Da RAGIONPOLITICA , un articolo del 31 marzo 2007, le accuse deglii abitanti di Umm Nasser, tavolto dai rifiuti, ad Hamas :
Umm Nasser è un villaggio palestinese nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, collocato a circa trecento metri dal confine con Israele. E' la principale postazione in cui Hamas ha installato le batterie da cui lancia i suoi razzi su Israele. Un grosso serbatoio che raccoglieva le acque di scolo è crollato inondando il villaggio. Cinque palestinesi sono morti annegati da questo tsunami d'immondizia. Altri trentacinque sono stati feriti e oltre duecento abitazioni sono state distrutte. La melma si è rapidamente diffusa per le vie impastandosi col fango delle strade e producendo una discarica di liquami a cielo aperto. Il crollo del serbatoio e l'emanazione dei suoi scarti hanno formato un micidiale concentrato di batteri ed esalazioni che ha reso l'aria irrespirabile.
Naturalmente la colpa è ricaduta su Israele e su presunte minacce di bombardare un nuovo impianto per la raccolta dei rifiuti, secondo le parole del ministro dell'Ambiente palestinese, Yousef Safia. La credibilità della versione data dal ministro è però evaporata nei miasmi. Gli stessi abitanti del villaggio hanno ammesso di aver sottratto la sabbia necessaria al serbatoio, mentre il metallo necessario per la costruzione del nuovo impianto era stato prelevato da Hamas per essere usato nella fabbricazione dei suo razzi. Non lo dicono le fonti israeliane; lo sostiene Majid Abu Ramadan, il sindaco di Gaza, che punta il dito contro gli abitanti di Umm Nasser.
Di fronte ai palestinesi che navigano su un mare di rifiuti cosa fa Hamas, che promette il paradiso in terra e la nemesi contro il demonio israeliano? Muove la lingua. Il suo leader più anziano, Mahmoud al-Zahar, sobilla le masse palestinesi di Gaza predicando l'avvento di un Islam globale, che «entrerà in ogni casa e si diffonderà nel mondo intero», culminando nella liberazione della moschea di al-Aqsa, simbolo della liberazione dell'intera Palestina. Al-Zahar è subentrato al vertice della leadership di Hamas dopo la serie di omicidi mirati di Israele prima contro il fondatore storico del movimento, lo sceicco Ahmed Yassin (settembre 2004) e poi contro Abdel Aziz al-Rantissi (aprile 2004), suo portavoce e successore. Insieme a Khaled Meshal e Mousa Abu Marzook, al-Zahar forma l'ala dura del movimento e nel primo governo a guida Hamas occupava la poltrona di ministro degli Esteri. Mentre i palestinesi affondano nelle melma, al-Zahar incita all'odio, facendo affondare ogni progetto per migliorare realmente la vita dei palestinesi.
Mentre i palestinesi sono sommersi dai loro escrementi e Hamas diffonde l'infezione della guerra santa, a Riad si parla di pace con Israele. Il governo biposto di Fatah-Hamas è ancora spaccato tra il sostegno all'iniziativa diplomatica dei sauditi e la resistenza armata contro Israele - e l'epicentro di questa spaccatura è proprio Hamas. Che senso ha partecipare a trattative quando una forza come Hamas arriva a sacrificare la vita dei suoi connazionali? La proposta di pace è rivolta a garantire solo la Palestina a spese della sicurezza di Israele. Questa pace è il cavallo di Troia con cui far passare un armistizio per Israele e una vittoria per Hamas. Non è più il tempo della politica. Questi negoziati di pace restano diversivi tattici per coprire manovre ben più violente. Un'altra bolla di sapone sta avvolgendo la Palestina, mentre la realtà resta sporcata dal sangue.
![]() |
Gabriele Cazzulini |
cazzulini@ragionpolitica.it |