Andreotti come Caruso
dichiarazioni di eguale inaccettabilità dal senatore e dal leader no-global
Testata:
Data: 24/03/2006
Pagina: 1
Autore: Piero Sansonetti
Titolo: Andreotti, anch'io sarei terrorista se fossi nato lì

Giustamente Piero Sansonetti nell'editoriale pubblicato in prima pagina da LIBERAZIONE di venerdì 24 marzo 2006 osserva che tra la dichiarazione di Giulio Andreotti alla presentazione del libro che raccoglie discorsi e interventi parlamentari di Bettino Craxi  sul Medio Oriente, secondo la quale anche lui sarebbe un terrorista se fosse nato in un campo profughi in Libano e quelle  del leader no global Francesco Caruso, che ha affermato di non giudicare i terroristi suicidi ( per la verità spingendosi un po' più in là, dichiarando che "Hamas è meglio dell'Udeur") , non c'é molta differenza.
Sansonetti trae però da questa osservazione una conclusione sbagliata: ciò che é accettabile quando viene detto da Andreotti, argomenta, deve esserlo anche quando viene detto da Caruso.
Ma é vero l'inverso: ciò che é inaccetabile quando a dirlo é Caruso, rimane tale quando a dirlo é Andreotti.

E' ovvio che rifiutare di condannare stragi indiscriminate e preferire un'organizzazione terroristica a un partito democratico é inaccettabile.
L'immoralità della dichiarazione di Andreotti é invece meno immediatamente evidente, perché non rifiuta esplicitamente la condanna del terrorismo, si limita a proporne una spiegazione che lo fa apparire "inevitabile".

Ma ciò é falso per molti motivi:  innanzitutto perché qualsiasi condizione di vita non elimina la libertà umana di agire moralmente. In propossito il senatore Andreotti dovrebbe meditare le parole di Wafa Sultan, la psicologa di origine siriana colpita da una fatwa di morte, che in diretta su Al Jazeera ha osato paragonare la reazione degli ebrei alle persecuzioni naziste, reazioni che si sono dirette alla ricostruzione e alla vita, anziché alla violenza e alla morte, a quella dei terroristi musulmani ai presunti torti subiti dall'Occidente.
Poi perché le vttime israeliane del terrorismo non sono in alcun modo responsabili delle condizioni di vita dei palestinesi nei campi profughi: la responsabilità é invece delle classi dirigenti palestienesi e arabe e dei loro complici all'Onu. Loro hanno mantenuto i profughi e i loro discendenti in uno status di eterni rifugiati per delegittimare Israele e mantenere il bacino di reclutamento del terrorismo.
Infine, perché ricondurre al terrorismo alle condizioni di vita dei palestinesi serve a occultare le responsabilità di chi propaganda l'odio per Israele, recluta, addestra e arma i terroristi.
E quelle di chi continua a considerare costoro interlocutori accettabili, a legittimarli politicamente e persino a finaziarli.

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