Haniyeh, la "colomba" di Hamas
come i quotidiani italiani trasformano i terroristi in "moderati"
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Data: 17/02/2006
Pagina: 16
Autore: Lorenzo Cremonesi - Michele Giorgio - Rachele Gonnelli
Titolo: Hamas sceglie il premier: il moderato Haniyeh Domani nomina ufficiale -

Ismail Haniyeh, membro di un'organizzazione terroristica antisemita che vuole distruggere lo Stato di Israele è un "moderato" per la maggior parte dei giornali italiani. Ciò perché è meno esplicito del suo rivale al- Zahar e sebbene dichiari che Hamas non riconosce Israele non aggiunge che intende distruggerla. O, più semplicemente, perché Hamas lo ha scelto come premier e con i palestinesi bisogna, secondo i nostri media, comunque trattare. Ecco il testo dell'articolo di Lorenzo Cremonesi pubblicato dal CORRIERE della SERA del 17 febbraio 2006, con il significativo titolo: "Hamas sceglie il premier: il moderato Haniyeh Domani nomina ufficiale"

GERUSALEMME — Hamas tende a scegliere due pragmatici per la guida del prossimo governo palestinese. Dovrebbe in fatti essere Ismail Haniyeh (43 anni) il primo ministro destinato a condurre il difficile cammino del nuovo «governo in verde» risultato della vittoria schiacciante del fronte islamico alle elezioni del 25 gennaio.
Considerato un moderato, nonostante a parole ribadisca l'ideologia che sostiene la lotta armata e la distruzione di Israele, Haniyeh cerca di guadagnare il riconoscimento internazionale. Ieri sera, dopo che la sua nomina era già stata annunciata, lui stesso ha voluto sottolineare che la cosa non era per nulla definitiva e ancora oggetto di dibattito «con i nostri militanti nelle prigioni israeliane e in esilio». Tuttavia da più fonti a Ramallah e Gaza è stata ripetutamente confermata.
Altro esponente relativamentemoderato è Abed Al Aziz Dueik, che dovrebbe essere nominato alla presidenza dei 132 membri che compongono il parlamento palestinese. Professore di geografia all'università di Hebron con un'ottima padronanza dell'inglese, Dueik prima delle elezioni chiedeva a Europa e Stati Uniti di «non boicottare Hamas per non gettarla nelle braccia degli estremisti». Le loro nomine dovrebbero comunque diventare ufficiali alla prima riunione del nuovo parlamento prevista per domani mattina nelle sedi di Ramallah e Gaza, collegate in videoconferenza. In apertura, il presidente Abu Mazen dovrebbe chiedere ad Hamas di riconoscere gli accordi con Israele firmati dal precedente governo del Fatah.

Il MATTINO è sulla stessa linea: mentre Haniye, ci informa il sottotitolo di un articolo di Michele Giorgio "é considerato un moderato"  l'"intransigenza" é tutta dalla parte di Israele. Infatti "il governo di Tel Aviv" ( che la capitale di Israele sia Gerusalemme é un fatto inaccettabile per il quotidiano, che uindi si inventa una geografia politica alternativa) "annuncia la linea dura". Di seguito, l'articolo di Michele Giorgio:


Gerusalemme. Tra i dirigenti del movimento islamico, è considerato un «moderato» sebbene non abbia mai sostenuto la fine della lotta armata contro Israele. Ex docente universitario, ex direttore dell'ufficio dello sceicco Ahmed Yassin (il fondatore di Hamas ucciso da Israele due anni fa), ha ostentato in questi giorni una forte determinazione e si è detto certo di poter superare gli ostacoli, interni ed internazionali, che il governo di Hamas dovrà affrontare non appena formato. Ismail Haniyeh, 43 anni, è il premier che Hamas - secondo alcune fonti del movimento islamico - indicherà al presidente Abu Mazen quando cominceranno le consultazioni per la formazione del nuovo governo palestinese. È stato capolista del movimento di resistenza islamico durante le elezioni di gennaio, che hanno visto la vittoria di Hamas. Il nome di Haniyeh circolava già nei giorni scorsi. La notizia della sua «investitura» da parte dell’organizzazione non è tuttavia ancora ufficiale e il portavoce del gruppo parlamentare di Hamas, Salah Al Bardawi, ha affermato che la decisione ancora non deve essere considerata definitiva. Haniyeh è ritenuto un pragmatico: «Pensiamo che i paesi arabi e islamici a livello ufficiale e popolare non ci abbandonerano», ha detto appena ieri in una intervista, aggiungendo che le «istituzioni internazionali come la Banca Mondiale hanno assicurato che manterranno i finanziamenti dei progetti che supervisionano nei Territori palestinesi». Una «gestione finanziaria sana e trasparente» secondo Haniyeh permetterà ad Hamas di fare risparmi nelle finanze pubbliche. Invece per Hamas non sarà affatto semplice governare nonostante l'aiuto di Paesi arabi e islamici sui quali Haniyeh dice di poter contare. Il futuro primo ministro palestinese, ad esempio, non avrà il diritto di muoversi liberamente tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania e dovrà accontentarsi di usare Internet. Ad affermarlo è stata una fonte della presidenza del consiglio di Israele. «Coloro che fanno parte di un movimento terrorista che vuole la distruzione dello Stato di Israele non possono pretendere nessun privilegio per quanto riguarda la loro libertà di circolazione», ha detto la fonte. Israele si prepara inoltre ad attuare una serie di misure restrittive - come il blocco all'ingresso dei pendolari palestinesi e lo stop al trasferimento dei dazi doganali dovuti all'Autorità nazionale palestinese - accrescendo le già notevoli difficoltà economiche dell'Anp. A ciò si aggiunge la minaccia, ormai sempre più concreta, del taglio di finanziamenti annuali di Stati Uniti e Europa ai palestinesi (600-700 milioni di dollari), utlizzati sino ad oggi in gran parte per progetti di sviluppo. Ieri l'Alto rappresentante europeo per la politica estera, Javier Solana, ha affermato che l'Ue si limiterà ad aiutare il popolo palestinese nelle sue necessità quotidiane (aiuti umanitari) ma non avrà contatti con nessun membro di Hamas. Interlocutoria è stata peraltro la visita ufficiale in Turchia che ha effettuato ieri una delegazione di Hamas guidata dalla «guida suprema» Khaled Mashaal. Il premier turco Recep Tayep Erdogan all'ultimo momento ha deciso di non incontrare personalmente Mashaal, probabilmente a causa delle pressioni di Israele. La Turchia, che vanta legami stretti sia con Israele che con l'Anp, ha tuttavia espresso la propria disponibilità a convincere Hamas a rinunciare alla violenza. Ai dirigenti di Hamas è invece arrivato da ieri l’invito ufficiale dal Cremlino a recarsi a Mosca. Nei giorni scorsi il presidente russo Vladimir Putin aveva rilanciato con forza il ruolo di mediazione della Russia in Medio Oriente, sottolineando che Mosca non ha mai incluso Hamas tra le organizzazioni terroristiche.

Sulla Home page de L'UNITA' on line Haniyeh diventa addirittura una "colomba". Ecco l'articolo di Rachele Gonnelli "Hamas sceglie il suo premier: la "colomba" Haniyeh":

Hamas ha fatto la sua scelta, ha designato l’uomo che dovrebbe assumere la carica di primo ministro, il capo del suo governo. È Ismail Haniyeh, il capolista uscito vittorioso dalla competizione elettorale, considerato dagli analisti mediorientali un esponente dell'ala "pragmatica", unaa “colomba" rispetto al "falco" Zahar. Ma il presidente Abu Mazen ribadisce: nessun governo ad Hamas se non rinuncia alla violenza e non riconosce Israele. Sabato la proclamazione degli eletti.

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