Non combattiamo il terrorismo, non facciamoci prendere dalla psicosi del terrorismo, il vero terrorismo è il nostro
idee "di sinistra" per suicidarci meglio
Testata:
Data: 03/07/2007
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Autore: la redazione - Francesca Maretta - la redazione
Titolo: Brown, il contrario di Bush - Gran Bretagna, ormai è psicosi terrorismo:arrestati due cittadini mediorientali - E' terrorismo Nato
"Brown, il contrario di Bush" è il titolo dell'editoriale del RIFOMISTA del 3 luglio 2007 (pagina 2), che loda la decisione del premier britannico di rinunciare alla possibilità di  dichiarare lo stato di guerra senza il consenso del parlamento. La proposta di riforma istituzionale è stata presentata a ridosso degli attentati a Londra e Glasgow. Circostanza che aumenta, secondo il quotidiano,  il merito "democratico" di Blair.

E' evidente, ci sembra,  che l'11 settembre non è paragonabile ai due falliti attentati a Londra e a Glasgow. Il paragone tra Bush nel 2001, che dopo la rivendicazione di Osama Bin Laden degli apocalittici attentati contro le Twin towers e il Pentagono , il rifiuto di consegnarlo da parte dell'Afghanistan dei talebani, e  il rifiuto dell'Iraq di Saddam Hussein di ottemperare alle risoluzioni dell'Onu sapeva benissimo a chi dichiarare guerra e Brown nel 2007, che, con truppe già impegnate in Afghanistan e Iraq,  fronteggia le metastasi di Al Qaeda, non ha senso e si giustifica solo con l'accecamento ideologico.
A meno che qualcuno, al RIFORMISTA, abbia semplicemente alzato un po' il gomito.

Inoltre, vale la pena di ricordare che i governi sono eletti  quanto i parlamenti, la dove vige un regime democratico. Ed'è del tutto ragionevole assegnare  la decisione sulla pace e sulla guerra, come la determinazione della politica estera di un paese, al potere esecutivo e non a quello legislativo.

E' al potere esecutivo che spetta la difesa della sicurezza dei cittadini. E' il potere esecutivo che conosce e valuta informazioni riservate, che non potrebbero essere condivise da centinaia di parlamentari.

Per sua natura, poi, il potere esecutivo è meno esposto di quello legislativo alle pressioni di minoranze ideologizzate. Che non rappresentano gli interessi e la volontà della maggioranza dei cittadini e che sono ben poco interessate alla loro sicurezza.
Il rischio della paralisi decisionale, in democrazia, è sempre presente. E tutte le persone di buon senso dovrebbero paventare una situazione in cui la possibilità di rispondere militarmente all'aggressione del terrorismo islamico è ridotta o interdetta dalla sinistra e dalla destra estreme o dall'assolutismo di certo pacifismo.

Forse, dopo tutto,  l'idea di Brown non è così buona.

Ecco il testo: 

Non è da tutti i capi di governo cedere una parte di potere quando il proprio paese è sotto attacco. Non è da tutti i capi di governo, si potrebbe aggiungere poi, cedere il potere tout court. Per questo se, come sembra, Gordon Brown intende rinunciare al diritto di dichiarare guerra senza l'approvazione del Parlamento, il primo ministro britannico merita due volte i nostri complimenti. Proponendo una serie di riforme istituzionali che, stando alle anticipazioni rivelate dalla stampa britannica e dalla Bbc, includono la rinuncia da parte di Downing Street a una serie di prerogative dell'esecutivo, incluse la possibilità di dichiarare lo stato di guerra e di nominare vescovi della Chiesa anglicana senza consultarsi con il legislativo, Brown ha dimostrato un notevole rispetto per i princìpi della democrazia parlamentare. Così facendo, Brown ha anche preso le distanze dal suo predecessore, Tony Blair, ripetutamente accusato dalla stampa di ignorare, per quanto possibile, il suo stesso Parlamento. Di questa riforma istituzionale, dirà chi ben conosce le vicende londinesi, si parlava già da qualche mese, prima che Brown diventasse primo ministro, e sono frutto di anni di durissime pressioni sul partito laburista in questa direzione. Tuttavia queste riforme assumono un valore particolare proprio perché vengono alla luce in un momento così difficile per il paese.
Dopo gli attentati sventati a Londra, l'attacco sull'aeroporto di Glasgow e, ora, la caccia disperata alle cellule terroriste (pare alcuni elementi coinvolti negli attentati siano ancora a piede libero), non ci possono essere dubbi: la Gran Bretagna è sotto attacco. In questo frangente, il comportamento di Brown è in netto contrasto con quello di George W. Bush: dal 2001, il presidente americano ha costantemente eroso il potere dell'esecutivo, fino a ignorare il Congresso. L'arroganza di Bush - che non era minore quando il legislativo era in mano al suo stesso partito - è culminata nel recente rifiuto di collaborare in alcune investigazioni del Congresso, in nome dell'executive privilege, il privilegio dell'esecutivo, che non poco ha fatto discutere la stampa americana. Finora il presidente neo-con ha giustificato l'accentramento dei poteri con la minaccia terrorista cui gli Usa sono esposti. Sulla minaccia, Bush ha ragione: è assai reale. Brown, con coraggio, ha dimostrato che essa non giustifica l'erosione della democrazia.

In Gran Bretagna, annuncia il titolo di LIBERAZIONE a pagina 4, ormai è "psicosi terrorismo" come dimostra l'arresto di due "cittadini mediorentali" (accusati per i falliti attentati a Londra e Glasgow).

Il mesaggio, anche della cronaca di Francesca Maretta,  è che non ci si deve preoccupare troppo del terrorismo, che molto probabilmente polizie e servizi di sicurezza non arrestano terroristi, ma perseguitano innocenti, che il vero problema è evitare restrizioni ai "diritti civili".

Il diritto civile di non essere uccisi da autobombe e bombe umane non esiste, chi lo difende è affetto da una "psicosi".

Ecco il testo:

Londra
Sette arresti in totale, 19 perquisizioni, esplosioni controllate di auto sospette e disagi negli aeroporti seguiti all'aumento dei controlli di sicurezza ed al divieto di caricare o scaricare passeggeri presso gli accessi ai terminal.
Questo l'inizio della settimana dei sudditi di Sua Maesà britannica seguita al week-end degli attentati falliti di Londra e Glasgow che nuovo premier Gordon Brown Brown ed la Signora Jakie Smith, prima donna ministro dell'Interno nominata nel Regno, hanno attribuito ad una "minaccia terroristica internazionale costante e grave", puntando indirettamente il dito contro al Al-Qaeda. Ieri è emerso che i due attentatori suicidi in azione nell'aeroporto scozzese erano gli stessi che avevano parcheggiato le auto-bomba al centro della capitale britannica. Scotland Yard, che è sulle tracce di altri componenti della cellula protagonista degli attentati falliti. Il livello di allerta nel paese è "critico". Nel linguaggio del "Cobra", il comitato per la pianificazione delle emergenze a livello governativo, significa che è in atto una potenziale, imminente minaccia nel paese. Tra gli arrestati di ieri figurano due medici, Mohammed Jamil Abdelkader Asha, 27 anni, di origine palestinese ed in possesso di passaporto giordano e l'iracheno Bilal Talal Abdul Samad Abdulla, iscritto dal 2004 nel registro dei medici britannici. Il medico giordano stava seguendo una formazione da neurochirurgo presso l'ospedale di North Staffordshire (Newcastle-under-Lyme), dove la polizia ha effettuato ieri diverse perquisizioni.
Le autorità britanniche hanno informato il governo della Giordania dell'arresto di Mohammed Jamil Asha, ma fonti di Amman dichiarano che al momento l'uomo non è formalmente accusato di alcun reato. Secondo indiscrezioni circolate ieri gli inquirenti lo indicherebbero come il cervello degli attentati mancati. Attacchi sventati non grazie ad un vero e proprio "colpo di fortuna", secondo la neoministra dell'Interno Smith, come tuttavia emerge dalla ricostruzione hanno sottolineato tutti i giornali britannici, dai tabloid, al Times. "Penso che la gente stia con gli occhi bene aperti, che ci sono agenti di polizia e artificieri incredibilmente coraggiosi e che l'intelligence vigili in modo molto attento", ha dichiarato con convinzione la signora Smith. Secondo i giornali in edicola ieri se non fosse stato per una serie di circostanze fortuite, oggi Gordon Brown avrebbe presenziato a funerali di Stato delle potenziali decine di vittime che i falliti attentati realizzati a meno di 24 ore di distanza avrebbero potuto provocare. Se il cellulare che avrebbe dovuto innescare la deflagrazione della una mercedes verde metallizzato parcheggiata fuori dalla discoteca Tiger Tiger ad Hymarket al centro della capitale britannica avesse funzionato e se gli infermieri arrivati sul posto in ambulanza per un soccorso non avessero notato la strana fuoriuscita di fumo dal veicolo, ci sarebbe stata una strage.
Lo stesso sarebbe accaduto se i due cittadini di origine asiatica protagonisti dell'azione kamikaze fallita perché la jeep Cherockee che avevano scaraventato presso il terminal principale della città scozzese si è fermata, impedendo la propagazione della "palla di fuoco" che avrebbe dovuto inghiottire vite umane e far crollare pareti e soffitto dell'aerostazione (questo l'obiettivo dell'attacco secondo una prima ricostruzione dei fatti condotta dagli inquirrenti)."Non ci piegheremo al terrorismo, non ci lasceremo intimidire è importante che tutti vadano avanti con la vita normale. E' molto importante che noi, cittadini britannici inviamo ai terroristi il messaggio che non gli è consentito minacciare il nostro stile di vita britannico", ha dichiarato il primo ministro Brown, che visto stravolto il suo programma di lavoro appena insediatosi a Downing Street.
A parte il doversi adattare alle nuove misure immediatamente la vita nelle città e nei centri rurali britannici sembrava ieri scorrere come al solito. Chi potrebbe nell'immediato pagare conseguenze dirette per l'innalzamento del livello di allerta in Gran Bretagna sono i cittadini appartenenti alle comunità islamiche. I loro leader hanno condannato duramente gli attentati. Mohammad Sarwar, parlamentare di Glasgow ed esponente della comunità islamica scozzese ha ammesso la possibilità che giovani britannici di seconda generazione possano subire un "lavaggio del cervello" da parte di fondamentalisti. La British Muslim Initiative ha invitato i cittadini delle comunità musulmane a collaborare con gli inquirenti. "I terroristi attaccano i valori che sono condivisi da tutti i cittadini che rispettano la legge", ha sottolineato il neoministro dell'Interno.
Nell'ultima intervista rilasciata come primo ministro, un giorno prima di lasciare Downing Street e trasmessa ieri sera dall'emittente televisiva "Channel Four" nel programma 'The Last Days of Tony Blair' (Gli ultimi giorni di Tony Blair), l'ex premier britannico aveva indicato che la minaccia proveniente da "consistenti gruppi di persone" rappresenterà una preoccupazione chiave non soltanto per il suo successore, Gordon Brown, ma anche per i due prossimi capi di governo. Il neo-inviato speciale del Quartetto per il Medio Oriente nell'intervista ha sottolineato inoltre che la sorveglianza su larga scala dei sospetti terroristi è fondamentale, definendo "totalmente assurde" le critiche di alcuni attivisti per le libertà civili.

Con il titolo " E' terrorismo Nato" LIBERAZIONE commenta in prima pagina questa foto di una una ragazza afghana ferita dall´incursione nato nella provincia del Helmand

Dimenticando, come abituale per chi vuol far credere che il vero terrorismo è l'antiterrorismo, che i bombardamenti Nato, a differenza degli attentati jihadisti, non sono diretti contro i civili.
E che i terroristi, de civili, si fanno scudo.

Com'era prevedibile, mentre tutto l'Occidente (dalla Gran Bretagna alla Spagna di Zapatero colpita in Yemen) è sotto l'attacco jihadista, contro di esso si scatena anche, dal fronte avverso come da quello interno, una propaganda molto simile a quella già usata contro Israele. Tacciato di essere uno "Stato terrorista" mentre subiva un'aggressione terroristica senza precedenti.    

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