Nuova segnalazione per gli amici di "Sinistra per Israele"
e già che ci siamo anche per "coccodrillo" Furio. Piagnucoli meno e sia meno ipocrita.
Testata:
Data: 15/10/2006
Pagina: 12
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Gaza, le armi sporche di Israele

In una domenica avara di notizie mediorientali, ben venga una UNITA' che ci riporta al buon tempo antico, in realtà mai passato. L'edizione di oggi, 15/10/2006 ci ricorda il quotidiano del PCI trinariciuto, odiatore di Israele, propagatore di notizie false e quindi di pura propaganda. Dedichiamo queste note agli amici di " Sinistra per Israele", i quali, presupponiamo, soffriranno non poco a leggere l'articolo di Umberto De Giovannangeli, tornato anche lui all'antico mestiere. Furio Colombo verserà qualche lacrima ipocrita chiedendosi come mai i lettori del suo amato giornale sono così visceralmente contro Israele, già, come mai, visto che ingurgitare la propaganda di De Giovannangeli dovrebbe renderli fanatici sionisti. Come Fassino, segretario del partito (DS) dal quale dipende il giornale che pubblica simile pattumiera. Niente paura, Fassino resterà l'amato sionista, si chiuderanno entrambi gli occhi sul giornale che edita, Colombo non farà economia di domande e punti interrogativi, come suo solito quando intraprende la dura scalata degli specchi. Alla fine tutto rientrerà nella normalità. e una bella sbianchettatura ci restituirà la pagina pulita. Così va il mondo, nella nostra sinistra, che non causa neppure problemi di digestione agli amici di "Sinistra per Israele.

L'articolo di De Giovannangeli è aldilà di ogni qualsiasi limite. E il titolo lo annuncia da subito: Le armi sporche di Israele ! L'inizio è ormai un classico: Gaza è una prigione a cielo aperto, da lì non si scappa, anche se a volte la parola "fogna" sostituisce prigione. Come la colpa fosse di Israele, se i palestinesi di Gaza, invece di dimostrare di essere capaci di costruirsi il loro Stato, preferiscono investire tempo e miliardi in razzi da lanciare su Israele e acquistare armi per ammazzarsi l'un l'altro.  Poi, un susseguirsi di verbi al condizionale, sembrerebbe che Israele abbia usato armi misteriorse...., parrebbe che le ferite verificate fossero strane....., dalle dichiarazioni provenienti da Ramallah si direbbe che..., poco importa che Israele abbia dichiato ufficialmente che le armi in sua dotazione sono solo quelle consentite dai trattati internazionali. Nulla, si costruisce una pagina intera raccontando frottole, in modo da indurre il lettore a ritenere Israele, ancora e sempre, uno Stato criminale.

Ecco l'articolo:

UNA PRIGIONE a cielo aperto trasformata in laboratorio per la sperimentazione di nuove armi. Una «gabbia» popolata da oltre 1milione e 300mila persone sottoposte da oltre tre mesi e mezzo ad un assedio asfissiante e a continue incursioni che hanno pro-
vocato oltre 290 vittime (tra cui 190 civili, 135 bambini e 35 donne). Il loro nome è DIME (Dense Inert Metal Explosive). Si tratta di un nuovo tipo d’arma che, secondo la rivista militare «Defencee Tech», è studiata per minimizzare i danni collaterali. Le bombe DIME vengono sganciate da aerei telecomandati. Sganciate nella Striscia di Gaza. Sganciate da Israele. A sostenerlo è una documentata inchiesta di Rai News 24 condotta da Flaviano Masella e Maurizio Torrealta. Le conclusioni inquietanti a cui giunge l’inchiesta trovano conferma nelle testimonianze raccolte dall’Unità e dall’agenzia missionaria Misna. Non solo: da quanto appreso dall’Unità attraverso fonti autorevoli a Ramallah,, gli Stati Uniti avrebbero aumentato di 500milioni di dollari il loro finanziamento per il riarmo dello Stato ebraico (2,5miliardi di dollari all’anno) per sperimentare nel fronte mediorientale nuove armi. E la nuova arma utilizzata a Gaza sarebbe stata realizzata dall’industria bellica statunitense e definita sul sito internet di un laboratorio dell’aeronautica statunitense una munizione «focused lethality» («a mortalità mirata»), ovvero in grado di distruggere un obiettivo causando danni minimi nell’area circostante.
L’inchiesta nasce dall’allarme lanciato a metà luglio da alcuni medici degli ospedali di Gaza di fronte a ferite «inspiegabili» che hanno portato all’amputazione di un arto inferiore in almeno 62 casi. I medici hanno chiesto più volte aiuto alla comunità internazionale per comprendere le cause di queste strane ferite che presentavano piccoli frammenti, spesso invisibili ai raggi x ed inspiegabili recisioni provocate dal calore negli arti inferiori. Secondo l’inchiesta di Rai News 24 si tratterebbe di un’arma nuova che viene sganciata da aerei droni, senza pilota, e teleguidata con precisione sull’obiettivo fissato. È la DIME. Si tratterebbe di un involucro di carbonio che al momento dell’esplosione si frantuma in piccole schegge e nello stesso momento fa esplodere una carica che spara una lama di polvere di tungsteno caricata di energia che brucia e distrugge con un’angolatura molto precisa quello che incontra nell’arco di quattro metri. Questa tecnologia si inserisce nella nuova classe di armi «a bassa letalità» che minimizzano i danni collaterali e circoscrivono in uno spazio ristretto gli effetti letali.
La denuncia di Rainews 24 trova conferma dall’agenzia missionaria Misna, secondo la quale «nei mesi scorsi le forze israeliane avrebbero usato un nuovo tipo di arma con frammenti di carbonio e polvere di tungsteno». «Hassinen Mouawia, direttore generale dei servizi di pronto soccorso nella Striscia di Gaza del ministero della Sanità dell’Anp, ha documentato decine di casi di feriti che hanno perso uno o due arti per cause difficilmente spiegabili», afferma l’agenzia, rivelando che «nei principali ospedali di Gaza , come lo Shifa Hospital, i medici hanno curato feriti che presentavano piccoli fori, soprattutto alle gambe; in alcuni altri casi, all’interno del corpo sono stati trovati frammenti metallici di diverse dimensioni, superiori alla misura delle piccole ferite». Dice a l’Unità il dottor Jorna al Saqqa, uno dei responsabili del reparto di chirurgia dello Shifa Hospital: «In questi mesi - afferma - nei reiterati bombardamenti su Gaza, Israele non ha esitato a usare anche armi particolari, munizioni che non erano mai state utilizzate prima». «Sono pronto a documentare almeno 40 casi - conclude il dottor al Saqqa - e farli giudicare da un consesso internazionale di chirurghi». Un impegno analogo è pronto ad assolverlo Hassinen Mouawia: «Ho raccolto una documentazione relativa adi almeno 86 casi», sostiene il sanitario che si è dichiarato «pronto a mostrare in Italia o all’estero per far sapere quello che è accaduto qui nei mesi scorsi, quando l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale era rivolta alla guerra in Libano».
Tzahal «non fa uso di armi DIME e non ne detiene», dichiara un portavoce militare di Gerusalemme. Per ovvi motivi - aggiunge - l’esercito israeliano non entra nei dettagli sugli armamenti a sua disposizione e sull’utilizzo che ne fa». E tuttavia puntualizza il portavoce, Tzahal «fa uso soltanto di metodi e di armi consentiti dal diritto internazionale». Ma il «diritto» non alberga a Gaza. Nove palestinesi sono stati uccisi e 18 feriti ieri prima dell’alba in incursioni di Tzahal nel campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. Almeno quattro dei palestinesi uccisi facevano parte delle Brigate Ezzedin al Qassam braccio armato di Hamas. Da giovedi 23 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia dall’esercito israeliani. che ha rafforzato le sue operazioni per tentare di porre fine al lancio di razzi da Gaza verso il sud di Israele.

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