Sul RIFORMISTA di sabato 11.11.2006 a pag.2, l'analisi di Emanuele Ottolenghi. Ottimi suggerimenti per inviare sull'argomento e-mail ai giornali.
I l ministro degli esteri Massimo D’Alema mi ricorda un po’ la vecchia di Bocca di Rosa, nelle immortali parole di Fabrizio De André: «Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio si sa che la gente dà buoni consigli se non può dare cattivo esempio.Così una vecchia mai stata moglie senza mai figli, senza più voglie si prese la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto». Dire agli americani, nei confronti dei quali D’Alema non può oggi giurare d’aver un credito illimitato, che occorre mettere pressioni su Israele per attuare la Roadmap, dire che occorre una forza di pace come in Libano ma solo dopo un accordo tra le parti, dire che Israele non può ricorrere sempre alla forza, deplorare le morti palestinesi di Gaza criticando Israele per il suo operato e allo stesso tempo auspicare il governo d’unità nazionale palestinese - che altro non è per l’Europa se non una scusa per parlare con Hamas - significa essere come la vecchia di Bocca di Rosa: «senza mai figli senza più voglie». Cioè, in parole povere, far la paternale senza il rischio di pagarne le conseguenze, se il consiglio dato si rivelasse sbagliato. Sia detto chiaro e tondo.L’operazione israeliana a Gaza è un pasticcio. Le vittime del bombardamento dell’altro giorno erano civili innocenti. Insistere a combattere dei mezzi primitivi e rudimentali come i missili Kassam (come Israele ha fatto contro le Katyushe di Hezbollah in Libano quest’estate) con l’artiglieria e i carri armati finisce sempre per centrare un bersaglio che non c’entra.Ma forse è troppo aspettarsi che un ex sindaco e un ex sindacalista con un ego grande così e un’esperienza di dimensione opposta sappiano cosa stanno facendo.Ricordare a D’Alema il suo entusiasmo per la vittoria di una coalizione di “centro-sinistra”quando marzo scorso Ehud Olmert e Amir Peretz uscirono vincitori dalle elezioni israeliane sarebbe naturalmente un gesto d’inutile picca, visto che se i due gentiluomini si stanno rivelando incompetenti in così poco tempo e cotal maniera questo non necessariamente si riflette sul giudizio politico del ministro degli esteri italiano.Ma fatto che le azioni israeliane a Gaza siano futili prima ancora che deplorevoli - come le definiva ieri Javier Solana - o inaccettabili - come le ha pronunciate D’Alema - non risolve la loro vera causa. E in questo l’Europa - ministro D’Alema in testa - ha poco da offrire alla risoluzione del conflitto. Non importa se Israele ha maggior volume di fuoco e se nell’utilizzarlo colpisce un bersaglio civile. Importa che Israele sta rispondendo a un martellante bombardamento palestinese contro centri civili israeliani in Israele.Dal ritiro israeliano da Gaza, non c’è stato un giorno (e son passati ormai 14 mesi) senza che cadesse un missile palestinese nel sud d’Israele. E chi dice che tanto questi missili non sono né precisi né letali, non fa altro che avvalorare la sensazione israeliana che i palestinesi non vogliono la pace.Perché se i missili sono imprecisi, il continuo spararli su centri abitati indica l’intenzione assassina di chi li spara. Non è un atto di “resistenza” ma una provocazione bella e buona, che comunque causa considerevole danno a persone e cose. Gl’israeliani hanno commesso un grave sbaglio - e lo sbaglio, specie per le conseguenze tragiche, va condannato - ma i palestinesi non sparano contro i civili israeliani per errore, lo fanno dolosamente. E se avessero armi più sofisticate lo farebbero con maggior danno. E se smettessero, D’Alema non avrebbe occasione di dichiarare le azioni d’Israele come «inaccettabili». Ecco dunque il problema dell’Europa che D’Alema non vede,non comprende e non sa risolvere. D’Alema fa la paternale a Israele - per non parlare dell’America, che nell’abbecedario delle critiche dalemiane non è mai lontana. Invece che offrire buoni consigli, D’Alema potrebbe suggerire passi concreti per evitare che Israele, la cui sicurezza è momentaneamente in mano a un ministro della difesa che anche se di sinistra non dimostra certo destrezza nel proteggere il paese, debba rispondere con la forza. Dica insomma D’Alema che passi concreti l’Europa è disposta a intraprendere per evitare che i missili continuino a essere sparati su Israele.E non basta promettere una forza di pace a Gaza - con quali soldati, signor ministro? - modellata sull’Unifil in Libano.D’Alema dice che ci vuole prima un accordo tra le parti. E come si convince chi lancia giornalmente missili contro Israele a smettere? Non basta ripetere il ritornello della Roadmap - un documento nato morto che non prendeva in considerazione gli interessi e le preoccupazioni delle due parti in causa, mai interpellate preventivamente sui suoi contenuti.Non basta nemmeno fare la paternale agli Stati Uniti ripetendo ad nauseam che il conflitto arabo-israeliano - come dice D’Alema - è il «problema madre» di tutti gli altri problemi regionali. Davvero signor Ministro, c’è un genocidio in Sudan, c’è una guerra civile in Iraq, i cristiani vengono perseguitati in tutto il Medio Oriente musulmano, la Somalia sta diventando un secondo Talibanistan, perché il conflitto arabo-israeliano non si risolve? Davvero l’Egitto si appresta a diventare un’ennesima monarchia elettiva perché il «problema madre » non si risolve? Davvero manca la democrazia nel mondo arabo per lo stesso motivo? E allora come si spiega che le critiche più dure a Israele stiano arrivando dalle capitali europee, non quelle arabe? Che mentre D’Alema fa la paternale agli israeliani ci sono canali diplomatici aperti tra Gerusalemme e Ryadh e i sauditi stanno studiando di migliorare la loro iniziativa di pace in tandem con gli israeliani, forse persino passando sopra la testa - e la volontà - dei palestinesi? Dar buoni consigli. Sarebbe ora che si offrissero soluzioni concrete, non solo in direzione delle solite minestre riscaldate, per mostrare che l’Europa ha veramente a cuore le sorti d’Israele ed è disposta a correre dei rischi in difesa d’Israele se Israele deve abbandonare il ricorso alla forza e abbracciare la via della politica,come vorrebbe D’Alema.Altrimenti, si finisce come Bocca di Rosa: «La passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie. E fu così che da un giorno all’altro Bocca di Rosa si tirò addosso l’ira funesta delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso». Prima di dar consigli e seguire i propri istinti politici, meglio ragionare sulle conseguenze delle proprie azioni. Continuare a prendere posizione facendo la paternale a Israele (e gli Stati Uniti) senza avere alcuna proposta concreta che serva veramente a risolvere i problemi che stanno causando l’attuale crisi non solo non aiuta israeliani e palestinesi, ma in definitiva non serve nemmeno al già scarso prestigio diplomatico dell’Italia.
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