La mediazione di Hamas sulle vignette danesi convince u.d.g.
perchè non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Testata:
Data: 10/02/2006
Pagina: 11
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: Guerra delle vignette, Ankara e Hamas mediatori
Su L'UNITA' di venerdì 10 febbraio 2006 Umberto De Giovannangeli accredita la volontà di mediazione di Hamas nella vicenda delle vignette danesi. In realtà si hanno buone ragioni per credere che Hamas non sia estranea allo scatenarsi della "rivolta" per le vignette, che è coincisa con la sua vittoria elettorale e con l'incertezza sui finanziamenti europei all'Anp. Coloro che oggi offrono soluzioni sono con ogni probabilità parte del problema dell'Europa. La loro "mediazione" avrà ovviamente come prezzo il riconoscimento politico e la ripresa del flusso di aiuti. Vale la pena di ricordare che ciò che Hamas vuole dall'Europa (dichiarandolo esplicitamente, si veda il discorso di Khaled Meshal pubblicato dal Foglio) è la resa (di una civiltà "sconfitta" a una "di vincitori") e l'accettazione del suo progetto di distruggere Israele. Questa è la sua "mediazione". Ecco il testo:
E venne il giorno dei mediatori. La Turchia, perfino Hamas. Ankara potrebbe svolgere un ruolo di mediatore fra la Danimarca e alcuni paesi musulmani per risolvere la crisi sulla pubblicazione delle vignette su Maometto. La proposta della convocazione in Turchia di un incontro fra esponenti di diversi Paesi coinvolti nella crisi è stata presentata ieri al premier danese, Anders Fog Rasmussen, da un parlamentare di origine turca, il socialdemocratico Seyn Arac. «Dobbiamo fare il possibile per liberarci di questa brutta immagine della Danimarca», dichiara Arac in un’intervista all’agenzia di stampa danese Ritzau. «Il primo ministro è disposto ad ascoltare ogni proposta» per arrivare a una soluzione della crisi, dichiara un consigliere di Rasmussen. Dal canto suo, il premier danese ha spiegato su un settimanale egiziano che le caricature «fanno parte della nostra tradizione e non c’è nessun intento offensivo».
A vestire i panni, a lui desueti, del mediatore è anche Khaled Meshaal. Il capo dell’ufficio politico di Hamas ha proposto ieri di «svolgere un ruolo per calmare» gli spiriti nel braccio di ferro sulle controverse caricature del profeta Maometto. «Il movimento è disposto a svolgere un ruolo per calmare la situazione tra il mondo islamico e i Paesi occidentali, a patto che questi Paesi s’impegnino a porre fine alle offese ai sentimenti dei musulmani», spiega Meshaal nel corso di una conferenza stampa a Doha, la capitale del Qatar, dove si trova in visita. L’altro ieri Meshaal, dal Cairo, aveva accusato la stampa occidentale di «giocare col fuoco insistendo a pubblicare nuovamente» le vignette anti-islamiche. Chi di mediazione non intende sentir parlare è il leader degli Hezbollah libanesi, sheikh Hassan Nasrallah. Una folla oceanica, valutata in 800mila persone, si è riunita ieri nei sobborghi meridionali di Beirut, per celebrare la ricorrenza islamica dell’Ashura, ma anche per esprimere ancora una volta condanna e collera per le vignette su Maometto. «Se dovremo difendere la nostra dignità col sangue lo faremo», dice alla folla Nasrallah. Già da giorni era previsto che quest’anno la ricorrenza in Libano sarebbe stata dedicata «alla difesa del Profeta».
Sull’argomento, alcuni giorni fa Nasrallah aveva peraltro affermato che «se un musulmano avesse avuto il coraggio di eseguire la Fatwa dell’imam Khomeini contro Salman Rushdie nessun giornale oggi avrebbe osato attaccare il nostro profeta». Una tesi rilanciata dall’Associazione dei teologi delle scuole religiose di Qom, la città santa sciita iraniana, che in una nota ufficiale ha condannato «la pubblicazione dei disegni blasfemi e offensivi». «Riteniamo - prosegue il documento - che le persone implicate nella loro pubblicazione e coloro che le sostengono meritano di essere punite». Sul come, il più esplicito è uno dei capi dei Talebani afghani, il mullah Dadullah, che l’altro ieri ha offerto una ricompensa pari a 100 chili d’oro a chi ucciderà l’autore della caricature di Maometto. Dalla latitanza, Dadullah ha anche reso noto che i Talebani avrebbero già reclutato un centinaio di «shahid» (martiri) pronti a farsi saltare in aria punire i «Paesi blasfemi».
I loro obiettivi? Tutti «infedeli», puntualizza ancora Dadullah, considerato una delle figure più vicine al leader del passato regime fondamentalista, l’imprendibile mullah Mohammad Omar. Al kamikaze c’è chi preferisce il boicottaggio commerciale: i maggiori supermercati degli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di ritirare dalla vendita tutti i prodotti provenienti dalla Danimarca. Si calcola che il danno per le ditte danesi sarà di centinaia di milioni di dollari.
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