Israele, via alle consultazioni di governo. Hamas promette ordine e legalità
di red
Il presidente israeliano Moshe Katzav ha cominciato domenica le consultazioni con i partiti maggiori ma non ha ancora ufficializzato l'investitura al leader di Kadima Olmer. Intanto Hamas promette ordine e legalità, avvia un'inchiesta sui disordini di venerdì e annuncia: niente spoil system nelle forze di polizia palestinesi.
Israele, via alle consultazioni di governo. Hamas promette ordine e legalità
Il presidente israeliano Moshe Katzav ha cominciato domenica le consultazioni con i partiti, incontrando le formazioni maggiori – Likud, Labour, Kadima -, prima di decidere a chi affidare il mandato di formare un nuovo governo. A rigor di logica, il candidato favorito a ricevere l'incarico dovrebbe essere il premier ad interim Ehud Olmert in quanto leader di Kadima, il partito uscito dalle scorse elezioni col maggior numero di seggi alla Knesset, che alla fine dei conti sono risultati essere 29. La maggioranza di governo potrebbe alla fine essere anche una specie di “mucchio selvaggio” di partiti, compresiva oltre che di Kadima e dei laburisti di Amir Peretz (con 20 seggi) anche dell’altro vincitore delle elezioni del 28 marzo, il partito russofono di destra Israel Beitenu e delle formazioni arabe.
Sull’altro versante mediorientale, in Palestina il governo di Hamas presieduto da Ismail Haniyeh è alla prova del controllo interno e promette ordine e legalità.«Faremo in modo che non vi sia nessuno al di sopra delle leggi e opereremo per porre fine all' instabilità» dice il neoministro dell'interno dell' Autorità nazionale palestinese Said Siam riferendosi all’uccisione, venerdì scorso, di Abu Yusef Al Goya, uno dei capi dei Comitati di Resistenza Popolare, che ha provocato gravi scontri tra fazioni palestinesi nel corso dei quali sono morte tre persone e il ferimento di altre 36. Siam ha aperto un' inchiesta sull’uccisione di al Qoqa che è stata affidata a quattro personalità superpartes. Venerdì il portavoce dei Comitati di resistenza, Abu Abir, aveva sostenuto che era stata perpetrata assieme dai servizi di sicurezza di Israele e da esponenti di al-Fatah legati alla sicurezza preventiva palestinese. Ma Fatah e le Brigate dei Martiri di Al Aqsa hanno rigettato le accuse.
Domenica lo stesso Siam ha detto che non ci sarà lo spoil system nelle forze di polizia palestinesi, cioè che i militanti di Hamas, o meglio del suo braccio armato – le Brigate Ezzedin al Qassam - non entreranno nelle forze di sicurezza palestinesi a sostituire i poliziotti legati a Fatah. «Personalmente preferisco attuare cambiamenti ai vertici dei vari apparati e includere diverse fazioni - ha dichiarato Said Seyam - Tutte le forze di sicurezza sono sotto il controllo del ministero dell'Interno a meno di un decreto presidenziale, che isoli le forze delle ministero dell'interno e la polizia dalle forze di sicurezza nazionali». E che i poliziotti, in ottemperanza ai precetti islamici, potranno portare
Nessuna novità per il momento neanche sul piano diplomatico. Dopo le aperture fatte dal vicepremier di Hamas Nasser al Shaer ad Abu Mazen a l’Unità perché intavolasse lui - il presidente dell’Anp - trattative di pace con Israele, lo stesso Abu Abbas reduce dal vertice arabo di Kartum, è stato solo poche ore a Gaza ed è subito partito per il Sudafrica. Intanto domenica Israele ha sparato oltre 100 proiettili verso il Nord della striscia di Gaza in reazione al continuo lancio di razzi palestinesi in direzione del Neghev. I razzi hanno ferito due palestinesi, padre e figlio.
Nel frattempo il ministro degli esteri palestinese Mahmoud al Zahar ha concesso una contraddittoria intervista all’agenzia di stampa cinese Xinhua in cui da una parte avrebbe detto che «Non c’è posto per lo stato d'Israele su questa terra», dall’altra che «i palestinesi non hanno mai odiato gli ebrei ma solo l'occupazione israeliana».
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