L'arabo-israeliano Raleb Majadele non sarà ministro
per motivi esclusivamente politici
Testata:
Data: 16/01/2007
Pagina: 1
Autore: Sonia Oranges
Titolo: Ministro arabo in Israele? Un sogno per ora rinviato
Il governo israeliano non avrà un ministro arabo. Ma non si tratta di discriminazione: la candidatura di Raleb Majadele è caduta per via di lotte politiche interne ai laburisti e tra Labour e Kadima.
Allo stesso modo, se i partiti arabi non possono partecipare al governo è per un motivo politico:il loro antisionismo.
Lo spiega bene la cronaca di Sonia Oranges pubblicata dal RIFORMISTA del 16 gennaio 2007:
Doveva essere un'occasione a dir poco storica per Israele: la nomina a ministro di un arabo israeliano. A poco meno di sessant'anni dalla nascita dello Stato ebraico, un altro tabù sembrava essere stato infranto, dopo la candidatura a ministro dell'arabo israeliano Raleb Majadele, forte della sua iscrizione al partito laburista. In Israele, infatti, la partecipazione al governo è interdetta per legge a qualsiasi partito non riconosca la matrice sionista dello stato. Una norma che, de facto, esclude a priori tutti i partiti arabi che gravitano nell'area della sinistra antisionista, i cui capofila sono i comunisti (israeliani) di Hadash. Finalmente, però, l'imprimatur dato dal leader laburista Amir Peretz al nome di Majadale, sembrava aver in un sol colpo spazzato via un ostracismo che sapeva un po' di pregiudizio. E invece no, almeno per ora. Ma per motivi puramente politici e non certo razziali. La vicenda del deputato Majadele, racconta le difficili acque in cui navigano, in ordine sparso, le varie anime dell'esecutivo guidato da Ehud Olmert. Se Kadima, il partito del premier, è dato in discesa libera nei sondaggi, la leadership di Peretz nel Labour è quantomeno traballante, minata dalla sua gestione della guerra in Libano e dalla seguente e asprissima contestazione interna al partito, oltre che dal rilancio dell'ex premier Ehud Barak che ha già annunciato la sua intenzione di candidarsi alle primarie del partito, in programma per il prossimo maggio.
Ed è proprio per recuperare un po' di consenso a sinistra (e, soprattutto, i voti delle elettori arabi del Labour) che il ministro della Difesa avrebbe fatto il nome di Majadele per sostituire Ophir Pines-Paz, dimessosi a ottobre in segno di protesta contro l'ingresso nel governo di Israel Beitenu, il partito dell'ultradestro Lieberman. Al suo fianco, allora, si schierò proprio Majadele, che sollecitava addirittura l'uscita dei laburisti dalla coalizione di maggioranza. Invece, ora l'arabo israeliano rischia di sedere nel governo proprio al fianco del teorico del primato ebraico nello Stato di Israele (con buona pace degli arabi con passaporto israeliano). «E' un passo che crea un importante precedente verso l'integrazione di oltre un milione di arabi in questo paese, e perciò un'occasione da non rifiutare», si è quasi giustificato Majadele all'indomani della sua candidatura. Ma il tentativo di Peretz, potrebbe rivelarsi un boomerang. L'approvazione della nomina del nuovo ministro dalla Knesset, è infatti slittata di alcuni giorni per ragioni tecnico-procedurali. Almeno questa è la versione ufficiale, avallata dall'entusiasmo del premier che ha ribadito come sia «giunta l'ora che Israele abbia un ministro che rappresenti la minoranza araba musulmana del paese». Poco importa se per l'ufficialità della storica decisione bisognerà attendere qualche giorno in più, casomai la fine del mese e, dunque, la chiusura delle iscrizioni al partito laburista. In modo da vanificare la mossa del leader in disgrazia, finalizzata a riconquistare almeno il sostegno dei suoi supporter arabi. Peretz, non è un mistero, ha pessimi rapporti con Olmert che, neanche a dirlo, al suo posto alla difesa vedrebbe assai bene il risorto Barak.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Riformista
cipiace@ilriformista.it