Un articolo pieno di stereotipi e inesattezze
di Mario Cervi
Testata:
Data: 10/02/2006
Pagina: 29
Autore: Mario Cervi
Titolo: Via il falco, si salveranno le colombe
A pag 29 di Gente del 19 gennaio Mario Cervi firma un articolo dal titolo: "Via il "Falco", si salveranno le colombe?"
Un articolo pieno di stereotipi e inesattezze come chiunque può facilmente notare per esempio per quel che riguarda Sabra e Chatila.
 
 Il premier israeliano pare fuori pericolo di vita ma, sul fronte politico, la sua fine sembra inevitabile. Dal suo vice Olmert al leader laburista Peres, ecco chi dovrebbe succedergli.
 
Nel suo letto d'ospedale, l'uomo Ariel Sharon ha appena vinto una lotta disperata per la vita, ma il politico Ariel Sharon è già morto. Nessuno in Israele, per quanto ottimista, osa prevedere un ritorno del grande Arikì sulla scena pubblica. La poltrona di leader che egli occupava rimarrà in effetti vuota: anche se, dal punto di vista formale, la occuperà, fino alle elezioni del 28 marzo, il suo vice Ehud Olmert, obbediente esecutore cui nessuno attribuisce doti carismatiche.
 
Che Arik (e non arikì) sia stato grande non dovrebbe sminuire le doti degli altri politici. Israele è una democrazia vera e se Olmert non si dimostrerà in grado di assumere il compito di primo ministro, ce ne sarà sicuramente qualcun altro. Tra 6 milioni di persone uno che non è del tutto incapace ci sarà no?
 
La tormentata area mediorientale ha così perso, in breve tempo, due protagonisti molto discussi, ma senza dubbio molto importanti. Prima Yasser Arafat, adesso colui che di Arafat fu durissimo avversario. Il pericolo è che, dopo un duello aspro e senza esclusione di colpi, ma almeno chiaro, si arrivi a una confusa mischia di mezze figure poco autorevoli e poco ascoltate. Il che potrebbe incentivare la forza e l'arroganza di opposti estremismi per i quali la pace è un incubo.
 
Mettere sullo stesso piano colui che non ha mai abbondonato il terrorismo e le intenzioni di distruggere un intero paese con chi invece ha svolto regolarmente una carriera prima militare e poi politica è alquanto scorretto. In realtà non è stato un duello alla pari tra due rivali, ma tra un assassino di civili inermi (soprattutto palestinesi, della sua stessa gente) e dall'altro chi ha fatto di tutto per salvarli
 
Accreditato di recente come un fautore di pace, Sharon ha avuto un'intera esistnza votata alla guerra.
 
Non che sia stato lui ad attaccare chi offriva la sua mano ai vicini invitandoli a restare e convivere in pace.
 
Gli sono stati addebitati comportamente obbrobriosi, come con il massacro di Sabra e Chatila, nel 1980,
 
Da chi gli sono stati addebitati? Chi ne è stato realmente l'artefice? E comunque quel massacro (numero di morti inferiore per esempio a Tel Al Zeitun di cui nessuno ricorda mai nulla) è avvenuto nel 1982 e non nel 1980.
 
 
 o come l'ostentata passeggiata del 2000 sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, con la quale lui, capo dell'opposizione, sfidò deliberatamente i palestinesi, provocando la seconda Intifada.
 
La passeggiata fu solo un pretesto per la stampa poiché l'intifada era già cominciata da due giorni e diversi palestinesi dichiararono che era in preparazione già da mesi. Inoltre Sharon chiese il permesso al Waqf (il tribunale islamico) per poter accedere alla spianata che tra l'altro è il primo luogo santo per gli ebrei, poiché le due moschee oggi esistenti furono costruite sui resti del secondo Tempio costruito da Erode.
 
Nessuno più di Sharon è stato demonizzato dagli arabi, e l'odio nei suoi riguardi dura, come hanno mostrato le manifestazioni d'esultanza, quando è stato colpito dall'ictus. E' stato, all'occorrenza, un politico spregiudicato: proprio pochi giorni orsono, gli fu imputato l'uso scorretto di finanziamenti elettorali. Ma si tratta di risvolti minori in un percorso segnato da ben altri avvenimenti. Sharon ha fortemente voluto il muro che divide Israele dai territori arabi.
 
Prima di lui lo ha pensato, voluto e proposto A.B. Yeoshua scrittore che milita nella sinistra israeliana. Perché non ricordare che questa iniziativa è partita dallo schieramento opposto a quello di Sharon?
 
ma ha anche voluto, e saputo imporre, il ritiro dei coloni (tradizionalmente suoi accesi sostenitori) dai territori occupati, la restituzione della striscia di Gaza al controllo palestinese, il progressivo ritiro dalla Cisgiordania.
 
E dal Sinai, con la distruzione di Yamit e altri centri. Anche questo particolare non è mai stato ricordato da nessuna testata italiana
 
Ci voleva un falco per realizzare queste misure, condivise dagli Usa protettori. Solo a chi ha forti credenziali patriottiche sono concesse decisioni ritenute indegne dai nazionalisti. De Gaulle poté, perché era De Gaulle, abbandonare l'Algeria, un governo socialista non l'avrebbe mai osato. Sharon seppe convincere l'opinione pubblica israeliana, almeno in larga misura, dell'inevitabilità di questa svolta. Tanto forte era l'influenza di Sharon sugli umori politici israeliani che, quando fondò l'inedito partito Kadima (che significa "avanti", proprio per sottolineare la volontà di proseguire la rotta intrapresa), quel partito creato dal niente divenne maggioritario e pronosticato vincitore nelle elezioni di marzo. Anzi, è ancora pronosticato vincitore, pur sotto altra guida: potrebbe essere quella dell'ultraottantenne leader laburista Shimon Peres, aggregatosi a Kadima, o il già citato Olmert. Alcuni analisti dubitano, in realtà, che, nonostante l'ondata emotiva provocata dalla malattia di Sharon, Kadima riesca a mantenere salda la sua base. Un po' come Forza Italia, Kadima era un partito personale, inventato. Ma adesso è come una Forza Italia senza Berlusconi. Riuscirà davvero ad ottenere quel 40 e passa per cento dei voti che i sondaggi gli danno? Prima delle elezioni israeliane dovrebbero essere celebrate, il 25 gennaio, le elezioni nella Striscia di Gaza: messe a rischio non solo dal caos imperversante in quell'area (dove il povero Abu Mazen impersona un'autorità inesistente),
 
Il povero Abi Mazen che in Unione Sovietica si laureò con una tesi negazionista del genocidio nazista e che non ha mai voluto disarmare i vari gruppi terroristici
 
ma anche dal rifiuto israeliano di lasciare che si voti a Gerusalemme.
L'assenza di Sharon lascia campo libero, in Israele, ad ambizioni e personalismi. L'ex premier Netanyahu, divenuto leader del Likud che fu di Sharon, spera in un ritorno; Amir Peretz, leader del partito laburista che fu di Shimon Peres, ha ambizioni, così come le ha la signora ministro della Giustizia Tzipi Livni.
 
Come le avrebbe qualunque persona che dedica la sua vita alla politica. Ricordiamoci che saranno poi gli elettori a decidere...
 
Ma il popolo d'Israele ha perso il suo punto di riferimento, i governi più importanti del mondo hanno perso il loro interlocutore, gli arabi moderati non sanno quale strategia di pace sarà ora proposta.
 
Perché dovrebbe essere sempre Israele a proporre? Perché, visto che Israele è sempre stata la parte attaccata, ha proposto tante volte e si è sempre vista rifiutare?
 
Gioiscono solo i fautori del "tanto peggio tanto meglio", che gremiscono i territori palestinesi, l'Iran, alcune capitali arabe e alcuni circoli occidentali. La malattia di Sharon, per loro, è un terno al lotto: non importa se muore o no, basta che sia fuori causa. E se poi muore, tanto meglio, festeggeranno in piazza.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione di Gente
 
gente@rusconi.it