Una denuncia dell'incomprensione della ragioni di Israele
che lotta per la propria sopravvivenza
Testata: La Sicilia
Data: 10/08/2006
Pagina: 0
Autore: Gateno Strano
Titolo: ISRAELE SI DIFENDE DAI TERROSTI CHE VOGLIONO DISTRUGGERLA
Un articolo pubblicato da La SICILIA il 3 agosto 2006:
Ho letto l’articolo di Salvo Andò pubblicato su
la Sicilia
del 26-7-2006 con un misto di incredulità e rabbia. Incredulità per la parzialità e superficialità dell’analisi e per la scarsa conoscenza del tema affrontato, cioè il rapporto conflittuale tra Israele e i paesi arabi circostanti nel suo recente ultimo atto di un tragedia che nasce nel 1948 o anche prima. Rabbia per il giudizio di illegittimità della reazione israeliana agli attacchi terroristici sferrati prima da Hamas e poi da Hezbollah. Reagire equivarrebbe a essere considerati come una organizzazione terroristica. Ma il capolavoro dell’ipocrisia viene raggiunto quando si afferma che il non intervento può essere più morale dell’intervento. Solo con un forte carico di odio e di pregiudizio antiisraeliano si può arrivare ad una valutazione cosi cinica e immorale da parte di chi non vede, non comprende o non conosce il dramma di una intera nazione che lotta per la sopravvivenza. Infatti Israele non ha mai avuto altra alternativa tra soccombere e scomparire dalla carta geografica (come continua a minacciare il presidente iraniano Ahmadinejad) e difendersi per continuare a vivere come nazione libera. L’idea che uno Stato democratico (l’unico in tutto il Medio Oriente, ma è forse una colpa?) non debba rispondere con le armi ad azioni di guerra non trova riscontro nemmeno nel diritto internazionale. Vuole forse Andò invitare Israele al suicidio? Forse l’Europa si è liberata dal nazismo con il dialogo, con le conferenze come quella di Monaco o non piuttosto con l’intervento armato anglo-americano supportato dalla resistenza partigiana? E’ vero che nel vangelo c’è scritto di porgere l’altra guancia, ma c’è scritto anche siate docile come le colombe e astuti come i serpenti. A Napoli si direbbe: qui nisciuno è fesso. Vittima di questo conflitto, iniziato non da Israele ma dai terroristi di Hezbollah manovrati dall’Iran, è il Libano dove Hezbollah ha creato uno stato nello stato violandone la sovranità, così come fece nel 1982 il terrorista Arafat. Si ricordano giustamente le vittime civili libanesi ma non si dice che i terroristi si fanno scudo con i civili e nascondono le postazioni di lancio dei missili nei quartieri abitati. Pochissimo si parla dei morti e dei feriti israeliani, dei due milioni di persone che sono costretti a vivere nei rifugi, dei 250.000 rimasti senza casa perché distrutte dai razzi e dai missili. E’ facile esprimere valutazioni fredde e superficiali guardando la guerra comodamente in poltrona; così come inappropriato è il paragone che fa Franco Battiato a cui vorrei ricordare le parole della nota cantante israeliana Noa da sempre su posizioni pacifiste e spesso critica verso il suo governo: “ Hezbollah è uguale al nazismo. Bisogna cacciarli dal Libano come
la Germania
mezzo secolo fa. Non si può trattare con gli assassini”. Non si sarebbe arrivati a questo punto drammatico se, invece di fare chiacchere inutili e criticare sempre Israele, la comunità internazionale e in particolare l’Europa si fossero impegnati per l’attuazione della risoluzione dell’Onu 1559 che chiedeva la sovranità del Libano, la fine dell’interferenza della Siria e soprattutto il disarmo dei terroristi Hezbollah. Solo se Israele vincerà quest’ultima guerra difensiva e sconfiggerà definitivamente la minaccia Hezbollah ci saranno maggiori possibilità di raggiungere una pace più stabile nella regione mediorientale. Sarebbe anche una vittoria dell’Occidente e dei suoi valori rappresentati al meglio da Israele. Vivendo lontano fisicamente dai conflitti non si ha la percezione della minaccia del fondamentalismo islamico che rappresenta, secondo me, il nuovo nazismo e quindi il nuovo Male assoluto. O ritiene forse il prof. Giarrizzo che il nazismo hitleriano non sia stato il Male assoluto?
Gaetano Strano
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