REPUBBLICA di oggi, 13/10/2007, a pag.1-27, pubblica un articolo dello scrittore inglese Martin Amis in risposta all'accusa di razzismo. titolo "Perchè i relitti ideologici mi accusano di islamofobia". Eccolo:
Con questa lettera a Yasmin Alibhai-Brown,opinionista dell´Independent, Martin Amis replica alle accuse di islamofobia che gli sono state rivolte in Inghilterra.
Cara Yasmin, mi ricordo di quei drinks che ci siamo bevuti al Cheltenham Festival lo scorso anno, noi quattro da soli, tu e tuo marito, io e mia moglie. (Tu ti eri gustata un Ribena, se ricordo bene, mentre io mi ero indirizzato su un robusto scotch). Quella sera rivelasti, tra le altre cose, che eri sciita; e la minoranza sciita, per come la intendo io, rappresenta il volto più sognante e poetico dell´islam, il più rilassato e spazioso (tollerante, ad esempio delle rappresentazioni della forma umana), il più spirituale (nel senso generale della parola), contrariamente ai sunniti, il cui approccio è notoriamente più rigido e più legalistico.
Eagleton, Yasmin, ha una cattedra all´Università di Manchester, dove di recente ho iniziato a lavorare con grande piacere, ed è un uomo che appartiene a un genere ridondante ma familiare: un relitto ideologico, incapace di alzarsi dal letto la mattina senza la duplice assistenza di Dio e di Marx. Ancora più rimarchevole è il fatto che combina un´ostilità di prammatica a un´indifferenza quasi nevrotica alla verità: quanto a verifica di ciò che dice è un autentico imbarazzo, a esser franchi, per la professione accademica. Ma la sua umana esigenza è abbastanza semplice: vuole che sia dedicata attenzione alla sua moralistica convinzione di essere nel giusto (il giusto è il suo specifico marchio di vanità).
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Correggere le distorsioni di Eagleton è una faccenda noiosa, ma tale è il lavoro che mi costringe a fare. Le misure antislamiche che io, dice lui, «raccomando», le ho appena adombrate, non «in un saggio» («lui scrive», «scrive Amis»: ognuna di queste è una falsità), ma in una lunga intervista con la stampa. Era un esperimento del pensiero, o un esperimento dell´umore, e le mie osservazioni erano precedute da quanto segue: «C´è un forte impulso – lei non lo avverte? – a dire… [ecc. ecc.]». Io ho avvertito questo impulso, per un giorno o due. Il mio umore, lo ammetto, era tetro (quanto desideravo, Yasmin, la tua mano consolatrice sulla mia fronte!). |
Altri due fattori depressivi entravano in gioco. Almeno uno degli aspiranti assassini di massa si era preso il fastidio di convertirsi all´Islam, indizio che il virus sterminatore era sul punto di mutare, come l´influenza aviaria. E sono sicuro che tu ricordi, Yasmin, che ai passeggeri in viaggio su quella tratta, per un tragitto lungo otto ore, venne improvvisamente proibito di portarsi a bordo libri, un´eclatante vittoria simbolica per le forze dell´ignoranza, dell´antiumorismo, dell´interpretazione letterale, della noia e dell´infelicità. Per inviare a Repubblica la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante. |