Quelli che credono alle frottole di Ahmadinejad
e difendono la sua "libertà d'espressione"
Testata:
Data: 26/09/2007
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Autore: Giovanna Botteri - ALESSANDRA BALDINI - la redazione - Carla Reschia
Titolo: Servizio televisivo - Il mio Iran? Pacifico e senza omosessuali - AHMADINEJAD NEGLI USA, ISRAELE E' RAZZISTA - LA DISCUSSA VISITA NEGLI STATI UNITI DEL PRESIDENTE IRANIANO

Dal blog Libero Pensiero, riportiamo un post di Davide Romano sul TG 3, dall'eloquente titolo Il tg3 non è più telekabul, ma teleteheran:

Scandaloso servizio del tg3 sulla visita di Ahmadinejad a New York. Giovanna Botteri ha accolto Ahmadinejad come fosse un agnellino, e non contenta, per fare davvero un bel "servizio", è andata ad intervistare quei rabbini pazzi (che il dittatore iraniano si porta sempre al seguito) che lo sostengono. Alla fine del servizio insomma, sembrava quasi che Ahmadinejad fosse la vittima, e gli americani, gli iraniani e gli israeliani i carnefici. Complimenti (per modo di dire) al Tg3 filoiraniano, ma pagato con i soldi nostri.

Aggiungiamo che Botteri,  nell'occasione della visita di Ahmadinejad,  porta in capo il velo islamico. Un bell'esempio di servilismo verso le tirannie.

Il MATTINO del 25 settembre pubblica un articolo di Alessandra Baldini che riporta acriticamente le affermazioni di Ahmadinejad, definisce "interrogativi sull'Olocausto" le sue affermazioni negazioniste e difende la sua "libertà di espressione". A questo proposito si deve ricordare che offrire una tribuna al capo di Stato di un paese nemico (l'Iran finanzia il terrorismo antiamericano in Iraq, in Afghanistan e in Libano) non ha assolutamente nulla a che fare con la libertà di espressione. L'America riconosce a tutti il diritto di cercare di diffondere le proprie idee, ma questo non deve necessariamente significare offrire a chiunque una tribuna alla Columbia University. E tanto meno a Ground Zero, da dove il governo americano ha giustamente tenuto lontano uno sponsor del terrorismo
Ecco il testo  :

New York. L'Iran è una nazione pacifica che «ama tutte le nazioni» e che è «vittima del terrorismo», dove «non ci sono omosessuali» e che aspira a avere un nucleare civile e l'indipendenza energetica. In termini più sintetici e diretti del solito, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha affrontato la platea ostile della Columbia University dove era stato accolto come un «piccolo e crudele dittatore» dal presidente Lee Bollinger, a sua volta al centro di furiose polemiche per aver aperto le aule dell'ateneo al leader di Teheran. Circa 700 tra studenti e professori erano riuniti nella Lerner Hall della Columbia - molti con magliette con la scritta «Fermate Ahmadinejad» - mentre fuori dall'ateneo un'arcobaleno di manifestanti di tutte le opinioni politiche si erano radunati fin di prima mattina. Alcuni di loro erano addirittura venuti alle mani sul diritto di un leader in testa alla «hit parade» dei nemici pubblici dell'America di usufruire della libertà di espressione su cui si fondano la società e la civiltà americane. Da domenica a New York, dove oggi parlerà davanti all'Assemblea generale dell'Onu, Ahmadinejad ha monopolizzato l'attenzione dei media sottraendola ai lavori del vertice sul clima che ha radunato al Palazzo di Vetro una ottantina di capi di Stato e di governo. Il leader di Teheran, limitato nei movimenti da un visto che gli consente spostamenti entro un raggio di soli 40 chilometri da Columbus Circle, ha provocato una infinità di contestazioni e ovunque polemiche: «Il male è atterrato», ha titolato il quotidiano Daily News, sintetizzando l'indignazione di quanti avevano accusato una delle più importanti università d'America di aver offerto un podio a chi nega l'Olocausto. Il presidente iraniano aveva cominciato la giornata incontrando un gruppetto di ebrei della setta ultraortodossa Neturei Karta International, che si oppone all'esistenza dello Stato di Israele. «Ahmadinejad non è contro Israele, non è contro gli ebrei. Ha fatto del bene a Israele con donazioni di beneficenza», ha detto il rabbino Ysroel Dovid Weiss sventolando una bandierina dello Stato ebraico con una croce stampata sulla Stella di David. Ahmadinejad aveva chiesto di visitare Ground Zero ma la richiesta era stata respinta dalla polizia: «Volevo rendere omaggio, presentare le mie condoglianze alle famiglie delle vittime dell'11 settembre», ha detto il presidente iraniano al pubblico della Columbia. «Sarebbe stata una farsa», ha commentato ieri il segretario di Stato Condoleezza Rice in una intervista alla Cnbc: «L'Iran è uno Stato sponsor, il principale Stato sponsor, di terrorismo», aveva aggiunto la Rice osservando che Teheran deve «cambiare il suo comportamento rinunciando all'arricchimento dell'uranio prima che l'America possa cambiare trent'anni di politiche nei suoi confronti». Il presidente iraniano, in collegamento video dagli studi della Nbc, aveva parlato prima di recarsi alla Columbia con i giornalisti del National Press Club di Washington: l'Iran non riconosce Israele, perchè Israele «è un regime basato sulla discriminazione e l'occupazione militare» aveva detto Ahmadinejad rispondendo a un reporter. Alla Columbia il presidente iraniano ha rincarato la dose ribadendo i propri interrogativi sull'Olocausto: «Se è davvero una realtà, perchè non vengono permesse più ricerche?». E perchè «se l'Olocausto è avvenuto in Europa, devono pagarne le conseguenze i palestinesi?».

Entusiasta, l' AGI annuncia che Ahmadinejad non ha "deluso le attese" e fin dal titolo (AHMADINEJAD NEGLI USA, ISRAELE E' RAZZISTA) concede il massimo rilievo ai messaggi di odio antisraeliano

Mahmoud Ahmadinejad non ha deluso le attese. Di fronte agli studenti della Columbia University e in una video-conferenza con la stampa il presidente iraniano, negli Stati Uniti per l'Assemblea generale dell'Onu, non ha mancato di definire "razzista" Israele, difendere il programma nucleare iraniano, utilizzare l'Olocausto, che "non ha mai negato", per difendere i palestinesi. La parte piu' dura l'ha riservata allo Stato ebraico: "Non riconosciamo quel regime perche' e' basato sull'occupazione e sul razzismo", ha detto. (AGI) - New York, 24 set.

Nessun cenno, né da parte del MATTINO, né da parte di AGI ai commenti del presidente israeliano Peres.
Riportiamo un articolo di Haaretz in merito:

President Shimon Peres on Tuesday criticized Columbia University for hosting Iran's president, comparing the event to attempts to engage Adolf Hitler in dialogue before World War Two.

During his speech at the university in New York on Monday, Iranian President Mahmoud Amhadinejad attacked Israel's treatment of the Palestinians and denied his country's nuclear program was aimed at building atomic weapons.

Ahmadinejad has come under international criticism for saying that Israel should be "wiped off the map" and has questioned whether the Nazi Holocaust that killed 6 million Jews actually took place.

 
 


Introducing the Iranian president, Columbia University President Lee Bollinger said Ahmadinejad behaved as a "petty and cruel dictator" and that his Holocaust denials suggested he was either "brazenly provocative or astonishingly uneducated".

Bollinger asked a string of pointed questions, most of which Ahmadinejad ignored in a speech that dwelt at length on science as a gift from God and the importance of using knowledge and learning purely and in a pious way.

But Peres said Columbia's invitation to the Iranian leader did not fall under the umbrella of free academic expression because Ahmadinejad "simply stood up and lied."

"I think that Columbia University made a mistake ... With Hitler there was a dialogue. [British Prime Minister Neville] Chamberlain went to talk to him. What did it help? It helped cover the fact that Hitler prepared concentration camps and death camps," Peres told Reuters.

"I don't accept the university's explanations, because if a university is a platform where lies are permissible, then it is not academic ... So all of yesterday's show was wretched," Peres said.

Iranians: Harsh words by Columbia president to Ahmadinejad unjustified
Iranians on Tuesday called Bollinger's combative introduction of Ahmadinejad shameful and said the harsh words only added to their image of the United States as a bully.

In a region where the tradition of hospitality outweighs personal opinions toward a person, many in Iran thought Bollinger's aggressive tone - including telling Ahmadinejad that he exhibited the signs of a petty and cruel dictator - was over the top.

"The surprising point of the meeting is the behavior of the university president. Before a speech by president Ahmadinejad the chancellor criticized President Ahmadinejad, resorting to a statement full of insult, which was mostly Zionists' propaganda against Iran," state-run radio reported.

The chancellors of seven Iranian universities issued a letter on Tuesday to Bollinger saying his statements were deeply shameful and invited him to come to Iran.

In the letter, they asked him to provide responses to 10 questions ranging from: "Why did the U.S. support the bloodthirsty dictator Saddam Hussein during the 1980-88 Iraqi-imposed war on Iran?" to "Why has the U.S. military failed to find al-Qaida leader Osama bin Laden even with all its advanced equipment?"

In response to Bollinger's harsh words, Ahmadinejad smiled at first but then decried the insults and unfriendly treatment.

While Ahmadinejad likely expected at worst a hostile grilling by the audience, Bollinger's sardonic comments reflected a blatant disregard for the tradition of hospitality revered in the Middle East. His comments may deflect some of the U.S. criticism he got for issuing the invitation to the Iranian president, but it could also backfire by drawing sympathy for Ahmedinejad, even in quarters where he would normally be sharply criticized.

"I don't know why he (Ahmadinejad) stayed there and did not leave the meeting. Their attitude was an insult to the nature of the meeting. They should not treat him as a suspect," said Mahmoud Rouhi, a nurse, in Tehran. Though state media did not broadcast Monday's event live in Farsi, state-run TV showed a recorded version on Tuesday.

"The meeting and their approach showed that Americans, even in a cultural position, work as cowboy and nothing more," said Rasoul Qaresi, customer of a grocery in Tehran downtown.

Ahmadinejad's international allies have also taken his side. Venezuelan President Hugo Chavez, who is expecting a visit from Ahmadinejad later this week, said he spoke by phone with the Iranian leader on Monday after his tense showdown at Columbia University in New York.

"I congratulate him, in the name of the Venezuelan people, before a new aggression of the U.S. empire," Chavez said, adding that it seemed Ahmadinejad was the subject of an ambush.

Ahmadinejad is set to address the U.N. General Assembly later Tuesday. Thousands of people protested Ahmadinejad's visit Monday and more were expected to rally in the streets Tuesday when the Iranian leader attends the meeting for the third time in three years.


Anche Carla Reschia sul suo blog (nell'edizione web della STAMPA) si interroga sulla "libertà di espressione" di Ahmadinejad, problema inesistente e fuorviante:

Accompagnato da una valanga di polemiche, obiezioni, accuse,  il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha messo piede sul suolo degli Usa,  il Paese che l'ayatollah Khomeini definì «Il grande Satana» e che ha ricambiato il favore inserendo l'Iran tra gli «stati canaglia». Il pirotecnico capo di stato ha approfittato della ribalta internazionale per presentare il suo cotè rassicurante e dichiarando che non si prepara alcun conflitto, e che anzi, l'Iran vuole solo vivere in pace con tutti.
Ma ha colto la palla al balzo per una polemica tutt'altro che diplomatica: «Sono sorpreso - ha detto - che in un Paese che dice di avere la libertà di espressione ci siano persone che vogliono prevenire altre dal parlare». 
Riferimenti tutt'altro che in codice alle polemiche suscitate dalla sua richiesta di visitare Ground Zero e dalla conferenza, risoltasi in rissa, al campus della Columbia University. «Ci opponiamo - ha detto Ahmadinejad, rispondendo da New York a giornalisti a Washington - al modo in cui il governo americano gestisce le vicende mondiali. È sbagliato e punta allo spargimento di sangue». Spiegando che questo è il punto di vista che vuole esprimere e chiedendosi perchè «non si voglia ascoltare un punto di vista diverso». A Ground Zero, ha spiegato, avrebbe voluto sollevare domande «sulle cause di fondo» che hanno provocato la strage.
Parole che sollevano diversi problemi. Uno, piuttosto datato ma sempre attuale, per tutti: Dove finisce la libertà di pensiero e dove inizia la censura? O se volete: è tutto lecito in nome della libertà di pensiero? E anche: a che punto, in che momento, la censura diventa tale?
Detto altrimenti: è giusto far parlare Ahmadinejad e farlo andare dove desidera, o no? Si potrebbe tirare in ballo il solito discorso della reciprocità, argomento dialettico inoppugnabile ma che, in effetti, non risolve il punto di fondo.  

Di seguito, i condivisibili commenti postati da un lettore del blog:


Ho visto il terribile comizio di Ahmadinejad sulla CNN,che gli ha dato spazio per piu' di un' ora senza dare spazio a nessun ebreo di rispondere alla sua propaganda.Il pubblico della Columbia applaudiva con ovazioni per ogni battuta retorica di Ahmadinejad.Era il teatro dell' assurdo,la riedizione moderna dei discorsi di 60 anni fa,fatti in un' altra lingua.Anche Hitler voleva la pace,anche lui nel 1939 sognava un mondo di pace.Mentre per Hitler il mondo pacifico sarebbe stato un mondo senza ebrei,per Ahmadinejad il mondo pacifico sarebbe senza il loro paese. Ahmadinejad ha detto che e' disposto a parlare con tutti i paesi del mondo tranne uno:"il regime sionista",cosi' chiama Israele. Alla domanda:"lei e' a favore della distruzione di Israele?Risponda con un si' o con un no".Ahmadinejad non ha risposto ne' con un si' ne' con un no.Ma in questo ha rivelato la sua opinione.Lui e' a favore della distruzione di Israele,che come gia' disse tempo fa"dovrebbe essere cancellata dalla mappa della terra".Questa volta non ha ripetuto questa frase, ma non l' ha nemmeno rinnegata.Ahmadinejad ha detto"se l' Olocausto e' davvero avvenuto,perche' i palestinesi devono pagarne le conseguenze?"Eccola qui la grande bugia,la madre di tutte le menzogne,che ha sostituito la vecchia accusa di aver ucciso Cristo(non per la polacca radio Marya,che insiste).Nel mondo si sono dimenticati dei fatti.Nel mondo si sono dimenticati che la storia della Palestina comincio' nel 1880 non nel 1948.E nel 1880 la Palestina era un deserto disabitato,in altre zone c'erano grandi paludi anch'esse disabitate,ma poi arrivarono gli ebrei.E per ogni ebreo che arrivava a lavorare duro arrivavano 3 o 4 arabi persino da paesi lontanissimi.Ma e' inutile:oggi gli islamici ammazzano ebrei,prima,erano i nazisti a farlo.

scritto da Alberto Levy 24/9/2007 21:54

E' stata posta la seguente domanda a Ahmadinehjad : perche' gli omosessuali sono perseguitati in Iran ? Ahmadinejad ha risposto "in Iran non ci sono omosessuali" (testuali parole), tra l' ovazione del pubblico pro-islamico. Basta questa risposta per capire di che personaggio si tratta. Avrebbe potuto rispondere con la sua solita propaganda e dire "noi non solo vogliamo la pace ma non perseguitiamo gli omosessuali". Ma no. Ha deciso questa volta di dire quello che pensa veramente : non ci sono omosessuali, ha detto, e se anche uno dichiarasse di esserlo, faremmo in modo che non ci sia piu'... Tutte le persone di buon senso sanno che non c'e' paese al mondo che non ha i suoi omosessuali, sopratutto un paese con 71 milioni di abitanti. Su 71 milioni di abitanti ci dovrebbero essere circa un 2% di omosessuali (se la mia ricerca su google e' giusta, rispetto alla percentuale degli omosessuali in una popolazione), cioe' piu' di un milione. Facciamo una stima per difetto e diciamo 500.000 ? Per Ahmadinejad quelle 500.000 persone non esistono. A questo ceffo volete dare la bomba atomica. Ad uno che ha detto che l' Olocausto non e' detto che sia mai accaduto e che Israele dovrebbe essere cancellato dalla mappa geografica. A uno che rinnega l' esitenza di 500.000 iraniani omosessuali, e che rinnega il diritto all' autodeterminazione concesso dall' ONU nel 1948 ai 6 milioni di ebrei d' Israele (se non ci fosse stato l' Olocausto invece di 6 milioni, probabilmente ci sarebbero 10 milioni di ebrei in Israele oggi), volete permettere di avere le bombe atomiche ? E' proprio vero che la stupidita' umana non conosce limiti.
scritto da Alberto Levy 24/9/2007 22:31

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