Il Bologna pubblica in data 4 febbraio 2008 un articolo a firma Daniele Guido Gessa intitolato “Una striscia umanitaria unisce Bologna con Gaza”.
L’articolo, che mette in luce la difficile situazione dei palestinesi nella Striscia di Gaza, spicca per faziosità e per fornire ai lettori una versione parziale dei fatti.
Se Israele viene citato più volte come responsabile della mancanza di acqua, rifornimenti di gasolio, medicine ecc. si preferisce sorvolare sul fatto che, in realtà, il dramma che colpisce la popolazione di Gaza è ascrivibile esclusivamente alla dittatura e al terrorismo di Hamas che, da giugno, “manu militari” ha preso il controllo della Striscia con un’escalation di violenze e terrore e solo per questo “è completamente chiuso all’esterno”.
La città di Bologna ancora una volta si distingue per l’appoggio incondizionato ai palestinesi; davvero encomiabile l’iniziativa dei volontari bolognesi per aiutare i palestinesi vittime del governo che si sono scelto !
Eppure sarebbe auspicabile che, in futuro, le medesime organizzazioni di volontariato volgessero lo sguardo anche alle popolazioni colpite quotidianamente dai razzi Qassam, ai bambini vittime di traumi post traumatici, a coloro rimasti senza casa, ai feriti e agli invalidi perché non è “punizione collettiva” solo l’”embargo” portato avanti a causa della politica di Hamas, ma anche il clima di terrore cui sono sottoposti senza “alcun fondamento” gli abitanti di Sderot e di tutte le cittadine israeliane bersaglio dei razzi di Hamas.
Le iniziative umanitarie non possono essere a senso unico!
Da Bologna alla Striscia di Gaza per portare un po’ di sollievo a una popolazione stremata da un lungo embargo e da restrizioni economiche sempre più forti. Il Gvc, Gruppo di volontariato civile, che ha sede proprio nel capoluogo emiliano, continua a lavorare in mezzo ai palestinesi, nonostante le vicende degli ultimi giorni, nonostante la situazione sia sempre più difficile. Responsabile dei progetti in quella terra non poi così lontana è Giuseppe Russo, 36 anni, nato a Parma ma residente a Bologna da molti anni, appena rientrato da Gaza dopo una lunga permanenza. “in quelle zone è in atto un quotidiano annullamento della vita civile – spiega . la dignità è negata da una punizione collettiva che non ha alcun fondamento.
Il Gvc opera con cinque persone e si occupa soprattutto di approvvigionamento d’acqua, di sostegno all’agricoltura e di supporto alle disabilità fisiche e mentali. “Ormai è emergenza assoluta – continua Russo – non esistono più attività produttive e dal giugno del 2007 il paese è completamente chiuso all’esterno. Passano solo alcuni aiuti umanitari, quelli che gli israeliani consentono, ma negli ultimi giorni sono mancati anche questi. Uno dei problemi principali, ora, è che manca il gasolio. Così non funzionano né l’unica centrale elettrica di Gaza né i pozzi né, ancora, i generatori. Un dramma per la popolazione, che non sa più come fare ad andare avanti e per questo molti giovedì scorso hanno cercato di scappare in Egitto”.
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