L'UNITA' del 21 agosto 2006 riporta in prima pagina una frase del politico americano Zbigniew Brzezinski, segretario di Stato durante l'amministrazione Carter, pronunciata durante un'intervista pubblicata dal CORRIERe della SERA il 20 agosto.
La frase è collocata sulla fascetta rossa posta subito sotto la testata, e sopra il titolo di apertura, dove la direzione del giornale colloca le citazioni che dovrebbero illuminarci le menti o, al contrario , che dovrebbero rivelarci la pochezza dei nemici politici della sinistra (da George W. Bush al Polo).
Vistone il contenuto, e tenendo conto dell'attuale politica del governo dell'Unione, è facile capire che la sentenza di Brzezinski dovrebbe appartenere, secondo L'UNITA', alla prima categoria.
Ecco il testo:
«L’istinto mi dice che Hezbollah e Hamas potrebbero avere un’evoluzione simile a quella del Likud: vent’anni fa parlava di espellere tutti i palestinesi dalla riva destra del Giordano. Poi invece Ariel Sharon ha accettato l’idea di due Stati e di confini non molto lontani da quelli del ’67...»
Zbigniew Brzezinski
Quali sono le differenze, ignorate da Brzezinski e dall' UNITA' , tra il Likud da un lato, Hamas ed Hezbollah dall'altro ?
Anzitutto giova ricodare che il Likud non è e non è mai stato un'organizzazione terroristica. Nè una milizia privata concorrenziale alle forze di difesa nazionale israeliane.
Tali milizie furono sciolte dal governo israeliano, anche a prezzo di scontri armati, all'atto di nascita dello Stato.
Un'operazione che nè l'Anp, nè il Libano hanno saputo compiere, rispettivamente, con Hamas e con Hezbollah.
Motivo per cui nè la Palestina, nè il Libano, sono oggi stati indipendenti.
Ma la caratteristica che più concorre e a rendere implausibile un'evoluzione di Hamas ed Hezbollah simile a quella del Likud non sta nel ricorso alla violenza o nel legame con forze armate private. E' una differenza ideologica.
Il Likud ha sempre giustificato la volontà di conservare il controllo di Cisgiordania e Gaza sulla base di considerazioni di sicurezza e di rivendicazioni nazionali fondate sulla storia.
Argomenti, condivisibili o meno, del tutto laici.
Quando alcuni suoi leader si sono convinti che il controllo dei territori nuoceva in realtà agli interessi nazionali di Israele, in particolare a quello fondamentale, inscritto nel dna ideologico dello Stato, che consiste nella conservazione di una maggioranza ebraica e contemporaneamente di un ordinamento democratico, hanno potuto, non senza contrasti e scissioni, optare per un cambio di rotta .
Hamas ed Hezbollah, invece, rifiutano l'esistenza di Israele per motivi religiosi, non nazionali . Per loro l'intera "Palestina" è un deposito sacro affidato all'islam, che nessun musulmano, e nessuna maggioranza di musulmani, avrà mai il diritto di cedere, in tutto o in parte, né ora nè mai.
La loro ideologia, piuttosto che a quella del Likud, può essere paragonata a quella dei nazional-religiosi israeliani ( che però non sono terroristi), che vedono come un sacrilegio qualsiasi cessione di una parte di Eretz Israel e che si sono strenuamente opposti al disimpegno voluto da Sharon.
Con, ancora, una differenza: per l'ebraismo la vita umana è un valore eminente. Per molti gruppi religiosi avversi a concessioni territoriali, quindi, esse sarebbero legittime se conducessero a una pace certa e alla sicurezza per Israele.
Diventano illegittime perché, al contario, conducono a una pace incerta che di fatto non si è mai realizzata, all'aumento dell'insicurezza di Israele e a nuovi spargimenti di sangue.
Per Hamas e Hezbollah, al contrario, il martirio, cioè la morte, è un valore intrinseco, superiore alla pace e allo stesso possesso della terra.
Nessuna prospettiva di accordo potrebbe dunque placare la volontà di annientamento intrinseca all'ideologia jihadista che propugnano.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione dell'Unità