I titoli in funzione anti-Israele
Il quotidiano DS perde il pelo (copie) ma non il vizio
Testata:
Data: 20/05/2007
Pagina: 12
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Israele apre ad una forza internazionale di pace da dislocare a Gaza

Per capire come L'UNITA' sia poco credibile quando informa su Israele, è sufficiente leggere il pezzo di Umberto De Giovannangeli pubblicato oggi  20/05/2007. a pag.12.  Sotto il titolo "  Israele apre ad una forza internazionale di pace da dislocare a Gaza ", l'articolo inizia  con " sarebbe accettabile solo se giocasse un ruolo «esecutivo» e se desse la caccia ai «terroristi» e confiscasse le armi ". Se queste sono le giuste condizioni che il Ministro Livi pone, salta tutto l'impianto dell'UNITA' con quel titolo. Che si rivela per la sua unica funzione:  dato che la forza internazionale di pace, che non avrà mai reali poteri, non si realizzerà, ecco un buon motivo per affermare che la colpa sarà tutta di Israele che non l'avrà voluta.

Ecco il pezzo di UDG:

Israele apre all’invio di una forza multinazionale a Gaza. A farlo è la ministra degli Esteri Tzipi Livni. Secondo il quotidiano «Haaretz», durante un incontro l’altro ieri con alcuni diplomatici occidentali, la responsabile della diplomazia israeliana avrebbe espresso disponibilità al dispiegamento di una forza multinazionale, che però sarebbe accettabile solo se giocasse un ruolo «esecutivo» e se desse la caccia ai «terroristi» e confiscasse le armi. «Se il mandato della forza fosse simile a quello di Unifil (la forza dell’Onu in Libano, ndr.) - ha chiarito la ministra - allora Israele non sarebbe interessato. Ma se la forza avesse un mandato più esecutivo, allora avremmo una posizione diversa». «La comunità internazionale è realmente pronta a mandare una forza che vada casa per casa a scovare i terroristi? - è stato il messaggio della Livni ai diplomatici europei, secondo il racconto di un alto funzionario del ministero degli Esteri -. Questo è il tipo di forza che è necessaria a Gaza. Siete realmente disposti a fare il lavoro di cui c’è bisogno?». Da parte palestinese, viene un deciso sostegno al dispiegamento di una forza multinazionale, la quale, afferma il consigliere politico del presidente Abu Mazen, Saeb Erekat, «avrebbe il compito di garantire la sicurezza di ambedue le popolazioni civili».
Dal futuribile al presente. L’aviazione israeliana ha proseguito ieri i suoi obiettivi contro obiettivi di Hamas nella Striscia, uccidendo due persone e ferendone altri sei, mentre tra Hamas e Al Fatah è cominciata una nuova fragile tregua, la quinta da quando, nove giorni fa, sono cominciati gli scontri tra i miliziani delle due organizzazioni rivali. In un attacco, confermato anche da un portavoce militare, due palestinesi sono stati uccisi e altri sei feriti, da uno o più razzi sparati da un aereo contro una località, nel nord della Striscia, dalla quale erano stati lanciati razzi Qassam contro il territorio israeliano. Fonti locali palestinesi hanno detto che sono stati uccisi per errore due pastori e altri sei sono stati feriti. Secondo Israele invece è stato colpito un gruppo di miliziani che avevano sparato razzi Qassam. Due soldati israeliani sono stati feriti leggermente da un razzo anticarro sparato contro un bulldozer dell’esercito che assieme ad alcuni carri armati ha occupato una posizione all’interno della Striscia, a poche centinaia di metri dal confine con Israele, al fine di monitorare i movimenti di miliziani nell’area limitrofa. Le attività militari israeliane non hanno tuttavia impedito a miliziani di Hamas di tirare almeno altri quattro razzi sulla città di Sderot e in aree vicine, causando uno stato di shock a una donna. Il ministro della Difesa Amir Peretz si è espresso contro un’invasione militare della Striscia, affermando che per ora Israele «ancora dispone di un ampio margine di manovra» prima di considerare altre operazioni. Peretz ha aggiunto che Israele non intende interferire negli scontri interni palestinesi ma che vuole la vittoria delle «forze moderate», intendendo quelle leali al presidente Abu Mazen. Peretz non ha tuttavia voluto dire cosa Israele sia disposto a fare per aiutarle. La linea di Israele sarà comunque decisa in una nuova riunione che il gabinetto ministeriale per la sicurezza terrà oggi a Gerusalemme.
Sul fronte palestinese, una nuova tregua, la quinta della serie dall’inizio degli scontri tra Hamas e Al Fatah è entrata in vigore alle ore 15 locali (le 14 in Italia) nella Striscia. La tregua, annunciata dal portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri a Gaza City, impegna Hamas e Al Fatah a ritirare dalle strade le rispettive milizie, a revocare i posti di blocco e a uno scambio di prigionieri

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