Israele vince il premio Pulitzer per la fotografia
non illudetevi, leggete perchè
Testata: Corriere della Sera
Data: 21/04/2007
Pagina: 12
Autore: la redazione
Titolo: La ragazza del Pulitzer: "Questa foto è il simbolo della vergogna di Israele"

E' raro che Israele vinca qualche premio internazionale nel campo dell'informazione. La palma d'oro va ai suoi critici, che godono dell'appoggio incondizionato dei mass media mondiali. Per questo ci aveva stupito che il Premio Pulitzer fosse andato ad una israeliana. Poi abbiamo letto e abbiamo capito. E'vero che l'ha vinto un'israeliana, ma la fotografia premiata mostra la" brutalità delle forze armate d'Israele". Ecco la breve ma istruttiva cronaca dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/04/2007, a pag.12:

GERUSALEMME — La foto della giovane israeliana che da sola affronta una colonna di poliziotti ha fatto il giro e del mondo ed è valsa al suo autore, il fotografo dell'Ap Oded Balilty, il premio Pulitzer. Ma lei, Nili, non è affatto contenta della notorietà, anzi, intervistata dal quotidiano
Yedioth Ahronoth, afferma perentoria che «non c'è niente di cui essere orgogliosi, quella foto è semplicemente un imbarazzo per lo Stato ebraico: invece di difendere il popolo e la terra di Israele, le forze di sicurezza distruggono le case degli ebrei». Nili ha 16 anni e frequenta un liceo religioso per sole ragazze. Il suo animo battagliero e la sua profonda fede l'hanno portata nel gennaio del 2006 a scontrarsi, con i soldati inviati dal governo a sgomberare Amona, un avamposto abusivo non lontano da Ramallah: più di 200 persone rimasero ferite. Proprio allora Balilty scattò la foto del Pulitzer, in cui si vede Nili resistere da sola contro una colonna di poliziotti. Quello che non si vede, aggiunge lei, sono le botte che ha preso subito dopo lo scatto. Ma quello che è successo non sembra averle fatto cambiare idea. «Voi mi vedete nella fotografia, una contro tanti, ma è solo un'illusione: dietro quei tanti c'è un solo uomo, il premier Ehud Olmert, ma dietro di me c'è Dio e il popolo d'Israele».

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.

lettere@corriere.it