La sinistra é "geneticamente" antirazzista, indipendentemente dai fatti
un editoriale che invita all'acriticità verso una parte politica
Testata:
Data: 08/03/2006
Pagina: 2
Autore: la redazione
Titolo: ANTISEMITISMO MANEGGIARE CON CURA
Per Il RIFORMISTA intrattenere rapporti politici con organizzazioni negazioniste che diffondono sul conto degli ebrei calunnie riprese dai Protoccolli dei Savi anziani di Sion (le trame per conquistare il mondo) e da leggende medievali (gli omicidi rituali) e che per giunta praticano il terrorismo (Hezbollah) é meno grave che essere negazionisti in proprio?
Pare proprio di sì, stando al confronto Diliberto- Romagnoli proposto nell'editoriale "Antisemitismo maneggiare con cura" pubblicato mercoledì 8 marzo.
In tale breve testo si copre anche che uno dei più seri problemi della lotta all'antisemitismo sarebbe la perniciosa tendenza ad accusare, per bassi fini elettoralistici, la sinistra di avera al suo interno correnti antisemite. Come se le giustificazioni del terrorismo suicida e la ricezione della peggiore propaganda arabo-islamica contro gli ebrei non fossero, in settori non trascurabili della sinistra, un triste dato di fatto. Ecco il testo:

Le recenti polemiche sugli impresentabili di destra e di sinistra, a proposito di antisemitismo, sono in realtà la punta di un iceberg. Sul Titanic, a nostro avviso, sta invece la credibilità di tutti coloro che giustamente sentono il dovere di tenere alta la guardia dinanzi ai molti e ricorrenti segnali di rinascita di quell'odio irrazionale che anche in Europa non è mai scomparso. Non si tratta solo di quegli esponenti della comunità ebraica i quali - negli stessi giorni in cui Romagnoli, alleato della Cdl, metteva in dubbio l'Olocausto - continuavano a intervenire sui giornali contro l'antisemitismo di Diliberto. Da tempo si è sviluppata tutta una pubblicistica intorno a un antisemitismo di sinistra, che dall'adesione alla causa palestinese arriverebbe alla giustificazione dei kamikaze contro i cittadini israeliani, recependo sostanzialmente il peggio della peggiore propaganda antisemita da tempo diffusa nel mondo arabo. Tale equazione è entrata nella polemica politica come una sorta di automatismo, utilizzata con troppa leggerezza. La stessa parola «antisemitismo» dovrebbe essere utilizzata con la massima cautela proprio da chi ha a cuore che quella diga politico-culturale eretta dopo la Shoah nei paesi della democratica Europa non cedano mai. Se l'accusa di antisemitismo divenisse uno strumento come un altro della lotta politica, la crepa così aperta in quella diga diverrebbe ben presto un crepaccio.

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