Riceviamo e pubblichiamo:
Due presidenti della Repubblica: Bashir Gemayel il 14 settembre 1982; René Moawad il 22 novembre 1989. Tre figli di presidenti: Tony Frangié il 13 giugno 1978; Dany Chamoun il 21 ottobre 1990; Pierre Gemayel junior il 21 novembre 2006. Tre primi ministri: Riyad es-Solh il 17 luglio 1951; Rachid Karamé il primo giugno 1987; Rafiq Hariri il 14 febbraio 2005. Quattro fondatori di partiti: Antoun Saadé l’8 luglio 1949; Kamal Jumblatt il 16 marzo 1977; Elie Hobeika il 24
gennaio 2002; Samir Kassir il 2 giugno 2005. Due capi di comunità religiose: l’ayatollah sciita imam Musa al Sadr il 31 agosto 1978; il Gran Muftì sunnita, sceicco Hassan Khaled il 16 maggio 1989.
Questo il catalogo dei morti ammazzati in Libano, dalla sua indipendenza a oggi, solo per stare ai “cadaveri eccellenti” e tacere di tutti gli altri.
Eppure ieri, 23 novembre 2006, sera nel salottino di Sky, il sottosegretario agli esteri del nostro governo, Bobo Craxi, sosteneva che la causa dell’instabilità del Libano risiede tutta nell’attacco israeliano dell’estate scorsa. Attacco crudele e immotivato, diceva. Ma Israele è stato attaccato coi razzi sparati per mesi dal territorio libanese e sono stati rapiti due suoi soldati, il tutto quando le sue truppe si trovavano ancora entro i suoi confini, gli ha fatto notare qualcuno. “Eh vabbè - ha replicato Bobo spazientito - sempre la solita storia dell’uovo e della gallina”.
Che bel mondo quello in cui vive Bobo, fatto di ammazzati senza motivo, di pacifici e paffuti volatili da cortile e di uova, di sicuro uova di cioccolato.
Primo Fornaciari
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