Un articolo sul tifo palestinese per Israele è l'occasione, sull' ECO di BERGAMO dell'11 luglio 2006 per deprecare ancora l'"assedio" israeliano di Gaza.
Non c'è nessun assedio (Israele lascia passare i beni di prima necessità, per quanto glielo consentono i terroristi, che prendono di mira proprio i valichi di transito, fornisce elettricità, non vuole conquistare nulla) e andrebbero ricordate anche le cause dell'offensiva (l'uccisione di due soldati e il rapimento di un terzo, in territorio israeliano, l'uccisione di un diciottenne, i lanci di razzi kassam).
Inoltre andrebbe ricordato che Israele ha sospeso le sue azioni durante la diretta televisiva della finale. Evidentemente perché sapeva che avrebbe corso maggiori rischi di fare vittime civili ( la trasmissione è stata seguita all'aperto)
La "sfida all'assedio" di Israele e Gaza non è dunque stata condotta a rischio della vita, come si evincerebbe dall'articolo.
Semplicemente perché Israele, responsabilmente, non ha sparato.
Infine, nessun cenno al tifo che anche gli israeliani hanno fatto per l'Italia.
Non si sa mai, si rischia, scrivendone di suscitare simpatie inappropriate.
Ecco il testo:
Gaza, una sera di pace all'insegna dell'Italia Hanno sfidato l'assedio dell'aviazione israeliana, i palestinesi di Gaza. Nella grande maggioranza dei casi lo hanno fatto per tifare Italia, dopo aver raggiunto i ristoranti e i caffè della Striscia provvisti di un generatore elettrico e una tv. Una festa: rovinata però secondo molti appassionati dal gesto «irresponsabile» di Zinedine Zidane, che porta un nome arabo. La grande maggioranza dei tifosi ha sofferto e gioito insieme con gli Azzurri. Tre palestinesi su quattro hanno esultato quando Fabio Grosso ha realizzato l'ultimo, decisivo, rigore. Dall'altra parte della barricata, più che per la Francia i cuori battevano per «Zizou», anche perché, lui nato in Algeria, primo «arabo» nell'Olimpo della pedata. Proprio Zidane, però, con la sua espulsione ha inferto un grande dolore ai tifosi di Gaza. In molti hanno espresso «vergogna» e «sconcerto» per la testata rifilata a Marco Materazzi dall'ex Pallone d'oro. Zizou ha perso una grande occasione», assicura Jalal Siyam, 40 anni. «Poteva condurre la Francia alla vittoria e in questo modo entrare nella Storia dalla porta principale. Invece...». «Un brutto modo per finire una grande carriera», gli hanno fatto eco altri tifosi. Durante la finale dei Campionati del mondo, ieri sera, le strade di Gaza erano deserte e buie. I tanti appassionati di calcio erano già davanti ai teleschermi, nei bar e negli alberghi in grado di assicurare la visione del match. Da quando un raid israeliano ha sventrato la centrale che dà elettricità alla regione, in effetti, diversi quartieri della città sono senza corrente. La finale di Berlino era un'occasione da non perdere per i palestinesi, da giorni sotto i colpi dell'operazione «Pioggia d'estate». Gli abitanti di Gaza sanno bene che andare in giro è pericoloso. Ma hanno voluto rompere l'assedio che soffoca i Territori. Il cartellino rosso a Zidane non ha impedito i festeggiamenti. Alcuni tifosi sono scesi in strada e hanno sventolato tricolori bianco-rosso-verdi. Alla simpatia nei confronti dell'Italia, probabilmente, ha contribuito la familiarità dei telespettatori palestinesi con i match della «Serie A». Anche considerazioni politiche, d'altra parte, hanno influenzato le preferenze calcistiche degli abitanti di Gaza. Salah al-Badawil, portavoce di Hamas in Parlamento, ha tifato contro «Les Bleus». «Sto con l'Italia - ha sostenuto - perchè il governo di Romano Prodi ha assunto un atteggiamento positivo nei nostri confronti».
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail all'Eco di Bergamo