Da REPUBBLICA di oggi, 16/12/2007, a pag. 19, la cronaca sulla manifestazione a Gaza per il ventennale di Hamas, nel commento di Alberto Mattone. Facciamo notare la delicatezza della frase seguente : Venerdì a Gaza quattro palestinesi erano morti durante il funerale di un militante del Fatah. Viene da chiedersi se la causa sia stato un infarto o un colpo di sole, dalla descrizione di Mattone non si capisce bene.
Trecentomila persone festeggiano a Gaza i venti anni di Hamas, e il capo politico del movimento, Khaled Meshal, chiama i palestinesi a «lanciare una terza Intifada contro l´occupazione israeliana». Aveva preparato con cura la giornata di ieri, il premier deposto dell´Anp, Ismail Haniyeh: e l´imponente manifestazione avvenuta nel cuore della Striscia, ha mostrato quanto sia forte il consenso di Hamas nel territorio conquistato dagli integralisti islamici che si rifiutano di riconoscere lo Stato ebraico.
È stato un evento ad alto rischio attentati quello di ieri. Avvenuto in una fase di tensione altissima tra Hamas e il Fatah fedele al presidente Abu Mazen, che ha vietato in Cisgiordania altre manifestazioni simili. Per qualcuno la prova di forza degli uomini di Haniyeh sarebbe dovuta finire in un bagno di sangue. Venerdì a Gaza quattro palestinesi erano morti durante il funerale di un militante del Fatah. Ieri, quindici ordigni sono stati disinnescati dagli uomini della Forza esecutiva di Hamas ai bordi della strada Sallah-a-din, che attraversa tutta la Striscia. Solo una bomba è esplosa, ma senza provocare feriti.
Non poteva passare inosservato, a Gaza, il ventesimo compleanno di Hamas, l´organizzazione islamica fondata dallo sceicco Ahmed Yassin, ucciso nel 2004 dagli israeliani durante un raid aereo. Migliaia di palestinesi sono confluiti la mattina nella centrale piazza Katiba. L´enorme corteo è stato aperto da quindici donne che indossavano finti corpetti esplosivi. Un mese fa, nella stessa area, si era svolta una manifestazione del Fatah per ricordare Arafat, poi finita nel sangue. Quattro persone furono uccise da due ordigni.
Hamas ha voluto evitare una "vendetta", e ha blindato la Striscia con centinaia di miliziani della Forza esecutiva. Gli uomini erano separati dalle donne. Bandiere verdi sventolavano nella piazza gremita. Dietro al palco gigantografie dello sceicco Yassin, di Haniyeh e Meshal, che dal suo esilio di Damasco ha inviato un messaggio che è un inno a una nuova rivolta. «Il nostro popolo - ha scritto nel suo sito - è capace di lanciare una terza Intifada fino a che la vittoria sarà nostra. Anche se Gaza è assediata, chiunque pensi che Hamas si trovi in un vicolo cieco si sbaglia», ha aggiunto Meshal.
È stato Haniyeh, poi, a polemizzare con Abu Mazen per le trattative avviate ad Annapolis con lo Stato ebraico. «Solo la jihad - ha avvertito - è il percorso più breve per arrivare alla liberazione della Palestina». Mentre parlava, un enorme striscione è stato innalzato su un edificio. «Non riconosceremo Israele», c´era scritto. Mushir al-Masri, uno dei leader del movimento, ha avvertito: «Lo Stato ebraico subirebbe forti perdite se tentasse di fermare i lanci Qassam». La risposta del capo dell´esercito israeliano non si si è fatta attendere: «Una nostra incursione a Gaza - ha annunciato Gabi Ashkenazi - sta diventando sempre più probabile».
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