Esperti americani in Israele per studiare la barriera difensiva israeliana e migliorare quella costruita al confine tra Messico e Stati Uniti per contrastare l'immigrazione clandestina.
E' l'occasione per mettere insieme un elenco quasi completo di pregiudizi antiamericani e soprattutto antisraeliani, in un articolo propagandistico di Umberto De Giovannangeli.
Americani e israeliani, scrive l'inviato dell' UNITA' "insieme creano l’illusione che un mondo globalizzato possa arginare rabbia, malessere, frustrazione, ma anche diritti e ansie di libertà, erigendo a più non posso barriere di separazione".
Se qualcuno ricorda ancora a cosa davvero serve la barriera di sicurezza d'Israele, può capire da queste righe cosa siano per u.d.g. le stragi di civili israeliani che il "muro dell'apartheid" (insieme alle eliminazioni mirate, agli arresti nelle città dell'Autorità palestinese e alle operazioni di intelligence) ha fatto drasticamente calare: "rabbia, malessere, frustrazione, ma anche diritti e ansie di libertà".
Ecco il testo:
UNA BARRIERA alta dai due ai 4 metri, dotata di una rete di sensori elettronici e super presidiata. Questa barriera che separa Usa e Messico non basta più. E così gli americani prendono lezione dagli israeliani e dal «loro» Muro in Cisgiordania: blocchi di cemento armato alti 9 metri, filo spinato, trincee, torrette Sono venuti a studiare quel Muro per rafforzare quello di «casa propria». Ne hanno prese le misure, si sono informati sui sofisticati sistemi di difesa, hanno preso contatto con le aziende che hanno fornito il materiale per la sua realizzazione. Un Muro copia l’altro. E insieme creano l’illusione che un mondo globalizzato possa arginare rabbia, malessere, frustrazione, ma anche diritti e ansie di libertà, erigendo a più non posso barriere di separazione. La notizia: qualche giorno fa, una delegazione di funzionari americani si è recata in Israele per acquisire elementi di conoscenza sullo stato di realizzazione del «Muro» realizzato dallo Stato ebraico in Cisgiordania. La ragione di questa visita è tutt’altro che accademica. Perché gli esperti israeliani potevano, come hanno fatto, fornire consigli utili a rafforzare l’altro «Muro» che gli Stati Uniti hanno realizzato, e che intendono estendere e rafforzare, ai confini con il Messico.
Estendere non solo in lunghezza ma anche in altezza. Sì perché la barriera di separazione fra Usa e Messico - altrimenti detta Muro di Tijuana - è al momento una barriera fatta di lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri, e si snoda per chilometri lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego. Il muro è dotato di illuminazione ad altissima intensità, di una rete di sensori elettronici e di strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente, effettuato con veicoli ed elicotteri armati. Potrebbe bastare? Niente affatto. Perché quel Muro non solo non va abbattuto ma va «migliorato». Come? Studiando quello realizzato da Israele in Cisgiordania. E poco o nulla importa che all’ombra di quei Muri si dipani l’esistenza di una umanità di «senza volto» ma non per questo inesistente. Melilla. La Cisgiordania. Cipro. E ancora il Sahrawi. E, per l’appunto, la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Sono i Muri nell’epoca della globalizzazione.
La delegazione americana non ha dubbi. È in Israele per apprendere come rafforzare una costruzione che non è solo fisica ma anche mentale: edificata sulla sconfitta della politica e sulla convinzione che un Muro possa contenere la rabbia, il dolore, il desiderio di rivalsa di intere popolazioni. E allora che si studi il «Muro» mediorientale. Quello che a Gerusalemme consiste in prevalenza in una barriera di cemento armato alta 8 metri, il doppio del muro di Berlino, quasi il quadruplo del «Muro di Tijuana».
Sono venuti a studiare un Muro che, una volta completato dal nord della Cisgiordania a Gerusalemme, farà sì che Israele si sarà annesso il 7% della West Bank, tra cui 41 colonie ebraiche. Laddove attraversa aree urbane - il 10% del percorso, ma con la più alta densità demografica - il «Muro» è composto da blocchi di cemento armato alti fino ai 9 metri. Nelle aree rurali, invece il «Muro» assume la forma di barriera larga dai 50 agli 80 metri e composta da vari elementi: filo spinato, trincea, rete metallica, sensori di movimento, pista di pattugliamento, e striscia di sabbia per il rilevamento di impronte. Ciò che sembra aver destato particolare interesse ai tecnici americani è la realizzazione del «Muro» israeliano nelle aree urbane.
Perchè anche la «loro» barriera è situata nelle sezioni urbane del confine, le aree che, in passato, hanno visto il maggior numero di attraversamenti clandestini. Queste aree comprendono San Diego, in California ed El Paso, in Texas. Il risultato immediato della costruzione della barriera è stato un numero crescente di persone che hanno cercato di varcare illegalmente il confine, attraverso il Deserto di Sonora, o valicando il Monte Baboquivari, in Arizona. Questi migranti hanno dovuto percorrere circa 80 km di territorio inospitale prima di raggiungere la strada, nella riserva indiana Tohono O’oadham. Ma molti non ce l’hanno fatta: dal 1998 ad oggi, secondo i dati ufficiali, lungo il confine fra Stati Uniti e Messico, le persone morte hanno superato le quattromila. Mentre gli arrestati dalla Polizia di confine statunitense mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine - dal 1 ottobre 2003 ad oggi - superano abbondantemente i tre milioni. Cifre impressionanti. Come impressionanti sono le conseguenze determinate dalla costruzione del Muro in Cisgiordania: una barriera che spezza villaggi. Divide famiglie. Distrugge terreni agricoli. E crea enclavi (aree in cui la gente sarà totalmente circondata dal muro) entro le quali vivono già oltre 150mila palestinesi. Hanno preso appunti, i tecnici statunitensi. E hanno preso visione di quelle pareti di cemento armato alte 9 metri, delle torri di controllo ogni 300 metri, delle trincee profonde due metri, delle recinzioni di filo spinato e delle strade di aggiramento. Sono andati a scuola di Muri. Per apprendere una lezione. Una brutta lezione.
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