"Se non puoi parlar bene di qualcuno, non parlarne affatto", si dice. Se proprio non si può evitare di parlarne, perchè la notizia c'è, la soluzione migliore è rendere il più possibile oscuri fatti abbastanza chiari: "Gaza, spari a scuola uccisi tre bambini Misterioso episodio nella Striscia. Gli assalitori hanno aperto il fuoco contro un'auto che portava i piccoli, figli di un capo della sicurezza fedele ad Abu Mazen. Muore anche un adulto" (dall'odierna homepage di www.repubblica.it) La notizia viene così sviluppata all'interno (http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/esteri/medio-oriente-26/bimbo-ucciso/bimbo-ucciso.html): "Sconosciuti armati hanno ucciso oggi a Gaza, nei pressi di una scuola, tre bambini, i figli di Bahaa Baaloucha, un capo dei servizi di sicurezza, fedele al presidente palestinese Abu Mazen." E per chi non avesse ben compreso e rischiasse di abbandonarsi a facili ed ingiustificate illazioni: "Non si sa chi sia stato ad aprire il fuoco." Solo nella chiusa, un velato sospetto "Si tratta di episodi che nascono probabilmente dalla tensione tra i seguaci di Hamas e quelli di Fatah." notevole anche l'eufemistico 'episodi' usato per descrivere fatti che se coinvolgessero bambini palestinesi usati come scudi umani dai terroristi, verrebbero etichettate come 'orribili stragi israeliane': Questa invece la notizia data dal Corriere on line: "Gaza: uccisi tre bambini davanti a una scuola Vendette trasversali tra fazioni palestinesi: i piccoli sono i figli di un capo dei servizi di sicurezza fedele al presidente Abu Mazen. Ucciso anche l'autista che li aveva accompagnati in auto fino a scuola" E all'interno: "Tre bambini tra 6 e 10 anni e il loro autista sono stati uccisi in un attacco compiuti da palestinesi armati davanti a una scuola di Gaza." Sarà che al Corriere sono meno affascinati dai misteri?
Anche ANSA non formula alcuna ipotesi sugli autori della ma si celano dietro aggettivi quali "misteriosa" o "strana" aggressione.
Il TG 5, che collega il crimine agli scontri tra Hamas e Al Fatah è però anch'esso insolitamente controllato e privo di accenti di riprovazione nel riferire della morte dei bambini.
