Dalla STAMPA del 30 gennaio 2007:
«Ahmadinejad ha ragione, Israele deve essere cancellato. Il mio ideale politico è Hezbollah». Lezione di storia in occasione del 27 gennaio. La Giornata della Memoria? «E’ propaganda della sinistra che Israele sfrutta per rimanere impunito e giustificare tutte le porcate (sic) che ha fatto dal dopoguerra ad oggi, massacro dei palestinesi, guerra in Libano...». Queste parole, pronunciate dal professor Renato Pallavidini in I F al liceo classico «Cavour» venerdì, ieri si sono materializzate sulla scrivania della preside Maria Clelia Zanini nella lettera scritta dalla madre di un alunno dopo una puntuale ricostruzione dei fatti. Non una voce isolata. Le espressioni del docente di storia e filosofia hanno suscitato la reazione di vari genitori con telefonate e visite alla dirigente scolastica. Nella lettera, in particolare, si chiede che il professore - descritto dai ragazzi come «oscillante tra estrema destra ed estrema sinistra, a seconda dei momenti» - sia chiamato a rispondere delle sue affermazioni non solo perché «farneticanti, ma perché espresse dalla cattedra».
«Sono rimasta sconcertata e addolorata perché da ex allieva del “Cavour” ho un’ammirazione profonda per questa scuola e so quanto la preside e il corpo docente fanno per mantenere l’alto livello che ha sempre avuto», dice la madre di un altro allievo. La quale è andata a documentarsi in Internet sul docente che da settembre insegna storia a suo figlio. E qui ha fatto una scoperta. Che in un forum, discettando sulle responsabilità di Israele, Pallavidini ha scritto: «Mi viene proprio voglia di rileggere attentamente il Mein Kampf di Hitler! Lo consiglierò ai miei studenti».
Ancora la madre ex allieva: «E’ incredibile pensare che i nostri ragazzi debbano sentire che ha ragione chi sostiene che Israele va distrutto e la Shoah non è mai esistita. Benissimo la libertà di parola, ma la libertà di parola ha un confine che è il principio di responsabilità. Quel docente poi dimentica che la Giornata della Memoria è stata istituita dal Parlamento italiano».
La preside Zanini ha subito informato Antonio Catania, responsabile della Direzione scolastica provinciale, e ha chiesto al docente una relazione. «Vedremo se adottare provvedimenti disciplinari o procedere con una visita ispettiva», spiega Catania. Ma non è esclusa nemmeno una visita medico-collegiale. E il professor Pallavidini? «Qualcuno - sostiene - ha orchestrato tutto questo contro di me. Io non ho detto che non vada celebrata la Giornata della Memoria, mi sono limitato a criticare le modalità». Sì, ma Ahmadinejad? «E’ un grande leader antimperialista, come Chavez. Uno dei pochi che si oppongono all’asservimento alle centrali economiche mondiali».
Sempre dalla STAMPA un trafiletto sulla conferenza del noto propagandista antisraeliano Fulvio Grimaldi, prevista a Caselle .
L'articolo ironozza sulla richiesta avanzata dal comune a Grimaldi di una " autocertificazione in cui dichiari di non essere antisemita".
E' un'ironia fondata: l'odio antisraeliano di Grimaldi è noto, e chi lo invita dovrebbe prendersi le sue responsabilità.
Ma un passaggio dell'articolo rivela che l'intenzione dell'estensore non era criticare l'ipocrisia del comune, ma piuttosto il clima di "censura" che si sarebbe creato intorno all'iniziativa.
Secondo La STAMPA la conferenza di Caselle sarebbe "a rischio di censura dopo che la Comunità ebraica torinese è andata in fibrillazione per il suo presunto antisemitismo". Un passo irridente e fazioso, che fa eco alle parole del capogruppo di maggioranza di Caselle: " il punto di vista di Grimaldi non offende nessuno".
Grimaldi demonizza Israele e giustifica il terrorismo palestinese, nei suoi video disprezza anche apertamente la religione ebraica.
Non "offende nessuno", dunque?
Una sorta di autocertificazione in cui dichiari di non essere antisemita: lo ha chiesto il Comune di Caselle all’ospite di una serata culturale. Protagonista il giornalista Fulvio Grimaldi, atteso per dopodomani alle 21 in sala Cervi, con il suo video «Delitto e castigo: Gaza, Bagdad, Beirut: il grande Medioriente alla prova del riscatto arabo», a rischio di censura dopo che la Comunità ebraica torinese è andata in fibrillazione per il suo presunto antisemitismo. «La serata - dice il capogruppo di maggioranza a Caselle, Luca Baracco - si farà, anche se qualcuno aveva telefonato al sindaco dicendo che sarebbe stato opportuno evitarla. Non ci sono ragioni per censurare l’iniziativa, organizzata dal Circolo Berlinguer di Borgaro. Il tema è delicato, ma il punto di vista di Grimaldi non offende nessuno. Se qualcun altro vorrà esporre la tesi contraria, lo accoglieremo».
Da REPUBBLICA , un altre acronaca sul caso Pallavidini. Insieme all'acritica inervista allo stesso professore, questo articolo tende a presentare un propagandista d'odio come un libero pensatore, perseguitato da "poteri forti" e come un uomo provato da un trattamento ingiusto.
Ecco il testo:
«Sapevamo che il professor Pallavidini era un tipo strano, altri insegnanti ci avevano messo in guardia. Un tipo particolare, certo. Infatti per mesi non abbiamo detto nulla sulle sue battute contro le donne e altre stranezze, chiamiamole così. Ma quello che è successo venerdì mattina in classe è troppo grave».
Venerdì mattina una studentessa della I E, liceo Classico Cavour, ha fatto una domanda al suo insegnante di storia e filosofia, «quello un po´ strano»: «Professor Pallavidini perché lei non ha celebrato il giorno della memoria?». Risposta: «Io non celebro la giornata della memoria perché la considero una legittimazione della politica genocida condotta da Israele nei confronti del popolo palestinese». Segue animata discussione. In cui il professore aggiunge: «L´aggressione israeliana al Libano è un atto criminale e vergognoso. Le milizie di Hezbollah, lungi dall´essere una formazione terrorista, sono invece un esercito partigiano di popolo. E quello che dice il presidente iraniano Ahmadinejad è sacrosanto». «Ma come, professore? - hanno detto due alunni - il presidente iraniano nega persino l´olocausto». E lui, almeno stando al racconto degli studenti: «Voi non potete capire come sono veramente le cose perché siete stati plagiati».
Il caso del professore «negazionista» è diventato ufficiale ieri mattina. Con lettere alla preside, genitori inferociti, convocazioni, imbarazzi e contro lettere. «Di questa storia si occuperanno i miei superiori», dice preoccupatissima la preside Clelia Zanini. Cioè? «Ho già informato la Direzione Regionale e il Ministero, c´è un´inchiesta in corso, altro non voglio aggiungere». Per esempio, che già l´anno scorso il professore Pallavidini era stato spostato di sezione per problemi analoghi. Parlano, allora, i ragazzi.
Alcuni per accusare: «Quello che il professor Pallavidini ha detto in classe è grave, ma una sua frase che abbiamo trovato su internet è persino peggio. Eccola: "Di porcate militari e crimini israeliani ne ho visti tanti, nessuno giustificabile. Ma l´aggressione a freddo al Libano è qualcosa che supera qualsiasi limite. L´unico diritto che Israele ha, a questo punto, è quello di esser distrutto come il terzo Reich"». Altri per difenderlo: «È vero, è un professore molto originale. È vero, ha idee discutibili. Ma è molto scrupoloso, estremamente preparato e sempre documentato, è uno che parla chiaro, fa capire quello che pensa e con questo non ha mai mancato di rispetto ai morti».
Lui è distrutto. Il professor Renato Pallvidini si difende a voce bassa: «Non sono negazionista. Certo, ho spiegato in classe cos´è il negazionismo, perché rientra fra i miei doveri. Ma non ho mai giustificato l´olocausto. E quando parlavo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad sono stato frainteso. Io sono un antisionista doc, sono un filopalestinese convinto. Non intendo rinnegare le mie idee. Ma, ripeto, non sono un negazionista».
Ecco l'intervista:
Renato Pallavidini, 50 anni, voce acerba da ragazzino, professore di Storia e Filosofia: «Ho iniziato al liceo Classico di Chivasso, poi in successione Einstein, Gioberti, Spinelli e da due anni, appunto, il Cavour».
Professore, cosa è successo?
«La cosa sta scoppiando come una bomba in queste ore. Ma usate cautela, per favore, non sono l´ennesimo mostro da dare in pasto all´opinione pubblica. Non sono un negazionista».
Chi è il professor Pallavidini?
«Politicamente condanno la politica criminale di Israele, questo è un fatto noto. Non rinnego le mie idee, e non mi risulta che avere posizioni in controtendenza sia ancora proibito per legge».
Quali sono le sue posizioni?
«Nazional-comuniste, nel senso che vorrei conciliare i due estremi. Una posizione che adesso si può trovare nel partito comunista russo».
I suo alunni la accusano di aver detto in classe frasi pesantissime. Cosa può rispondere?
«Ho detto che Hezbollah è un esercito del popolo, non una formazione terroristica. Ho detto che il presidente iraniano Ahmadinejad ha ragione quando parla delle centrali nucleari e della necessità della lotta ad Israele. Ma non facevo riferimento al negazionismo. Sono stato frainteso».
La preside ha chiamato gli ispettori ministeriali. È preoccupato?
«Molto, anche perché per motivi personali sono in un momento di particolare fragilità. Ho l´impressione di scontrarmi contro i poteri forti. So anche che la Cgil vuole farmi fuori per le critiche che ho espresso nei mesi scorsi: con loro è un litigio continuo».
Riesce a mettersi nei panni dei suoi allievi?
«Le miei posizioni sono sempre estremamente documentate, credo di avere avuto il rispetto di tutti. E mi passi la battuta: nessun allievo delle mie classi ha mai scelto la lotta armata».
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