Pacifisti che diffondono odio
con una sistematica disinformazione
Testata:
Data: 01/09/2007
Pagina: 0
Autore: la redazione
Titolo: Razzo Qassam ferisce donna a Sderot - Tre bambini palestinesi uccisi dal fuoco israeliano - Ancora uno
Per il sito "pacifista" PEACEREPORTER, la città israeliana di Sderot, bersaglio dei razzi kassam palestinesi, è una "colonia".
Per loro, probabilmente, tutto Israele è un insediamento da smantellare

http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=41677
Israele - Palestina - 30.8.2007 11:48:00
Un razzo Qassam è caduto questa mattina sulla colonia israeliana di Sderot, poco distante dal confine con la Striscia di Gaza. Il razzo palestinese ha colpito un'abitazione ferendo una donna in modo lieve.

Israele uccide i bambini palestinesi. Il fuoco dell'esercito è "contro il campo profughi di Jabaliya", non contro le postazioni di razzi kassam, dove i bambini vengono mandati dai terroristi a svolgere pericolosissime "missioni" di recupero:

http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=41665
Israele - Palestina - 30.8.2007 08:06:00
Sono tre i bambini palestinesi uccisi ieri dal fuoco dell'esercito israeliano contro il campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. Fonti mediche riferiscono che oltre, ai due fratelli di 10 e 12 anni uccisi dall'artiglieria israeliana mentre giocavano vicino alla loro abitazione, in serata è deceduta anche la cugina dei due, di nove anni, che era rimasta gravemente ferita e trasportata all'ospedale di Beit Lahya. Le stesse fonti parlano anche di un quarto bambino coinvolto nell'incidente, ferito ma non in pericolo di vita.


La barriera di sicurezza israeliana viene condannata senza una parola sul terrorismo e  sulle vite che ha salvato dal terrorismo suicida http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=510

Contrabbando d'armi e infiltrazione terroristiche sono un dettaglio anche per quanto riguarda la barriera che Israele progetta al confine con l'Egitto e che servirà invece a fermare i "disperati" come i profughi del Darfur.
A proposito di questi ultimi, PEACEREPORTER fa un po' di confusione.

Sembra infatti che tutti i sudanesi che giungono in Israele provengano da quella regione, il che è falso: vi sono anche rifugiati economici, ed'è facile capire che Israele potrebbe difficilmente reggere una massiccia immigrazione di diseredati dall'Africa.
Ovviamente, i 500 profughi del Darfur che Israele ha accolto non vengono nominati.
L'ipotesi che i rifugiati vengano accolti in Egitto non è nemmeno presa in considerazione e il comportamento del regime di Mubarak non è sottoposto a nessun giudizio morale.
Ecco il testo:

http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=8635
 
Israele - Palestina - 30.8.2007


Mentre non è ancora completata la barriera in Cisgiordania, il governo di Tel Aviv lavora già alla costruzione di un nuovo muro, quello che dovrebbe correre lungo il confine con l'Egitto, frontiera secondo cui, per Israele, passano armi, merci di contrabbando, droga e migranti.
Un altro muro.
E' proprio così, anche i migranti. Il quotidiano israeliano Ha'aretz infatti, dando notizia della discussione avvenuta in Commissione Esteri della Knesset (parlamento israeliano) riguardo al progetto, ha specificato che sono molti gli aspetti che preoccupano il governo israeliano rispetto al confine con l'Egitto, e tra questi ci sono anche i disperati in fuga dal Sudan, dalla Somalia o da una delle tante crisi dell'Africa che, attraverso l'Egitto, tentano di raggiungere Israele, magari attirati dalle voci di naturalizzazioni facili per i convertiti all'ebraismo. Voci inattendibili, essendo il processo di naturalizzazione in base alla Legge del Ritorno, che apre le porte d'Israele a tutti gli ebrei, molto più complesso.Eppure i disperati ci credono e, come è successo a 48 migranti sudanesi il 19 agosto scorso, arrivati in Israele, vengono espulsi. L'opinione pubblica israeliana è insorta, rivedendo nei 48 migranti l'icona di tanti ebrei in fuga dalla Seconda Guerra mondiale e dai pogrom, e ritenendo un tradimento allo spirito originario d'Israele la cacciata dei sudanesi che scappano dal conflitto in Darfur. Le autorità israeliane sono state irremovibili, e il ministero degli Interni di Tel Aviv aveva reso noti i dati dell'immigrazione clandestina, secondo i quali sono almeno 2.800 i migranti entrati nel paese attraverso il deserto egiziano, oltre 1.100 dei quali provenienti dal Sudan.
Dati, secondo il governo, inaccettabili che si sommano al traffico di armi e stupefacenti che, da anni, trova nel deserto egiziano il suo ambiente ideale.
Convincere l'Egitto. Il direttore generale del Gabinetto del primo ministro israeliano Ràanan Dinur, secondo le fonti di Ha'aretz, ha spiegato alla Commissione la necessità di costruire un muro lungo confine con l'Egitto, per chiudere la frontiera colabrodo, mettendo in cantiere una spesa di 3 miliardi di shekel (circa 530 milioni di euro). La costruzione sarebbe interamente a carico del governo israeliano, ma verrebbe condotta di comune accordo con le autorità egiziane che, sempre secondo il quotidiano israeliano, sono state già informate del progetto, in modo che non sembri un atto ostile verso uno dei pochi paesi arabi con cui Israele ha firmato un accordo di pace.
Il vice premier d'Israele Haim Ramon, nei giorni scorsi, avrebbe avuto al Cairo un incontro riservato con il potente Omar Suleiman, capo dei servizi segreti egiziani, per illustrare le necessità di Tel Aviv. L'accordo, però, non sembra così facile. Nei giorni scorsi c'è stato un duro scambio di accuse fra Israele ed Egitto, riguardo alla sicurezza del confine tra Egitto e Striscia di Gaza. Secondo Israele, le autorità egiziane fanno troppo poco per impedire il contrabbando di armi fra i due territori, che avverrebbe in larga parte attraverso tunnel scavati sotto la frontiera.

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