L'attacco di Al Qaeda non dimostra la moderazione di Hamas
come vorrebbe farci credere u.d.g.
Testata:
Data: 12/03/2007
Pagina: 3
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Video di al Zawahri attacca Hamas: «Si sono arresi a Israele, svenduta la Palestina»
Al Qaeda critica Hamas, per rivalità interna al campo islamista e terrorista e per la peculiare visione apocalittica e aliena al pragmatismo (che non significa moderazione). dell' organizzazione di Bin Laden.
Umberto De Giovannangeli costruisce un articolo su questa circostanza, che dieviene un pretesto per enfatizzare la scelta di Hamas di partecipare a un governo di UNITA' nazionale.
Scelta che però non rende assolutamente il gruppo fondamentalista palestinese un credibile interlocutore di pace di Israele.
Ecco il testo:
Il numero due di Al Qaeda contro il governo di unità nazionale con Fatah. A Gerusalemme secondo summit tra Abu Mazen e il premier israeliano Olmert
di Umberto De Giovannangeli
Il vertice tra Ehud Olmert e Abu Mazen era ancora in corso, nella super blindata residenza del primo ministro israeliano a Gerusalemme, quando lo scenario mediatico mediorientale veniva occupato da un inquietante convitato di pietra: la mente di Al Qaeda, Ayman al-Zawahri. La Tv araba Al-Jazeera manda in onda un messaggio audio del vice di Osama Bin Laden. Il passaggio cruciale è l'attacco frontale sferrato contro Hamas, il movimento integralista palestinese che subito replica: «Accuse ingiuste». «Oggi Hamas ha consegnato buona parte della Palestina in mano agli ebrei - tuona al-Zawahri - hanno seguito la via tracciata da Anwar Sadat (il presidente egiziano che si recò a Gerusalemme nel 1977 e nel 1979 firmò un trattato di pace con Israele per poi venire ucciso per mano integralista nel 1981, ndr.) di resa e viltà. La direzione di Hamas ha svenduto la Palestina e prima ancora ha svenduto la possibilità che a governare potesse esserci la Sharia (la legge islamica, ndr.). Tutto ciò per poter rimanere al governo. Ma in quale governo? «Un governo nel quale il suo premier non può entrare nei propri territori e deve chiedere il permesso al ministro della Difesa israeliano dopo aver aspettato ore al valico di Rafah». Zawahri, riferendosi agli accordi raggiunti il mese scorso alla Mecca tra Hamas e Fatah - sfociati nella decisione di formare un governo di unità nazionale - ha accusato il movimento integralista palestinese di «aver commesso un'aggressione contro i diritti della nazione islamica» accettando «il rispetto degli accordi internazionali».
Al Qaeda torna a sfidare Hamas nel giorno del summit tra il premier israeliano e il presidente palestinese. Il vertice dura oltre due ore e mezzo, e si conclude nel segno dei piccoli passi in avanti. Che tradotto significa senza svolte significative. Secondo fonti al seguito del presidente dell'Anp, Abu Mazen ha evocato l'iniziativa di pace saudita (presentata in origine in origine a Beirut, nel 2002) e ha affermato che essa potrebbe servire a rilanciare negoziati di pace israelo-palestinesi. In precedenza lo stesso Olmert, nella seduta domenicale del consiglio dei ministri, aveva confermato di seguire con interesse l'iniziativa diplomatica saudita. Abu Mazen si è anche espresso a favore della estensione alla Cisgiordania della tregua con Israele concordata a novembre per la zona di Gaza. Olmert, da parte sua, ha avanzato alcune richieste fra cui la liberazione del caporale Ghilad Shalit (in ostaggio di miliziani palestinesi dal giugno scorso), la fine del lancio di razzi Qassam da Gaza verso il Neghev e la fine del contrabbando delle armi dal Sinai verso la Striscia.
Per Olmert ed Abu Mazen si è trattato del terzo incontro negli ultimi mesi. I due hanno concordato di tornare ad incontrarsi anche in futuro. L'atmosfera dell'incontro è stata definita «eccellente» e, concordano fonti israeliane e palestinesi, si sono registrati «piccoli progressi»: Olmert ha accettato di concordare un orario di apertura per il valico commerciale di Karni, per il resto Israele non intende per ora compiere gesti distensivi come la scarcerazione di detenuti - sicuramente comunque non prima del rilascio di Shalit - e il trasferimento di altre quote dei circa 600 milioni di dollari appartenenti all'Anp che Gerusalemme ha congelato da un anno dopo la formazione del governo di Hamas. Il nodo di fondo sembra restare intatto: Israele considera il riconoscimento dello Stato ebraico un presupposto necessario per considerare un interlocutore il governo palestinese Hamas-Fatah. Dal rais palestinese, Olmert ha ottenuto la promessa che sarà fatto «ogni sforzo» perché il caporale rapito dai miliziani di Hamas venga liberato «al più presto, se possibile anche prima formazione dell'esecutivo di unità nazionale» che dovrebbe essere annunciata nei prossimi giorni.
A guidarlo sarà il premier uscente, Ismail Haniyeh, esponente dell'ala pragmatica di Hamas.
Se la fantomatica ala pragmatica di Hamas è rappresentata da Haniyeh, bisogna dire che: non ha mai riconosciuto Israele e non ha mai rinunciato al terorrismo.
Il suo "pragmatismo" non significa moderazione.
Capo di un governo di «traditori» e leader di un movimento che «ha svenduto la Palestina agli ebrei»: basta e avanza per far entrare Haniyeh nella lista dei «collaborazionisti» da eliminare stilata da Ayman al-Zawahri, la mente di Al Qaeda.
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