I problemi dell'Onu in Libano
e le pessime idee dell'Unione europea nell'Autorità palestinese
Testata:
Data: 12/03/2007
Pagina: 3
Autore: Anna Momigliano - la redazione
Titolo: Caso Hariri, Hezbollah: i guai dell’Onu in Libano - Aiuti alla Palestina - Cheney per Israele - Tokyo e Gerusalemme

Dal RIFORMISTA del 12 marzo 2007:

Il Libano non può aspettare.A quasi tre anni dall’omicidio di Rafik Hariri, per cui non sono stati ancora individuati i mandanti, e a più di sei mesi dalla risoluzione 1701 che imponeva il disarmo delle milizie, il nuovo segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon sa che la questione non può essere più rimandata e si sta preparando per affrontare uno dei dossier più scomodi per il Palazzo di Vetro. Venerdì prossimo, Ki-moon dovrebbe presentare un primo report sulla situazione nel paese dei cedri. Ma sarà con il tour mediorientale, programmato per la fine di questo mese, che il segretario generale delle Nazioni Unite metterà in chiaro la sua posizione sul dossier libanese. L’imperativo, va da sé, è sostenere con ogni mezzo la pacificazione e (più realisticamente) la stabilizzazione del Medio Oriente. Ban Ki-moon sarà l’ospite d’onore nel vertice della Lega araba che si terrà in Arabia saudita il 28 e il 29 marzo: ai margini della conferenza, incontrerà i rappresentanti siriani e libanesi. Inoltre Ki-moon farà una tappa a Gerusalemme e Ramallah per incontrare Ehud Olmert e Abu Mazen. In ogni caso, la posizione delle Nazioni Unite davanti alla duplice querelle libanese è estremamente fragile.Dopo l’attentato in cui perse la vita l’ex primo ministro libanese Rafik Hariri nell’ottobre 2004, il Palazzo di Vetro si era impegnato a indagare sulle responsabilità dell’omicidio, approvando la Risoluzione 1595. Tuttavia, dopo la presentazione di un primo dossier che puntava il dito direttamente contro il regime siriano, le indagini si sono arenate, forse per il timore di destabilizzare ulteriormente la regione colpendo il governo di Damasco. Oltre che sulla questione siriano-libanese, poi, il Palazzo di Vetro si è esposto anche sulla questione israeliano-libanese, rafforzando la missione Unifil nel sud del Paese a approvando la Risoluzione 1701 che impone, almeno formalmente, il disarmo delle milizie. Per farla breve, le Nazioni Unite si ritrovano con ben due risoluzione da fare applicare in Libano, e con pochi mezzi (e secondo alcuni senza la volontà politica) per farlo. Già, perché, anche con le migliori delle intenzioni l’applicazione delle risoluzioni sul dossier Hariri e sul disarmo della milizia solleverebbero un polverone che in pochi sembrano disposti a sollevare. Cominciamo dalle indagini sulla morte di Rafik Hariri, che in un primo momento furono affidate al giudice tedesco Detlev Mehlis. A un anno esatto dall’omicidio Hariri, Mehlis consegnò al Palazzo di Vetro un dettagliato report che dimostrava il coinvolgimento di alcuni vertici del regime siriano, inclusi Maher Al-Assad, fratello del presidente Bashar el-Assad, il generale Assef Shawkat, capo dell’intelligence militare e genero di Assad.Il dossier di Mehlis non ha però portato a risultati concreti e, poco dopo la sua pubblicazione, il giudice tedesco è stato sostituito da un collega belga, Serge Brammertz. Molto più recentemente, il 6 febbraio, il Palazzo di Vetro e il governo libanese hanno proposto di creare un Tribunale speciale per il Libano,che faccia giustizia sul caso Hariri. La proposta, però, deve essere ancora approvata dallo stesso parlamento di Beirut. Due cose, in particolare, non sono chiare. Prima di tutto, se i promotori del Tribunale abbiano veramente intenzione di colpire direttamente i vertici di Damasco, seguendo la pista delle indagini di Mehlis. Infatti, colpire il governo di Assad, anche se fosse in effetti riconosciuto colpevole, getterebbe nel caos la Siria, un paese profondamente diviso che è finora rimasto coeso grazie alla mano forte del governo baathista. D’altro canto, anche se il Tribunale speciale decidesse di incriminare il fratello e il genero di Assad, difficilmente riuscirebbe a ottenere la collaborazione di Damasco necessaria per lo svolgimento di un processo. Insomma, la situazione è arenata. Sul versante israelo-libanese le cose vanno un po’ meglio, visto che finora la tregua tra Tsahal ed Hezbollah ha retto grazie alla presenza delle truppe Unifil,ma resta il fatto che la risoluzione 1701 non è mai stata applicata.Inoltre,il dossier Unifil potrebbe presto diventare molto imbarazzante per le Nazioni Unite. Certo, qualche scaramuccia lungo i confini c’è stata, e il comando italiano lo ha fatto presente, ma gli scontri diretti tra le due parti sono ridotti al minimo. Il problema è che,da un lato,Hezbollah sta continuando a riarmarsi,pur mantenendo un basso profilo. Dall’altro gli aerei israeliani senza pilota hanno continuato a lungo a invadere lo spazio aereo libanese.Il problema dei voli israeliani è molto complesso, e non solo perché viola palesemente la legge internazionale:

Hezbollah si sta riarmando per attaccare nuovamente Israele. Davvero preparandosi a difendersi Israele "viola palesemente" la legge internazionale? 

 negli ultimi mesi l’aviazione di Gerusalemme ha dedicato tutte le proprie risorse a raccogliere le prove del riarmo di Hezbollah, con la precisa intenzione di presentare, al momento più opportuno, il materiale fotografico sul tavolo del Palazzo di Vetro. Quando e se gli israeliani dovessero rendere pubbliche le foto raccolte in Libano, le Nazioni Unite potrebbero trovarsi in una situazione molto imbarazzante, davanti a prove che documentano le attività illegali di Hezbollah, raccolte in modo illegale da Israele.

Di seguito, 3 brevi notizie sul Medio Oriente. La marcia dell'Europa verso una nuova apertura di credito ad Hamas, dalle conseguenze prevedibilmente negative: 

MARTEDÌ 13

Un gruppo di esperti nominati all’interno del Quartetto sul Medio Oriente si riunirà il 13 marzo per creare un meccanismo di aiuti permanenti e non più temporanei per i palestinesi, con l’intento di ribadire la volontà del Quartetto, recentemente affermata con chiarezza dal rappresentante Russo, di non boicottare il nuovo governo palestinese, ma di fornirgli anzi un sostegno immediato. Il vicepresidente americano, Dick Cheney, parlerà alla Conferenza dell’Aipac, importante associazione politica americana filo-isrealiana.

L'impegno dei politici americani a favore di Israele:

 

LUNEDÌ 12

Questo sarà il secondo anno consecutivo che il vice presidente Americano terrà un discorso durante lo svolgimento dell’importante evento annuale. Altro intervento importante, tra i molti nomi illustri che sono iscritti a parlare quest’anno, sarà il primo discorso di Nancy Pelosi, in qualità di presidente della Camera dei rappresentanti.

Un incontro israelo-giordano-palestinese, a livello ministeriale, in Giappone:

MERCOLEDÌ 14

Il Giappone ospiterà, a Tokyo, un incontro a livello ministeriale di israeliani, palestinesi e giordani, allo scopo di accrescere il suo impegno in Medio Oriente, non solo a livello economico, ma anche politico. Nonostante il parziale ritiro dall’Iraq, lo scorso anno, il ministro degli esteri giapponese, Taro Aso ha recentemente riaffermato con forza la volontà del Giappone di non lasciare che la paura freni l’impegno per la costruzione di una solida pace per il Medio Oriente.

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Questo sarà il secondo anno consecutivo che il vice presidente Americano terrà un discorso durante lo svolgimento dell’importante evento annuale. Altro intervento importante, tra i molti nomi illustri che sono iscritti a parlare quest’anno, sarà il primo discorso di Nancy Pelosi, in qualità di presidente della Camera dei rappresentanti. Il Giappone ospiterà, a Tokyo, un incontro a livello ministeriale di israeliani, palestinesi e giordani, allo scopo di accrescere il suo impegno in Medio Oriente, non solo a livello economico, ma anche politico. Nonostante il parziale ritiro dall’Iraq, lo scorso anno, il ministro degli esteri giapponese, Taro Aso ha recentemente riaffermato con forza la volontà del Giappone di non lasciare che la paura freni l’impegno per la costruzione di una solida pace per il Medio Oriente. cipiace@ilriformista.it