Piero Sansonetti, direttore di LIBERAZIONE interviene sulla polemica intorno alla vignetta di Enzo Apicella che paragonava Israele al nazismo con un editoriale pubblicato in prima pagina dal suo giornale il 16 maggio 2006.
Criticare Israele, argomenta Sansonetti, non può essere considerato antisemitismo.
Vero, ma non se crticare Israele significa demonizzarlo paragonandolo falsamente al nazismo, recando offesa alla memoria della Shoà
Nella conclusione del suo pezzo Sansonetti si rivolge a Furio Colombo , che con Sinistra per Israele si era rivolto al presidente della Camera chiedendogli di condannare la vignetta, chiedendogli di partecipare insieme a una manifestazione indetta sulle seguenti parole d'ordine:
1) Il diritto dello Stato di Israele ad esistere e a vivere in sicurezza e in pace dentro confini certi 2) La condanna ferma e sdegnata verso tutti quelli, a partire dal presidente dell'Iran Amadinejad, che mettono in discussione il diritto di Israele ad esistere. 3) Il diritto dello Stato palestinese ad esistere. 4) La richiesta al governo israeliano di procedere in tempi rapidissimi al ritiro dai territori occupati, e quindi al ripristino della legalita' internazionale ristabilendo il rispetto di decine di risoluzioni dell'Onu fin qui ignorate
Si può facilmente notare che nessuna richiesta viene rivolta ai dirigenti palestienesi: non quella di riconoscere Israele, non quella di porre fine al terrorismo, all'incitamento all'odio e alla violenza , alla propaganda antisemita ,all'indottrinamento e all'inquadramento militare dell'infanzia.
Dunque, sulla base del fatto che il sio giornale ha pubblicato una vignetta nella quale Israele é descritto come un aguzzino nazista, Sansonetti propone che quanti a sinistra sostengono Israele partecipino a una manifestazione filopalestinese nella quale, riconosciuto il diritto di Israele ad esistere, gli si addebiti come da copione ogni responsabilità nel conflitto mediorientale.
Una proposta davvero molto furba, ma certamente non seria.
Infine, una notazione che può apparire di forma, ma che ci sembra invece rivelatrice di qualcosa di sostanziale.
Sansonetti scrive:
Il governo israeliano - non il popolo ebraico, ci hanno insegnato da bambini piccoli a distinguere tra popoli e governi - occupa dei territori che sono dei palestinesi, non dà corso a decine risoluzioni dell'Onu che gli impongono il ritiro da quelle terre , impedisce il sorgere di uno Stato della Palestina , subisce intollerabili azioni terroristiche e a sua volta usa l'omicidio politico e talvolta usa la rappresaglia indiscriminata come strumento di politica interna e internazionale
Ogni punto di questo passo, dalle risoluzioni Onu che in realtà chiedono il ritiro "da" ( e non "dai") territori, e in cambio della cessazione di ogni ostilità, alle "rappresaglie indiscriminate" che sono una pura invenzione.
La cosa più sorprendente, però, é che per Sansonetti sia il "governo", non il popolo israeliano a subire "intollerabili azioni terroristiche".
Certo, anche il governo israeliano subisce, non potrebbe essere diversamente, i contraccolpi delle stragi del terrorismo palestinese.
Ma le prime vittime sono civili, uccisi indiscriminatamente. Dunque il "popolo", non il "governo".
Ne segue che Sansonetti non ha imparato così bene le lezioni della sua infanzia, oppure che, proprio nel caso di Israele, non gli riesce di applicarle.
Così che la dimensione criminale e l'ideologia genocida che caratterizzano la campagna di stragi contro i civili israeliani condotta durante la seconda intifada gli sfuggono, come continuano a sfuggire a gran parte della "sinistra radicale" italiana (sorvolando su chi capisce benissimo , e approva).
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