Vuole la distruzione di Israele, ma lo si fa passare per un uomo di pace
due interviste a un ayatollah iraniano
Testata:
Data: 06/09/2006
Pagina: 4
Autore: Michele Brancale - Fulvio Fania
Titolo: Taskhiri: «Vanno liberati tutti i prigionieri» - Sunniti e sciiti divisi dagli opposti estremismi di islam e occidente

Propuga la distruzione di Israele, ma viene presentato come un uomo di dialogo.
E' l'ayatollah iraniano Mohammed Ali Taskhiri, intervistato da AVVENIRE  il 6 settembre 2006:

Considera al-Qaeda come «espressione pericolosa ed estremista di un islam superficiale», auspica una liberazione dei prigionieri israeliani contestuale a quella dei palestinesi. Mohammed Ali Taskhiri, 62 anni, ayatollah iraniano, segretario generale del Forum mondiale per il riavvicinamento tra le scuole di pensiero islamico, ha raggiunto Assisi, per il meeting interreligioso ("Per un mondo di pace"). L'organismo guidato da Tashkiri punta al riavvicinamento tra sunniti e sciiti, operando sul terreno terreno della giurisprudenza, dell'esegesi, dell'analisi delle questioni e dei problemi dei musulmani «per fornire una via di soluzione adeguata e una posizione comune davanti a questi problemi».
Quale ruolo ritiene possa svolgere l'Iran, visti i buoni rapporti con Hezbollah, sul processo di pace in Libano e più in generale in Medio Oriente?
L'Iran sostiene sempre il cammino della pace ma occorre ristabilire innanzi tutto il diritto di ciascuno. Israele ha occupato una parte del Libano e lo stesso ha fatto con la Siria nel Golan. Ogni nazione ha diritto di resistere quando viene compiuto un attentato al proprio diritto. Hezbollah è un organizzazione nazionalista che lotta per la propria terra che è stata occupata da Israele.
Qui ad Assisi, il rabbino capo di Israele Yona Metzger ha rivolto un appello per la liberazione e per i diritti dei prigionieri di entrambe le parti. Lo condivide?
Certo, lo condivido punto per punto e per questo invito Israele a liberare i prigionieri libanesi e palestinesi, come anche gli altri a liberare i prigionieri israeliani.

I prigionieri libanesi e palestinesi sono detenuti da Israele per terrorismo, ricevono le visite della Croce Rossa.
Dei soldati israeliani rapiti  non si sa attualmente nulla.


Un giorno l'Iran riconoscerà l'esistenza dello Stato di Israele?

Io prego e intanto auspico il dialogo tra le religioni. Gli ebrei hanno una religione celeste, divina che noi rispettiamo ma il sionismo rappresenta un uso politico della religione, utilizzato per occupare i territori palestinesi. Per giungere ad una comprensione reciproca bisogna che si ristabiliscano i diritti di ciascuno.

Anche LIBERAZIONE pubblica un intervista al religioso iraniano nella quale si leggono anche queste parole:

Personalmente penso che la soluzione democratica sia che i profughi possano tornare nella loro terra, che gli immigrati ritornino nei luoghi di provenienza e poi si svolgano elezioni per decidere quale tipo di stato stabilire, uno stato unico

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