Ancora complottismi
per Blondet dietro l'11/9 c'è Israele
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Data: 12/03/2007
Pagina: 0
Autore: Maurizio Blondet
Titolo: Mentana spieghi questo

Dopo che le "prove" tecniche della teoria del complotto sull'11 settembre sono state tutte sistematicamente demolite, a Maurizio Blondet è rimasta una carta da giocare.
Quella dei cosiddetti "israeliani danzanti", arrestati ed espulsi dagli Stati Uniti l'11 settembre perché sorpresi a festeggiare l'attacco.

Nulla ricollega costoro all'organizzazione dell'attentato, e non c'è nessun motivo per credere che 5 israeliani che osservavano le Torri gemelle crollare fossero i responsabili dell'evento, quando un gruppo di terroristi islamici aveva appena schiantato un boeing contro le torri.

La tesi  insinuata dal giornale di estrema sinistra on-line Counterpunch, su cui Blondet basa il suo articolo, è che spie israeliane potessero sapere in anticipo dell'11 settembre.
Ma, tanto per incominiciare, i 5 "israeliani danzanti" erano spie?
Scrive Blondet, citando un periodico ebraico a sua volta citato da Counterpunch  che

"
Secondo Forward, il FBI era giunto alla conclusione che almeno due dei fermati erano agenti del Mossad, e che la Urban Moving System per cui lavoravano era una «facciata» del Mossad.
Lo stesso governo israeliano ha ammesso che i due erano spie.
«Il governo israeliano ha riconosciuto l'operazione e si è scusato di non averla coordinata con Washington», ha scritto Marc Perelman, il giornalista di «Forward»."

Quello che non è chiaro da questo passaggio e che la conclusione dell'FBI e l'ammissione del governo israeliano non sono ufficiali, derivano dalle fonti anonime del giornalista di Forward Martin Perelman.
Per contro, scrive Counterpunch:

In public statements, both the Israeli government and the FBI have denied that the Urban Moving Systems men were involved in an intelligence operation in the United States. "No evidence recovered suggested any of these Israelis had prior knowledge of the 9/11 attack, and these Israelis are not suspected of working for Mossad", FBI spokesman Jim Margolin told me

Blondet pretende invece che tutto il suo articolo sia fondato su "Atti ufficiali di pubblici ufficiali."

Non è l'unica enormità riscontrabile già a una prima, superficiale lettura del suo articolo.
Ne citiamo un'altra: l'"ebreo" Richard Armitage, vice di Colin Powel al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush, diventa un "neocon", mentre è stato un  avversario delle politiche neoconservatrici in Medio Oriente.

In ogni caso, anche se gli "israeliani danzanti" fossero state spie, non vi è alcuna evidenza che sapessero in anticipo dell'11 settembre.
Se davvero hanno esultato davanti al crollo delle torri, lo hanno fatto probabilmente per un cinico calcolo politico, circa la raggiunta evidenza della comune minaccia islamista ad America e Israele (ipotizzare che dietro gli attentati ci fosse il terrorismo islamico non era difficile per nessuno).
Un comportamento deprecabile, ma che non prova altro.
 
In sostanza, Blondet si fonda come al solito sul nulla e sul partito preso.
Non esiste nessuna prova che reti di spionaggio israeliano in America sapessero dell'11 settembre, nè tanto meno che l'abbiamo organizzato.
La giustizia americana ha scartato l'ipotesi.
I giornalisti che la sostengono sono in genere noti attivisti antisraeliani che non sono in grado di suffragare le affermazioni, comunque ben più limitate, delle loro fonti coperte. 


Di seguito, il link all'articolo di Blondet


http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1815¶metro=esteri

effedieffe@iol.it