Gli opposti estremismi si acordano sull'antisionismo
la Fiamma tricolore appoggia l'Iran e attacca Israele
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Data: 14/02/2006
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: Viva l'Iran, i palestinesi e i naziskin Ecco la fiamma tricolore del premier
Dal RIFORMISTA di martedì 14 febbraio 2006:
Ormai è una questione di trave e di pagliuzza. Nel senso che se Silvio Berlusconi si sente davvero Gesù Cristo, allora quando parla dell'antisionismo del trotzkista di Rifondazione Marco Ferrando o del no global filo-Hamas Francesco Caruso, sempre di Rifondazione, dovrebbe prima dare un'occhiata nel cortile di casa sua. Infatti, tra i partitini della galassia neofascista prossimi alleati del centrodestra alle elezioni politiche (ieri l'Unità le ha definite «quote nere») c'è solo l'imbarazzo della scelta in quanto a slogan antisionisti se non proprio antisemiti.
Prendiamo la storia di Maurizio Boccacci e Piero Puschiavo. Entrambi fanno parte della segreteria nazionale del Movimento sociale fiamma tricolore dell'eurodeputato Luca Romagnoli e il primo, Boccacci, ricopre anche l'incarico di responsabile dell'organizzazione. Nei primi anni novanta i due facevano parte di un network nazista e razzista poi disciolto per legge, la famigerata Base Autonoma. A Roma, Boccacci era il leader del Movimento Politico, mentre al nord Puschiavo capeggiava il Veneto Fronte Skinheads. All'Msft, i due estremisti della destra radicale e xenofoba, sono arrivati dopo un percorso fatto di galera, spranghe, striscioni antisemiti allo stadio e finanche un passaggio nel movimento di Roberto Fiore, Forza Nuova (oggi con Alternativa sociale di Alessandra Mussolini, che comprende anche il Fronte sociale nazionale di Adriano Tilgher).
Dice Romagnoli, segretario della Fiamma Tricolore: «So che Boccacci e Puschiavo hanno avuto problemi con la giustizia, ma da quando sono con noi si stanno comportando in maniera ineccepibile. Del resto entrare in un partito significa accettare le regole del gioco parlamentare e democratico. Eppoi bisogna chiarire tra antisionismo e antisemitismo. Essere antisionisti vuol dire contestare il progetto sionista di uno Stato costruito in certo modo. Essere antisemiti, invece, vuol dire essere contro tante altre popolazioni, non solo quella israeliana. Noi storicamente siamo filopalestinesi perché ci battiamo per l'autodeterminazione dei popoli e anche perché ravvisiamo più ragioni in questa causa che nell'altra di Israele. Detto questo, io sono per la teoria dei due popoli, due Stati. Guardi che però non le sto dicendo nulla di nuovo, se fa la stessa domanda a Bertinotti e Caruso le risponderanno come me». Certo, ma il punto è proprio questo: la convergenza tra sinistra radicale ed estrema destra sull'antisionismo, alla faccia degli appelli unilaterali di Gianfranco Fini, che ieri a Matrix ha detto a Massimo D'Alema: «L'Unione non candidi Ferrando». Continua Romagnoli: «E perché non lo deve candidare? Ognuno candida chi vuole». Scusi, ma lei non è un alleato di Fini e Berlusconi, artefici, come ha riconosciuto recentemente anche il Corriere della sera, di una politica estera filoisraeliana?
Sostiene il segretario dell'Msft: «Certo, anche se non c'è nulla di scritto. Al momento ho la parola del presidente del Consiglio che si è impegnato a farci entrare nella coalizione. Questo però non vuol dire condividere tutto il programma della Cdl. Per noi i punti centrali sono le politiche a difesa della famiglia naturale, l'introduzione di imposte patrimoniali per colpire i profitti della grandi banche e della multinazionali, la preferenza nazionale per le abitazioni pubbliche. Sulla politica estera la pensiamo diversamente. Noi siamo contro il filoamericanismo, contro la Nato. E difendiamo anche il diritto dell'Iran al nucleare». Guarda caso, anche il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ultimamente si è distinto per le sue posizioni ultrà contro Israele. Risposta: «Io sono come San Tommaso, se non sento non credo. Purtroppo non conosco il persiano, però vorrei appurare l'esattezza delle cose dette da lui. In ogni caso, la responsabilità di quelle dichiarazioni è solo sua, è personale, non estensibile a tutto un popolo. Ripeto noi siamo schiavi di una politica estera filoamericana che danneggia anche i nostri interessi nazionali. Lei sa per esempio che l'Iran, dopo la Russia, è il secondo paese al mondo produttore di gas?».
cipiace@ilriformista.it