L'islam fondamentalista è davvero un'ideologia totalitaria
Emanuele Ottolenghi interviene nella polemica sull'islamo-fascismo
Testata:
Data: 16/08/2006
Pagina: 1
Autore: Emanuele Ottolenghi
Titolo: Sì, l’Islam fondamentalista è soltanto totalitarismo
Dal RIFORMISTA del 15 agosto 2006:

 Le reazioni al complotto terroristico in Inghilterra riflettono le due facce dell’eredità filosofica e intellettuale dell’Illuminismo: ottimismo nella natura umana, fede nella razionalità e nella scienza, convinzione che tutto ha una spiegazione e che ogni problema offre una soluzione. Ma anche il lato oscuro del Terrore francese, della tirannia delle idee sulla libertà degli uomini, dei regimi totalitari che si ispirarono parte della filosofia illuminista non meno delle liberal-democrazie. Certi, in Europa come negli Stati Uniti, hanno compreso che il terrorismo è uno strumento dell’Islam radicale, un’ideologia totalitaria assassina, che deve essere affrontata per quel che è, non per quel che vorremmo che fosse, in nome dei valori liberali su cui si reggono le nostre società. Certo, possiamo discutere, come faceva ieri Paolo Franchi, se si tratti di fascismo o altro. I paragoni storici sono sempre quelli che sono. Ma le categorie servono a capire un fenomeno, e quella del totalitarismo serve più di altre. L’Islam radicale usa brutali meccanismi di repressione, s’ispira a un passato mitico a cui vuol far ritorno, aspira a imporre un nuovo ordine e spazzare via un mondo corrotto, articola un’ideologia pervasiva di tutti gli aspetti della vita, impone un’ortodossia comportamentale attraverso uno stato-partito e i suoi meccanismi repressivi. A capo di questi movimenti c’è un leader carismatico; chi ne fa parte è votato a un culto della morte e della violenza. Ma non tutti quelli che dibattono la natura del fenomeno spaccano come noi il capello su quale termine di paragone sia più opportuno adottare. Altri cercano invece di sminuirne le caratteristiche per timore delle conseguenze di dir le cose come stanno, specialmente visto che l’Islam non è una remota realtà orientale, ma abita qui, nel cuore dell’Europa. Guardando i dettagli del complotto terroristico e dei suoi protagonisti - per lo più cittadini inglesi di classe media, due dei quali recentemente convertiti all’Islam - gli esperti stanno già sollevando un polverone nel tentativo di sviarci da simili conclusioni. Scrivendo sulla Stampa di venerdì, per esempio, Igor Man commentava il complotto terroristico dedicando due terzi del suo editoriale a Hezbollah, il Libano e la Palestina. La sua conclusione? Bisogna ritornare alla “testa dell’acqua” cioè alla «antica questione della Palestina».Timothy Garton Ash su Repubblica lamenta l’apparente fallimento del modello d’integrazione britannico.Ash non esclude che una delle ragioni della rabbia mussulmana in Inghilterra sia la politica estera britannica (cosa che per altro non ha nulla a che fare con l’integrazione), visto che i mussulmani francesi non fanno altrettanto. Ma come spiegare allora le periferie francesi date alle fiamme da mussulmani inferociti? Come spiegare gli slogan apparsi - tutti uguali - sui muri di 185 città francesi? La causa del terrorismo non è che l’Occidente sbaglia politica estera. La causa è una radicalizzazione della società islamica - in Medio Oriente e in Europa - e il rifiuto di molti mussulmani di abbracciare appieno i valori occidentali. Ma forse è meglio sostenere che il problema ha una soluzione, invece che riconoscere che la nostra fede nella razionalità dell’uomo non è sempre giustificata.E’ un’eredità dell’Illuminismo che ci impedisce di affrontare con chiarezza il fanatismo. Cerchiamo sempre una spiegazione più ragionevole:esiste una causa (le nostre politiche),esiste un effetto (la loro rabbia) che ha una conseguenza (il terrorismo),ed esiste una soluzione al problema (un cambiamento di direzione politica). Quest’impulso è in un certo senso comprensibile perché ci offre una diagnosi e una cura. Non ci lascia impotenti di fronte all’apparente follia di chi ci aggredisce. Ma questo ragionamento è anche fuorviante. Perché dovrebbe essere logico e persino comprensibile che la rabbia mussulmana nei confronti della politica estera occidentale produce il terrorismo? Che dire allora della rabbia brianzola per un fisco esoso o la rabbia calabrese per la malasanità? O la rabbia del sottoscritto per la linea editoriale di certe testate? Dovremmo allora perdonare o comprendere simili atti omicidi e stragisti perché spiegati con siffatte scuse? Dobbiamo prenderne in considerazione le rivendicazioni, abbassando le tasse in Brianza e costruendo trenta ospedali nel mezzogiorno? O facendo scrivere di calcio a Igor Man e di Medio Oriente solo a Fiamma Nirenstein? E se chiamassimo tutto questo col suo vero nome, cioè un ricatto? Perché insomma non dire invece che le differenze d’opinione sono solo legittime quando espresse con i mezzi pacifici ampiamente offerti dalle società aperte di cui facciam parte? Che nulla di quello che ci fa arrabbiare diventa prima o poi una scusa per ammazzar la gente? E che chi lo fa si merita la galera, non maggior attenzione alle sue rivendicazioni? L’argomento sulle “comprensibili” cause del terrorismo finisce con il difendere l’indifendibile oltre che ignorare i fatti. Il complotto sventato non era una risposta alla guerra tra Israele e Hezbollah in Libano,o alla riluttanza anglo-americana a intervenire per fermare il conflitto. L’inabilità occidentale di guardare il male dritto negli occhi, chiamarlo col suo vero nome e reagire alle sue provocazioni invece di cedere ai suoi ricatti è comprensibile.Ma ci lascia vulnerabili di fronte a quella tradizione dell’Illuminismo che elevò l’Idea di Libertà al di sopra della Vita di coloro ai quali avrebbe dovuto offrire la Felicità e in questo percorso fece morire milioni di persone per trionfare. E’ giusto includere l’Islam radicale nella categoria dei totalitarismi perché agisce come un’ideologica totalitaria, il cui scopo precipuo è di creare un nuovo ordine mondiale fondato su un’Idea,il trionfo della quale giustifica qualunque mezzo,compreso l’assassinio di chiunque sia d’ostacolo e di milioni di altri innocenti. Che differenza c’è, alla fine, tra chi avrebbe ucciso senza esitazione migliaia di persone in volo tra Londra e l’America in nome dell’Islam radicale,e,diciamo, lo storico Eric Hobsbawm, che in un’intervista proclamò che se il trionfo del comunismo fosse anche costato venti milioni di vite umane, sarebbe stato un prezzo che valeva la pena di pagare? La vita umana vale poco quando si insegue un’utopia, quale che essa sia. Ma a noi che la storia l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle, nel ventesimo secolo, questa logica non sfugge. Fa parte della nostra eredità. Il Comunismo non è figlio dell’Oriente misterioso - ed è responsabile per la morte di decine di milioni di persone. Anche il Fascismo è figlio dell’Occidente, e anch’esso portò allo sterminio di decine di milioni di europei.L’occidente provò a “capire” e “soddisfare le rivendicazioni” di una Germania arrabbiata e umiliata negli anni Trenta. Perché dobbiamo pretendere allora che questa volta le cose andranno diversamente? Dovremmo anche ricordarci di quel che capita a chi,nelle nostre società,paga il costo della nostra decisione di “comprendere” le rivendicazioni dei terroristi.Quanti altri impareranno la lezione e abbandoneranno la democrazia, dato che spiegheranno l’incapacità della democrazia a resistere al male come il risultato del fallimento dei suoi fondamenti morali? Così come il fallimento dei governi liberali a gestire la minaccia del comunismo dopo la Grande Guerra finì col rafforzare il fascismo e il nazismo, il fallimento occidentale di vedere nell’Islam radicale un’ideologia totalitaria finirà col portare voti e influenza politica all’estrema destra europea. La strada si aprirà quindi a un processo di erosione di valori liberal-democratici perché prima o poi, il fallimento della politica di chi vuole risalire «alla fonte dell’acqua» finirà col creare le condizioni per una controtendenza. Quando l’anno scorso Londra fu colpita dagli attentati islamisti, parallelamente alla risposta pusillanime del governo britannico ci fu un aumento del 600 percento di attacchi a sfondo razzista contro mussulmani. I partiti razzisti in Europa hanno guadagnato molti più consensi negli ultimi cinque anni.Non è da escludere che gli avvenimenti di Londra rafforzino questa tendenza. Ignorare la natura della minaccia terroristica e pretendere che ci sia invece una soluzione rapida non farà altro che aumentare il costo della difesa della nostra libertà nel lungo periodo.

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