Peretz vuole essere premier
la strategia per ottenere il mandato dal presidente israeliano Katzav
Testata:
Data: 04/03/2006
Pagina: 14
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Israele, Peretz sfida Olmert: il premier ai laburisti

Un articolo di Umberto De Giovannangeli pubblicato dall'UNITA' del 3 aprile 2006 riguarda il tentativo di Amir Peretz per ottenere dal presidente israeliano Katzav il mandato di premier. Sull'argomento si veda, ripreso da Libero su Informazione Corretta, domenica 2, "E' sull'economia la frattura tra destra e sinistra in Israele".
Ecco il testo:

IL BRACCIO DI FERRO è iniziato. Il dopo elezioni in Israele si fa subito incandescente. La posta in gioco si alza: non più solo il ministero del Tesoro ma addirittura la «poltrona» più importante: quella di premier. Amir Peretz va all'attacco e gela le aspettative del
premier ad interim Ehud Olmert: il Labour propone il suo leader alla carica di primo ministro con l'obiettivo di formare una «coalizione di emergenza sociale». «Kadima non ha trionfato e il risultato delle elezioni del 28 marzo è tale da rimettere tutto in discussione, anche aspettative che altri davano per già realizzate», dice a l'Unità Yuli Tamir, parlamentare laburista e stretta collaboratrice di Amir Peretz. Niente è scontato. Lo ha ben compreso il capo dello Stato israeliano Moshe Katzav che ieri ha avviato le consultazioni con i partiti, incontrando le formazioni maggiori, prima di decidere a chi affidare il mandato di formare il nuovo governo. Una svolta sociale. A favore dei ceti più deboli. È ciò che richiedono non solo i laburisti ma anche le altre forze politiche che dovrebbero comporre la nuova maggioranza di governo: il Meretz (sinistra laica, 5 seggi), il partito dei Pensionati (7 seggi), gli ortodossi sefarditi di Shas (12 seggi). Uniti ai 20 seggi conquistati dal Labour, le forze dell'«emergenza sociale» raggiungono 44 seggi (su 120), potendo contare sul sostegno esterno dei 10 deputati dei partiti arabi. E ai temi sociali sembrano prestare particolare attenzione anche l'Unione Nazionale-Partito Nazionale Religioso (9 seggi) e il partito ortodosso askenazita Yahaduth Ha Torah (6). In questo modo Peretz si troverebbe a disporre sulla carta di una maggioranza parlamentare ampiamente superiore al quorum minimo di 61 seggi. D'altro canto, Kadima, il partito centrista fondato cinque mesi fa da Ariel Sharon e oggi guidato da Ehud Olmert, ha vinto (29 seggi) le elezioni ma non con quel margine necessario per poter dettar legge in un governo di coalizione. Pressato dai mercati finanziari, Olmert ha ribadito di non voler cedere agli alleati laburisti l'ambito dicastero del Tesoro, dichiarandosi al contempo disposto a rinunciare ad un altro dei ministeri «pesanti»: la Difesa. Intervenuto al rapporto 2005 della Banca d'Israele, il premier ad interim ha affermato di voler continuare una politica di responsabilità fiscale e disciplina di bilancio, per non aumentare il deficit, ma allo steso tempo ha sottolineato di voler «cambiare le priorità sulla questione sociale». In questo modo, Olmert ha inteso lanciare un segnale di apertura ai laburisti, sottolineando il suo proposito di «ridurre il divario sociale, in modo che i settori più deboli possano integrarsi nella forza lavoro e il numero delle persone in difficoltà diminuisca». Ma per il momento l'apertura al «sociale» del leader di Kadima non sembra riscaldare particolarmente i laburisti. Che insistono nel proporre il loro leader come candidato alla carica di premier. Ma la manovra di Amir Peretz, concordano gli analisti politici israeliani, appare soprattutto riflettere la volontà di aumentare il proprio potere contrattuale nei confronti di Olmert. «Il vero obiettivo di Peretz è quello da lui sbandierato in tutta la campagna elettorale: ottenere il dicastero del Tesoro, e da quella plancia di comando picconare la politica neoliberista portata avanti dal suo predecessore (Benyamin Netanyahu, lo sconfitto leader del Likud,ndr.)», ci dice Shlomo Avinery, tra i più accreditati scienziati della politica israeliani. La partita è appena agli inizi ma il barometro già segnala tempesta. I toni fra Hadima e Labour si fanno acidi. «Peretz scherza col fuoco, e può finire per restare scottato», avverte Ranaan Gissin, portavoce di Olmert. Secca la replica laburista: «L'arroganza che sta dimostrando può costare ad Olmert la poltrona di premier», rimarca una fonte vicina al leader laburista.

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