione del conflitto cambia dopo un periodo di depressione che parte dalla guerra in Libano nell’estate del 2006 e continua con i missili di Hamas su Sderot. Si è discusso a lungo della crisi di motivazione e di preparazione che avrebbe diminuito la capacità dello Stato ebraico di combattere un nemico sempre più aggressivo e fanatico.
Nasrallah si è vantato della «vittoria divina» concessagli su Israele. Adesso deve certo essere perplesso, e non è solo: Hamas che il 25 settembre 1997 nella mancata eliminazione di Khaled Mashaal, sempre a Damasco, udì uno squillo di tromba, si sta certo preoccupando. Israele può colpire anche i terroristi più importanti, se vuole. Mentre il governo israeliano nega ogni coinvolgimento («verifichiamo le circostanze di eventi di cui sentiamo parlare ora per la prima volta», ha detto Ehud Olmert),ed è realistico immaginare che il Mossad non richiederà all’Fbi i 5 milioni della taglia americana, circola fra la gente e i politici un senso di sollievo per la scomparsa dell’uomo che dagli anni Ottanta ha sfidato Israele, gli Usa, il mondo con rapimenti, stragi di massa, attentati kamikaze. Diabolica creatura della triangolazione Hezbollah-Iran-Siria, Mughniyeh era l’incarnazione stessa dell’asse del male. Chi lo ha eliminato ha lanciato un avvertimento anche a Iran e Siria.
L’ex presidente della Commissione esteri della Knesset, Yuval Steinitz, ha espresso così il sentimento di Gerusalemme: «Quando bastardi come Mughniyeh - le cui mani sono coperte del sangue di israeliani, americani, ebrei argentini - vanno “in un posto migliore” allora il mondo diventa davvero un posto migliore». «Non si tratta di vendetta, ma dell’idea che alla fine c’è una giustizia: chi fa del male, paghi», ha detto la sorella del rapito Beni Avraham. «Avrebbe causato ancora tanto spargimento di sangue innocente», ha aggiunto Dany Yatom ex capo del Mossad. Le ragioni per cui la scomparsa di Mughniyeh cambia il gioco sono molteplici: sia l’Iran che la Siria sono ormai sicuri di poter bruciare Israele e il Libano nel terrore senza riportare ferite. Il fatto che Damasco non possa prevenire un attacco del genere dimostra una capacità di infiltrazione dei servizi segreti fin nei gangli della vita degli hezbollah e, quindi, sia della Siria che dell’Iran.
Da La REPUBBLICA un' intervista a Danny Yatom capo del Mossad dal 1996 al 1998, attualmente deputato laburista:
GERUSALEMME - «Imad Mughniyeh era un assassino e un terrorista, che ha diretto l´apparato degli attentati del Hezbollah. Mughniyeh è stato al comando delle operazioni speciali e ha diretto l´apparato degli attentati all´estero di Hezbollah. In tutti gli attacchi di Hezbollah, da Buenos Aires [l´ambasciata israeliana nel 1992 e la sede delle organizzazioni ebraiche AMIA, 1994, n.d.t.] ad ogni altra parte del mondo, Imad Mughniyeh è stato coinvolto personalmente, sia nella fase della programmazione e della preparazione delle cellule terroristiche, sia nella fase dell´esecuzione e dell´esplosione». È quanto ha detto il generale Danny Yatom, capo del Mossad dal 1996 al 1998, attualmente deputato laburista, in una intervista alla Radio israeliana di Stato [Reshet Beth].
Alla fine, però, Hezbollah gli troverà un sostituto.
«Tutti possiamo essere sostituiti ed anche Imad Mughniyeh avrà un sostituto, ma non c´è dubbio che questo fatto sia un grave colpo per il morale e il senso di sicurezza dei Hezbollah, poiché chi ha raggiunto Mughniyeh può arrivare a ciascuno dei capi del Hezbollah. Inoltre si tratta di un grave colpo per le capacità operative dell´organizzazione, ci vorrà del tempo prima che qualcun altro possa avere l´esperienza che Imad Mughniyeh aveva accumulato nel corso degli anni».
È stato nel mirino di Israele per molti anni?
«Non era solo nel mirino di Israele. Era nel mirino degli americani e di molti altri organi di intelligence. Fino a ieri era uno dei terroristi più ricercati del mondo».
Secondo lei, adesso Hezbollah si prenderà una tregua per riorganizzarsi oppure proverà a vendicarsi immediatamente, supponendo che Israele sia responsabile dell´uccisione di Mughniyeh?
«Prima di tutto, Hezbollah può supporre sia che Israele sia dietro l´eliminazione di Mughniyeh, sia che ci sia qualcun altro. Ovviamente gli sarà più facile accusare Israele ed ho già visto che ci sono esponenti di Hezbollah che lo incolpano. Non si tratta solo di un grave colpo per Hezbollah, è anche un colpo per l´Iran, poiché Mughniyeh era il trait d´union operativo. Per cui ritengo che con l´aiuto e l´incoraggiamento iraniani, Hezbollah sia interessato a vendicare la morte di Mughniyeh».
Quanti terroristi del livello di Mughniyeh sono ricercati oggi nel mondo?
«Non ce ne sono molti. Si possono contare sulle dita di una mano o al massimo due. Era fra i più ricercati, al livello di Osama bin Laden e Ayman el Zawahiri».
Quindi chi è riuscito a colpirlo ieri sera a Damasco ha fatto un buon lavoro?
«Certamente. Ma non conosco i particolari, ovviamente. Non deve essere stato facile. Mughniyeh si nascondeva. Questo significa, in primo luogo, che si tratta di un grosso successo. Qualcuno è riuscito a penetrare nel cuore stesso dell´organizzazione»
Questo forse spaventa un po´ i membri del Hezbollah, che è un´organizzazione molto chiusa e di difficile penetrazione. Anche Damasco non è esattamente un luogo aperto a tutti.
Verissimo. E´ per questo che dico che si tratta di un grossissimo successo di coloro che operano contro il terrorismo e chi l´ha fatto è riuscito a realizzare un´operazione molto complessa e difficile.
Lei ha un´idea di chi l´abbia compiuta?
«Io ero nella palestra della Knesset».
Da L'OPINIONE un articolo di Dimitri Buffa
Era ricercato dalle polizie anti-terroirsmo islamico di mezzo mondo. Era considerato l’ “uomo che aveva ucciso più americani prima dell’11 settembre”. Era stato ribattezzato “il Bin Laden degli sciiti”. Era un leader militare degli Hezbollah e il referente del regime iraniano per le operazioni di terrorismo all’estero. Adesso Imad Mughniyeh ha seguito il destino delle innumerevoli vittime da lui provocate in questi ultimi venti anni ed è morto per un’autobomba esplosa nel pieno centro di Damasco, martedì notte a due passi dalla sede del “Mukhabarat” siriano (i temibili servizi segreti di Damasco, ndr) proprio nel giorno in cui cade il terzo anniversario dell’omicidio di Rafiq Hariri. Gli uomini di Hassan Nasrallah adesso accusano Israele. Che, come gli Stati Uniti, aveva ottimi motivi per volerlo morto. Mughniyeh infatti era in cima alla lista dei ricercati dell’Interpol per gli attentati al centro culturale ebraico Amia di Buenos Aires in Argentina, evento in cui morirono circa cento persone. Ma, fino al pomeriggio di mercoledì, lo Stato ebraico ha negato che la morte di questo super-capo terrorista fosse da attribuirsi a un’azione di intelligence.
E non è affatto impossibile, peraltro, che il suo omicidio sia da attribuirsi alla guerra tra fazioni in atto sul territorio libanese e siriano da ormai quattro anni. L’esplosione dell’autobomba sarebbe avvenuta nel quartiere residenziale Kafar Souseh della capitale siriana, vicino a una scuola iraniana, una stazione di polizia e uno dei principali uffici dei servizi segreti siriani. Cosa che fa pensare più a un’esecuzione interna al mondo del terrorismo islamico che a un’azione di Israele. Sia come sia, a questo signore sono stati attribuiti una sfilza di attentati, quasi tutti compiuti in Libano, e qualcun altro anche in differenti zone calde del mondo. Il suo curriculum di terrorista inizia nell’aprile del 1983 con un attentato contro l’ambasciata americana in Libano, dove saranno uccisi 63 americani. Poi ha fatto esplodere la sede dei marine di Beirut, uccidendo altri 241 militari statunitensi, e infine, quello stesso tragico anno, ha colpito il campo militare dei soldati francesi nella Bekaa uccidendone 58.
Per un po’ scompare dalla circolazione e poi riappare negli anni ‘90 in Sud America: è infatti ritenuto responsabile dell’attentato compiuto a Buenos Aires nel 1994 contro la succitata associazione ebraica di beneficenza Amia, in cui sono morte circa 100 persone, ed è sospettato di aver partecipato all’attentato di Al-Khobar in Arabia Saudita, nel 1996, in cui sono morti altri 19 militari americani. Anche per questo il suo nome figura nella lista dei maggiori ricercati stilata dall’Fbi, poco sotto quello di Osama bin Laden, con una taglia di cinque milioni di dollari sul suo capo. Taglia che oggi qualcuno potrebbe avere incassato. L’intelligence americana lo sospetta anche di avere avuto un ruolo dopo l’11 settembre nel fare fuggire alcuni dirigenti di spicco di al-Qaeda dall’Afghanistan all’Iraq attraverso l’Iran. Paese in cui Mughniyeh ha goduto di importanti relazioni, essendo stato legato alle Guardie della Rivoluzione iraniana. Tra le persone portate a Teheran si sospetta che ci siano anche il figlio di Osama Bin Laden, Saad, e Muhammad Islamboli, fratello di Khaled Islamboli, uno degli autori materiali dell’omicidio del presidente egiziano Anwar al Sadat nel 1981.
Tra i commenti a caldo raccolti dalle agenzie di stampa dopo l’attentato spicca per la propria entusiastica schiettezza quello dell’ex responsabile del Mossad, Danny Yatom. Che ha definito l’uccisione di Mughniyeh “un gran risultato nella lotta del mondo libero contro il terrorismo, essendo stato Mughniyeh, uno dei maggiori e più crudeli terroristi di tutti i tempi”. “Da tempo – ha detto l’ex direttore del Mossad - i servizi di intelligence di diversi paesi erano sulle sue tracce, chi è riuscito a colpirlo martedì notte ha dato prova di estrema intelligenza e grande capacità operativa”. Chiunque lo abbia ucciso, in definitiva, anche se si trattasse di un autogol interno alla galassia jihadista, “ha reso un gran servizio al resto dell’umanità e alla lotta contro il terrorismo islamico”.
Per inviare una e-mail alla redazione del Giornale, della Repubblica e dell'Opinione cliccare sul link sottostante