In crescita la popolarità del premier israeliano Olmert
la cronaca di Davide Frattini
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Data: 19/09/2007
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini
Titolo: Raid sulla Siria, poi silenzio E Olmert risale nei sondaggi
Dal CORRIERE della SERA del 19 settembre 2007:GERUSALEMME — Ehud Barak ha spento ancora una volta la radio. Da giovane ufficiale delle forze speciali israeliane tagliava le comunicazioni con il quartier generale qualche ora prima della missione: non voleva che i comandanti, più nervosi di lui, lo richiamassero indietro all'ultimo momento. Da ministro della Difesa, ha scelto la stessa strategia e non ha ripreso i contatti neppure dopo l'operazione.
A dodici giorni dal raid aereo sopra i cieli della Siria, nessuno nel governo di Ehud Olmert ha spiegato che cosa sia successo. I ministri si sono attenuti alla formula del generale De Gaulle, uno dei modelli di Barak: «Niente rafforza di più l'autorità del silenzio ». Gli israeliani hanno lasciato che a parlare fossero gli altri. Prima i siriani, che hanno denunciato l'attacco nella notte di mercoledì 6 settembre e ieri i nord-coreani, intervenuti per dire che loro non c'entrano niente. Che le accuse contro Pyongyang «sono la macchinazione di forze disoneste », come ha commentato il ministero degli Esteri.
Il mistero attorno all'Operazione Frutteto — il nome è l'unico dettaglio lasciato trapelare dallo Stato Maggiore a Tel Aviv — è stato infittito dalle poche notizie, emerse da fonti anonime americane e in qualche modo confermate da John Bolton, ex ambasciatore alle Nazioni Unite. I jet israeliani avrebbero attaccato un centro nucleare che i siriani stavano allestendo con l'aiuto della Nord Corea. Washington sarebbe stata informata solo poche ore prima della missione e — scrive il New York Times — non è chiaro se la Casa Bianca abbia dato il via libera o abbia cercato di fermare il raid.
L'ordine agli aerei sarebbe stato dato dopo che per settimane i servizi segreti israeliani avevano seguito i movimenti di un cargo nordcoreano, approdato al porto siriano di Tartus, dove i russi hanno una base militare.
Il carico della nave sarebbe stato trasferito nella zona bombardata il 6 settembre.
Mistero nel mistero, alcune fonti ipotizzano che soldati delle forze speciali israeliane siano entrati in territorio siriano per guidare i jet sul bersaglio. Gli aerei che sarebbero stati utilizzati sono gli F15I, di solito associati nelle missioni all'unità d'élite Sayeret Shaldag. I suoi uomini hanno il compito di indirizzare le bombe laser e di verificare i danni causati dal bombardamento.
Il raid e la scelta del silenzio stanno aiutando Olmert a risalire nei sondaggi. Per la prima volta dalla guerra in Libano dell'estate scorsa, il gradimento è migliorato: il 10 per cento in più — secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano
Yedioth Ahronoth — rispetto ai minimi raggiunti dal primo ministro. Che assieme al presidente Shimon Peres ha cercato di ridurre la tensione con Damasco: «Siamo sempre pronti ad aprire i negoziati di pace», hanno ripetuto a pochi giorni di distanza.
Gli editorialisti hanno criticato la segretezza imposta dal governo. «L'intera nazione è stata trasformata in una squadra delle forze speciali — scrive Amir Oren su Haaretz —. I ministri hanno il dovere di ottenere l'approvazione degli elettori o dei loro rappresentanti prima di imbarcarsi in un'operazione militare. La democrazia non può firmare assegni in bianco. Sarebbe insensato per Israele diventare più simile al regime siriano per cercare di batterlo».
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