I "pacifisti" e le armi di Al Fatah finite ad Hamas
"boomerang" per i cattivi israeliani
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Data: 17/09/2007
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Autore: la redazione
Titolo: Il boomerang

Che cosa pensano i "pacifisti" del sito PEACEREPORTER del sostegno americano e israeliano ad Abu Mazen, in vista di una soluzione negoziale del conflitto israelo-palestinese ?
Che dimentichi:"il risultato delle elezioni democratiche del 2006 e " l'esistenza di un governo di unità nazionale palestinese, pur di liberarsi del nemico islamista".
In nome del risultato delle "elezioni democratiche del 2006" (nelle quali non hanno gareggiato partiti, ma formazioni armate terroristiche) e del "governo di unità nazionale palestinese" (che Hamas stessa ha distrutto con un golpe a Gaza) Israele dovrebbe tenersi il "nemico islamista".
 Invece, si ostina  non voler "dialogare" con chi vuole distruggerla.

Ma questa politica, si compiacciono i "pacifisti" si è risolta in un boomerang: "Hamas spara con armi made in Usa, fornite da Israele ai loro rivali di Fatah".

Escludiamo che il suggerimento di PEACEREPORTER sia lo stesso, legittimo, di molti analisti che non credono che il sostegno ad al Fatah possa dare esiti positivi. E che quindi consigliano a Israele di combattere in prima persona Hamas, senza delegare nulla a un interlocutore sostanzialmente ambiguo e comunque debole come Abu Mazen. 
Quando si tratta dell'autodifesa di Israele, infatti, i  "pacifisti" sono inflessibili: l'uso della forza è sempre illegittimo.

No, l'articolo non vuole  dare consigli sulla sicurezza. Vuole piuttosto irridere gli sforzi israeliani per trovare un interlocutore che sia disposto a rinunciare al terrorismo e a cercare il compromesso. Anche armando Abu Mazen, le armi finiscono ad Hamas. Ben vi sta, israeliani, ridono i "pacifisti".

Ecco il testo:

Il tre settembre miliziani palestinesi hanno sparato contro un velivolo israeliano che sorvolava la Striscia di Gaza. Non è stato un incidente grave ma, il giorno dopo, uomini di Hamas si vantavano di aver condotto l'attacco con armi statunitensi.

“Le armi statunitensi che erano state fornite agli uomini delle milizie di Fatah, prima che Hamas prendesse il controllo della Striscia di Gaza, vengono usate oggi dai miliziani della resistenza palestinese”. Suona come una provovazione per Israele, ma è più probabilmente la conseguenza della politica del governo Olmert che, di concerto con Washington, ha deciso di armare e sostenere gli uomini di Fatah a scapito di quelli di Hamas. Hanno deciso di armare Al Fatah per colpire Hamas, e ora quelle stesse armi vengono rivolte contro di loro. Le due fazioni fino a giugno convivevano nel governo palestinese di unità nazionale. Secondo fonti di Hamas, il gruppo con quelle armi avrebbe istituito una nuova milizia, 'marittima', con il compito di proteggere le spiagge della Striscia.

Le armi usa sono state trovate dagli uomini dei Comitati di Resistenza Popolare, legati a Hamas, durante la guerra civile, quando le loro milizie presero il controllo delle sedi della sicurezza del presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen. Si tratta di fucili M16 e mitragliatrici pesanti, armamenti comunemente in dotazione all'esercito Usa e Israeliano, e forniti anche alle forze di Fatah. Da almeno sei mesi infatti, la dottrina statunitense e israeliana per il medio oriente e, in particolare, per la questione israelo-palestinese, passa per il motto “rinforzare Abbas”, dimenticando il risultato delle elezioni democratiche del 2006 e l'esistenza di un governo di unità nazionale palestinese, pur di liberarsi del nemico islamista. A giugno, pochi giorni prima dello scoppio della guerra civile a Gaza, gli israeliani che controllano i valichi lasciarono entrare nella Striscia circa 500 uomini di Fatah, armati. Mentre nei mesi precedenti parte di quelli, e molti altri in Cisgiordania, avevano ricevuto formazione militare da istruttori Usa.

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