Leggiamo con piacere l'editoriale di Biagio De Giovanni sul RIFORMISTA di oggi 28.1.2006. particolarmente là dove scrive " Ed è anche necessario che accanto a quel riconoscimento si stringa, per un lunghissimo periodo , la solidarietà di tutto il mondo civilizzato con Israele, non la solidarietà pelosa e ambigua dell'Europa di questi anni...". Fa piacere leggere queste parole su un giornale di sinistra, avrebbe fatto ancor più piacere se dopo la parola Europa De Giovanni avesse aggiunto " e della sinistra".
Ecco l'articolo:
Credo che sia giusto riconoscere, al primo segnale, il governo che nascerà in Palestina dopo vittoria di Hamas. Si tratta quasi un esperimento “in vivo”di scienza politica: verificare se l’insediamento, per via democratica, di una organizzazione terroristica al governo di quel paese, sia adeguato produrre l’avvio della sua trasformazione in forza politica. Non altro percorso, in Medio Oriente, dove l’avvio di esperimenti democratici non ha presupposti costituzionali, né valori universali condivisi, ma tutto si concentra nella novità del voto,su cui,peraltro,si stanno costruendo il nuovo Afghanistan e il nuovo Iraq.Questa è la vera sfida in corso, e la Palestina solo non può fare eccezione,ma destinata a diventare il nucleo rovente di tutto l’insieme. Può darsi che da una scelta democratica, significato indicato,irrompa faticosamente la sorprendente e sicuramente faticosa conseguenza della nascita di una politica. Personalmente, per toccare il punto più scottante e immediato,non prevedo questa vittoria elettorale sia la premessa di una ripresa sistematica terrorismo contro i civili israeliani. Una classe dirigente non può andare incontro al proprio suicidio politico, una volta diventata forza di governo,anche se la violenza mondo non può escludere più nulla. Ed è anche necessario che accanto a quel riconoscimento stringa, per un lunghissimo periodo, la solidarietà di tutto il mondo civilizzato con Israele, non la solidarietà pelosa e ambigua dell’Europa di questi anni,bensì la convinta scelta di difenderla con mezzo,nessuno escluso,se minacce ulteriori e imminenti dovessero addensarsi ai suoi confini: nella consapevolezza della drammatica emergenza che si apre. E’ in gioco destino del mondo, se questo destino per tanti fili è legato a quello degli ebrei, da sempre e soprattutto dopo l’orrore della Shoah, il punto più basso raggiunto dall’umanità nella sua storia, e vale ricordarlo nel giorno della Memoria.
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