Bambini palestinesi mandati a recuperare le rampe dei kassam
u.d.g. lo scrive, ma non dà la colpa ai terroristi
Testata:
Data: 31/08/2007
Pagina: 14
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Bimbi a caccia di rampe dei Qassam, un euro o la morte
Umberto de Giovannageli scrive un articolo, relegato, sull' UNITA' del 31 agosto 2007 al fondo di pagina 14, sui bambini palestinesi pagati (dai gruppi terroristici) per recuperare le rampe dei razzi kassam.

Anziché condannare i terroristi, che mandano i bambini a rischiare la vita e attaccano Israele da zone abitate, attribuisce il fenomeno alla miseria di Gaza, che in molti altri articolo a provveduto a  drammatizzare (trasformandola quasi in una carestia), attribuendola a Israele a alla comunità internazionale, per il rifiuto di sovvenzionare il governo terrorista di Hamas.

Ecco il testo:


Cinque shekel, il corrispettivo di 1 euro. Tanto può valere la vita di un bambino di Gaza. Un bambino che rischia la vita nel recupero delle «rampe» dei missili Qassam. Storie di miseria. Storie di bambini vittime di una sporca guerra che ruba loro l’infanzia e,a molti, la vita stessa. La tragedia di Gaza sono anche quei bambini che corrono alla ricerca dei «tubi di lancio» ancora fumanti abbandonati dai miliziani. «Pesano circa cinque chili - racconta Adnan, 15 anni - possiamo venderli come rottame e guadagnare qualcosa». Un guadagno, per l’appunto, di 5 shekel per ciascun «tubo», che è null’altro che un treppiedi di ferro malamente saldato.
Eppure per quei cinque shekel i piccoli raccoglitori di Qassam qualche volta, sempre più spesso, muoiono. Anche gli ufficiali dell'esercito infatti, appostati al di là del confine, cercano le stesse «rampe»: «Se non le distruggessimo potrebbero essere usate di nuovo per colpire la nostra popolazione» spiega un portavoce militare. I soldati tentano di localizzarle attraverso la traiettoria del razzo diretto sulle città israeliane e registrata dal radar e poi riversando quei dati sulle mappe, oppure utilizzando le immagini trasmesse dai satelliti spia. Qualche volta i piccoli palestinesi arrivano a scovarle per primi, e così fra grida e risate complici si trascinano via il loro prezioso bottino di ferro come fossero in un gioco di gruppo. Altre volte le trovano prima i soldati, e allora puntano l'oggetto e in pochi istanti, dentro il boato di un razzo terra-terra, lo sbriciolano rendendolo inutilizzabile per il prossimo attacco. Accade infine che bambini e soldati arrivino insieme, esattamente nello stesso, drammatico, istante, quando il boato dell'esplosione e le urla di gioia si sovrappongono e si spengono insieme.
È accaduto così anche l’altro ieri, tra i campi profughi di Jabalia e Beit Hanun, nel nord della Striscia: tre cuginetti di 10 e 12 anni, Yahya, Mahmoud e Sarah, finalmente arrivati vicino al loro rottame, sono stati centrati da una bomba israeliana sparata con precisione contro lo stesso obiettivo. Due settimane fa, in circostanze identiche e pressoché nello stesso luogo, erano rimasti uccisi altri due bambini. Secondo i militari israeliani la colpa è dei miliziani palestinesi: sarebbero loro stessi a indicare ai bambini il posto in cui si trovano le «rampe» vuote, per farle recuperare e poi ricomprarsele. Ma dalla Jihad Islamica respingono l'accusa: «È falso - dice un portavoce del gruppo integralista - ogni Qassam ci costa 700 dollari, e certamente non mettiamo a rischio la vita di nessuno per recuperare un pezzo di ferro: possiamo costruirne quanti ne vogliamo e valgono solo pochi spiccioli». Secondo il miliziano, ciascun razzo viene lanciato utilizzando un timer: i loro uomini lo attivano, poi hanno a disposizione una ventina di secondi per fuggire. «In questo modo se gli israeliani sono veloci a localizzare il punto da dove è partito il nostro attacco e lo bombardano, i combattenti sono ormai al sicuro», dice. I miliziani sono salvi, ma non i piccoli raccoglitori di Qassam che dal momento del boato iniziano la loro sfida incosciente, sperando di battere sul tempo la sofisticata tecnologia militare. Una gara quotidiana fra una esplosione e l’altra che ha in palio 1 Euro, oppure la morte..

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