Castro si converte al complottismo sull'11 settembre
e il quotidiano postcomunista è subito tentato di fare altrettanto
Testata:
Data: 13/09/2007
Pagina: 13
Autore: Roberto Rezzo
Titolo: Castro si schiera con i complottisti: Bush dietro l’11 settembre
Il dittatore cubano Fidel Castro sull'11 settembre sposa le tesi complottiste. La sua è per L'UNITA' "un’analisi" che " ruota soprattutto attorno all’attacco contro il Pentagono e per analogia demolisce anche la ricostruzione sul crollo delle Torri Gemelle a New York."
Le "considerazioni tecniche" dei complottisti, tutte confutate dagli studi seri, vengono citate come se si trattasse di dati acquisiti, ma costituiscono "un semplice corollario rispetto a un atto d’accusa squisitamente politico". La "squisita" retorica politica di Castro si risolve nella demonizzazione degli Stati Uniti e nella clebrazione del regime oppressivo de L'Avana : "La rivoluzione cubana si fonda sulla verità e la trasparenza, l’imperialismo americano sull’inganno e la manipolazione".
La teoria del complotto "trova sostenitori fra docenti universitari, luminari del genio civile ed esperti di demolizioni" ( gli esperti dei demolizioni, in realtà, hanno confutato l'idea che la caduta delle torri sia dipesa da una demolizione edilizia controllata), tanto che la versione ufficiale sarebbe ormai stata "confutata".
Purtroppo "non basta (...) confutare una tesi per provarne automaticamente un’altra. ". Questo, insieme a una citazione di Gore Vidal che ritiene "Bush e i suoi (...) troppo stupidi per aver organizzato una cosa del genere" , è l'unico momento di scetticismo verso i deliri complottisti sull'11 settembre nell'articolo di Roberto Rezzo pubblicato da L'UNITA' del 13 settembre 2007.
Brava UNITA', in un solo articolo sposa le paranoie dell'estrema destra antisemita americana ed europea (fatte proprie in Italia anche dal comunista Giulietto Chiesa) e gli elogi alla Gianni Minà nei confronti del "Lider Maximo" .
Ecco il testo:
«L’impero e le menzogne». Questo il titolo dell’ultimo saggio attribuito a Fidel Castro, letto integralmente dall’emittente televisiva cubana nel sesto anniversario degli attacchi dell’11 settembre. È l’ultima adesione alla teoria del complotto, certamente la prima da parte di un capo di Stato occidentale, anche se in congedo temporaneo per motivi di salute. «Sappiamo che c’è stata una deliberate opera di disinformazione», sostiene il comandante. E aggrappandosi alle molte incongruenze della versione ufficiale sostiene che le stragi non furono opera dei dirottatori. Lo schianto degli aerei passeggeri sarebbe stato solo un diversivo. «Osservando l'impatto, si evince che non è stato un aereo a schiantarsi contro il Pentagono. Solo un missile potrebbe aver causato un foro dalla circonferenza perfetta come quello che dicono sia stato provocato dall'aereo. L’aspetto più drammatico di tutta la vicenda è che probabilmente la verità non si conoscerà mai». In un’analisi che si trascina per una decina di pagine dattiloscritte, il nome di Bin Laden e della sua organizzazione non compaiono neppure una volta.
Il ragionamento di Castro ruota soprattutto attorno all’attacco contro il Pentagono e per analogia demolisce anche la ricostruzione sul crollo delle Torri Gemelle a New York. Oltre alle considerazioni balistiche, punta il dito sul fatto che non è stata trovata traccia dei resti dei passeggeri e sottolinea le incongruenze tra i dati recuperati dalle scatole nere e «tutte le conoscenze matematiche, sismologiche e ingegneristiche più accreditate». Le considerazioni tecniche sono tuttavia un semplice corollario rispetto a un atto d’accusa squisitamente politico: «La rivoluzione cubana si fonda sulla verità e la trasparenza, l’imperialismo americano sull’inganno e la manipolazione». Castro ricorda inoltre i «numerosi atti di terrorismo» degli Usa contro Cuba, particolarmente quelli diretti alla sua eliminazione fisica. «Tutti miseramente falliti», aggiunge con evidente orgoglio. Tra questi ve ne sarebbero stati almeno un paio che prevedevano il dirottamento di voli di linea.
La teoria del complotto, secondo la quale gli attacchi dell’11 settembre sarebbero stati organizzati dal governo americano con missili ed esplosivi piazzati ad arte con l’obiettivo di scatenare una guerra per il petrolio, affascina da tempo non solo gli avversari più radicali dell’amministrazione Bush e trova sostenitori fra docenti universitari, luminari del genio civile ed esperti di demolizioni. Come spesso avviene in questi casi, non basta tuttavia confutare una tesi per provarne automaticamente un’altra. Lo scrittore e saggista Gore Vidal taglia corto: «Bush e i suoi sono troppo stupidi per aver organizzato una cosa del genere».
Intanto sarebbe in arrivo un altro video di al Qaeda, il terzo nel giro di una settimana. Questa volta non avrebbe per protagonista bin Laden ma la leadership dell’organizzazione terroristica in Afghanistan. Site, un gruppo di studio sull’intelligence internazionale, anticipa che conterrà un intervento di Mustafa Abu Al-Yazid, noto anche come lo sceicco Said, insieme a immagini di repertorio sulle torri del World Trade Center avvolte dalle fiamme.
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