La notizia per l'UNITA' è che Israele minaccia i capi di Hamas. L'apertura dell'articolo di Umberto De Giovannangeli è dedicata a Khaled Meshal, dichiarato "un uomo morto" da Avi Dichter, ministro della Sicurezza israeliano, ex capo dello Shin Bet. Chi sia Meshal, un capo terrorista granitico nel riaffermare la sua convinzione che Israele debba essere spazzato via dalla faccia della terra, non viene spiegato.
La notizia della morte di Shirel Feldman, la donna di 32 anni uccisa a Sderot si trova solo tra le righe dell'articolo. Scivola via quasi inavvertita. Del resto, della vittima israeliana non viene riportato il nome, a differenza di quanto accade per i "comandanti del movimento integralista" Hamas. Inoltre, lei non è stata uccisa, ma "ferita mortalmente".
Bissogna capire u.d.g. comunque. Aveva cose più importanti di cui occuparsi: metà dell'articolo è occupato dalla condanna preventiva delle eliminazioni mirate israeliane, pronunciata da Massimo D'Alema.
Ecco il testo dell'articolo:
«KHALED MESHAAL è un uomo morto». Parola di Avi Dichter, ministro della Sicurezza israeliano, ex capo dello Shin Bet (il servizio segreto interno dello Stato
ebraico). «Sono persuaso - afferma - che alla prima occasione ci separeremo da lui». Dieci anni fa Meshaal è sopravvissuto a Amman a un attentato del Mossad. «Meshaal non ha alcuna immunità, né a Damasco (dove abita, ndr.) né altrove», insiste Dichter, che ha rivolto un avvertimento anche al premier palestinese di Hamas, Ismail Haniyeh: «Se è fra coloro che danno gli ordini di attacco, allora anche lui sarà un obiettivo nel mirino», aggiunge un altro ministro, il laburista Benyamin Ben Eliezer. Sul campo la spirale della violenza per ora non sembra rallentare, anzi. Almeno cinque miliziani della Jihad islamica sono stati uccisi da un missile israeliano che ieri pomeriggio ha colpito la loro auto a Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. L’altra notte, due raid hanno fatto nove morti a Gaza City, colpendo fra l’altro la casa del deputato di Hamas Khalil al-Haya, Il parlamentare è sfuggito alla morte, ma sono stati uccisi diversi suoi familiari e un comandante del movimento integralista, Samih Salih Firwana. Le brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno giurato vendetta contro Israele, affermando che la risposta sarà come «un terremoto» per lo Stato ebraico. La Jihad islamica ha sostenuto a sua volta di avere un piccolo esercito di «decine» di donne kamikaze da lanciare contro «l’entità sionista». Il cuore di Israele batte per Sderot. E piange le vittime dei Qassam. Oltre 100 razzi sono caduti negli ultimi giorni, e anche ieri, contro la cittadina: in serata, una donna di 35 anni viene ferita mortalmente dall’esplosione di un razzo lanciato da miliziani palestinesi. Il missile ha colpito l’auto in una zona commerciale della parte sud di Sderot. Si tratta della prima vittima israeliana in sei mesi. A rivendicare l’attacco è il braccio armato di Hamas. Il razzo mortale ha preceduto di pochissimo tempo l' arrivo in città dell' Alto Rappresentante dell' Ue per la politica estera e la sicurezza Javier Solana, che è in compagnia della ministra degli Esteri israeliana Tzipi Livni. Un gruppo infuriato di abitanti di Sderot ha minacciato di dare fuoco agli pneumatici dell' automobile sulla quale viaggiavano Solana e la Livni per protestare contro il proseguimento dei tiri di razzi.
Sulla drammatica escalation di violenze in Palestina, torna Massimo D’Alema. «Si dovrebbe fare ogni sforzo per limitare o azzerare il ricorso alla violenza e ad attacchi sul cui carattere mirato, sulla base degli effetti della popolazione civile, c'è motivo di dubitare; almeno sulla base del bilancio conseguito», afferma il ministro degli Esteri, in una intervista rilasciata al Gr-Rai. Anche per questa ragione, secondo il vicepremier, «bisognerebbe cercare di rafforzare la sicurezza palestinese e riprendere in mano la situazione». «Con i bombardamenti - rimarca D’Alema - ho paura che non si riprenda in mano nulla; anzi che tutto precipiti in un caos ed in una disperazione ancora più ingovernabile». Gaza è ormai una sorta di «prigione a cielo aperto», nella quale il 70% dei giovani è disoccupato e si tratta, ha aggiunto, di «disoccupati armati. È il caos, questa è la verità. Anche per questo - insiste D’Alema - bisognerebbe cercare di rafforzare la sicurezza palestinese. Con i bombardamenti ho paura che non si riprende in mano nulla, anzi che tutto precipiti in un caos ed in una disperazione ancora più ingovernabile». u.d.g.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione dell'Unità