Tramballi non può rinunciare alla propaganda
ed equipara al terrorismo la risposta militare israeliana
Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 20/01/2006
Pagina: 9
Autore: Ugo Tramballi
Titolo: La campagna elettorale della jihad: kamikaze a Tel Aviv

Il breve articolo di Tramballi che tratta dell'attentato a Tel Aviv del 19 gennaio 2006 era incominciato bene descrivendo in modo duro l'atto terroristico della Jihad islamica che entra così a vele spiegate nelle due campagne elettorali, quella palestinese per le elezioni del 25 gennaio e quella israeliana per le consultazioni del 28 marzo. Ma come purtroppo spesso accade Tramballi non poteva limitarsi a descrivere questo attentato, ma doveva introdurre anche della propaganda. Così, quando scrive; "La legge del taglione è una componente essenziale delle azioni terroristiche palestinesi (anche gli israeliani quando  hanno vittime, raramante rinunciano alla loro vendetta) " Tramballi mette sullo stesso piano un'azione militare israeliana volta a evitare altri attentati, altre stragi e a catturarne i responsabili, con le bombe umane che non vogliono altro che spargere sangue ebraico e destabilizzare Israele. Inoltre alla fine dell'articolo Tramballi scrive: "Già dieci anni fa  le bombe palestinesi avevano eletto Bibi Netanyahu, il falco". Netanyahu era stato eletto dal popolo israeliano, non dalle bombe palestinesi. Ed'è palesemente tendenzioso il modo in cui lo si etichettta come "falco". Un certo giornalismo ha sempre bisogno di calare su un politico israeliano la maschera dell'intransigenza. Ma i "falchi" di Israele sono in genere politici realisti che valutano con pragmatismo, e magari con diveristà di opinioni,  le diverse ozioni per garantire al loro paese la sicurezza.

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