Un libro di cui non si sente il bisogno
Ariel Toaff annuncia la seconda edizione di Pasque di sangue
Testata: Corriere della Sera
Data: 27/07/2007
Pagina: 41
Autore: Marisa Fumagalli
Titolo: Toaff, ai miei critici dico: leggete la nuova edizione di «Pasque di sangue»
Dal CORRIERE della SERA del 27 luglio 2007:

CORTINA D'AMPEZZO — È possibile riparlare di un libro forte, controverso, già «lapidato» assieme all'autore, lo storico Ariel Toaff, e per questo ritirato nel volgere di pochi giorni («occorreva calmare le acque»), in un clima disteso, ragionandone senza pregiudizi? Ci hanno provato, ieri, nel salotto culturale di «CortinaIncontra », il protagonista dello scandalo editoriale dello scorso inverno, due storici — Franco Cardini e Sergio Luzzatto — e la giornalista/scrittrice Elena Loewenthal. Con un annuncio: il ritorno in libreria (attorno a fine anno) dello stesso Pasque di sangue (Il Mulino), corredato, però, di una nuova prefazione di 50 pagine, di altre note e con qualche aggiustamento del testo. L'anticipazione sarà pubblicata, in inglese, su Internet.
«L'obiettivo è di rispondere alla pioggia di critiche, molte di esse formulate a priori — spiega Ariel Toaff — dei miei detrattori. Questa volta mi sono avvalso della collaborazione di tre rabbini». Ma, sia chiaro, non è prevista alcuna abiura del saggio originale. L'autore è convinto che «la ricerca della verità storica non può e non deve essere asservita a considerazioni di utilità politica e condizionata dal pericolo di strumentalizzazioni e stravolgimenti». «Mi sono prefisso — dice — di presentare gli ebrei come sono, non come dovrebbero essere. E l'ho fatto».
Toaff ammette, tuttavia, che la vicenda centrale di Pasque di sangue, per sua ma anche per altrui responsabilità, ha finito con l'assumere valenza sproporzionata: un infanticidio, consumato a Trento nel 1475 — il sacrificio del cristiano Simonino, il cui corpo è stato trovato, alla vigilia della Pasqua ebraica, nell'abitazione-sinagoga di un israelita di origine tedesca — viene assunto come rituale. Con il corredo di pratiche magiche e terapeutiche, mutuate dall'uso del sangue. «Ecco che ritornano l'antisemitismo ossessivo, e le ignobili falsità, diffuse per secoli», attaccarono, numerosi, i nemici del libro.
«Non si può escludere, invece — nota Franco Cardini — che, in quelle epoche, alcuni ebrei, come individui, non come gruppo, si fossero macchiati di certi delitti. Il fatto è che, dopo la tragedia della Shoah, l'accusa del sangue è diventata tabù». «Credo — aggiunge — che, nel tempo, bisognerà pure uscire da questo complesso. Ariel Toaff, ebreo, ha aperto la strada». Oggi Cardini appare più prudente negli elogi del saggio contestato, che difese a spada tratta. Dopo averlo letto tre volte, sostiene di apprezzarlo, pur denunciando qualche limite. Mentre l'autore confessa che «alcuni indicativi del suo libro, nella nuova edizione, diventeranno condizionali». Luzzatto, primo recensore entusiasta, ricorda, con vaga autocritica, di essersi fatto «incantare » dalla prosa di Toaff. Chi non cambia idea è Elena Loewenthal: la pubblicazione di Pasque di sangue è stata anche una maliziosa operazione di marketing.

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