Roberto Hamza Piccardo a ruota libera
sparge veleno e insinuazioni, senza alcuna replica
Testata:
Data: 04/09/2006
Pagina: 11
Autore: Edoardo Novella
Titolo: «Carta dei valori», l’Ucoii frena

Un articolo sulla "carta dei valori"  proposta da Amato alla consulta islamica e sull'Ucoii interamente dedicato alle dichiarazioni di Roberto Hamza Piccardo, riportate senza alcun filtro critico.
Lo pubblica l'UNITA' del 4 settembre, nonostante le dichiarazioni di Piccardo appaiano gravissime.
Tra le altre cose, l'esponente fondamentalista sostiene ambiguamente che la Shoah sia un "fatto storico, sul quale il giudizio è controverso... " (il giudizio è controverso su cosa ? Sulla veridicità del fatto, sulla sua unicità, o sulla valutazione, morale o politica, su di esso?) e accusa gli ebrei italiani di "doppia fedeltà" , in quanto si sentirebbero "anche cittadini di Israele, anzi soprattutto cittadini di Israele".
Oltre a questo, Piccardo nega i rapporti ideologici e politici tra Ucoii e Hamas, entrambe legate, in realtà, ai Fratelli musulmani.

Ecco il testo:

PIÙ DI 6 ORE di riunione, blindata ai giornalisti. Alla fine un comunicato «sottoscritto all’unanimità». Il Consiglio di amministrazione dell’Ucoii ieri ha fatto tappa a Bologna. All’ordine del giorno «il ramadan, il programma, lo statuto... ». E la Consulta islamica? E la
Carta dei princìpi su cui insiste tanto Amato, «comprensiva di quel riferimento ai valori dell’Europa che già di per sè contengono un giudizio sull’Olocausto», come spiegò lo stesso Viminale dopo l’ultima riunione?. «Certo, anche di quello abbiamo parlato - risponde rapido il presidente Mohamed Dachan - ma trovate tutto nel comunicato. Io dico solo: noi siamo uniti». In 25 dunque hanno sottoscritto un documento in cui della Carta viene «accettato il principio riservandosi di approfondire la materia nella prossima riunione». «Ma io mi chiedo - dice invece il segretario Hamza Roberto Piccardo - : questa Carta deve valere solo per i musulmani? Gli altri cittadini? Che noi siamo speciali? Che la Costituzione italiana non basta e allora bisogna farne un’altra a parte? Un doppione? E poi: chi non aderisce viene sanzionato?». E il riferimento alla Shoah? «No - insiste Piccardo - , non credo proprio che Amato lo inserirà. Si tratta di un fatto storico, sul quale il giudizio è controverso... E se poi cominciamo a inserire fatti storici come “valori” nelle carte dove finiamo?».
L’Ucoii comunque ripete che no, quella pagina a pagamento comprata sul Quotidiano Nazionale non era «razzista» - la parola «antisemita» però non compare - , ma che è stata «estesa» in forma erronea: «Non vi era alcuna intenzione - è scritto - di equiparare quantitativamente i tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale con quanto stava accadendo in Libano e Palestina occupata in quei giorni, ma solo far rimarcare all’opinione pubblica la similitudine tra alcuni episodi per quanto riguardava l’uso assolutamente sproporzionato della forza da parte del governo israeliano».
L’Ucoii ricorda tra l’altro «la diffusa tolleranza e in straordinari periodi di armonia interreligiosa in Oriente, ma anche nella Sicilia e nella Spagna governate dai musulmani e ancora recentemente in Nordafrica e Turchia dove trovarono rifugio e sicurezza moltitudini ebraiche che sfuggivano alla persecuzione».
«A questo proposito - prosegue il documento - guardiamo con speranza alla Consulta Islamica per l’islam Italiano come ad uno strumento utile, seppur insufficiente, per portare avanti un progetto di piena e responsabile inserzione dei musulmani». Ma con l’avvertenza: «L’emarginazione dell’Ucoii dal circuito istituzionale si tradurrebbe inevitabilmente in una ghettizzazione di una parte importante dell’islam italiano, sviluppando una tendenza alla chiusura e al sospetto verso l’esterno».
Ieri è stata la giornata della cultura ebraica. «Davvero? - conclude Piccardo -. Non lo sapevo. Guardi che le complicazioni vengono solo dal sionismo e da Israele. Noi non stiamo nè con Hamas nè con altri. Invece l’Ucei si identifica con il governo israeliano, gli ebrei italiani si sentono anche cittadini di Israele, anzi soprattutto cittadini di Israele».

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